Il Pescara inquinato e puzzolenteÈ un fiume ridotto a una discarica

Con l'elicotterso e sul gommone la triste risalita dalla foce alla zona interna. Solo i pescatori sono in lotta contro il degrado. La corsa fino al mare dei fanghi inquinanti

PESCARA. Chiediamogli scusa. Dopo averlo offeso, manomesso, umiliato e, forse, irrimediabilmente compromesso bisogna sforzarsi tutti di inventare un altro rapporto con il Pescara. Il grande fiume di una regione che ha sempre fatto della natura il suo vanto e non si è accorta, smarrita tra le logiche dello sviluppo selvaggio, di aver lasciato violare una parte di sè. Non è acqua quella che scorre. Dall'alto, in volo con l'elicottero della guardia di finanza, si vede un tentacolo marrone di fango infetto allungarsi minaccioso verso il mare. La città si è assuefatta a questo indegno spettacolo: l'accetta invece di protestare. E sbaglia.

Peraltro, Pescara è vittima quanto il Pescara perché gran parte degli scarichi inquinanti avvengono a monte. Ci sono i veleni delle discariche abusive e quelli dei depuratori indegni di tale nome. Tra i pochi a far sentire la voce ci sono i pescatori. Loro nel fiume ci vivono (male) e al fiume chiedono protezione dall'ira del mare. Ma che protezione può dare più un fiume senza manutenzione, intasato dalla fanghiglia erosiva e mortificato dai miasmi? La risalita con il gommone non è immune da rischi.

Il Roan della finanza, il reparto operativo aeronavale diretto dal colonnello Franco Ceccarini, sorveglia il cielo sopra la regione oltre ai traffici del mare e il Pescara lo conosce bene. Al comando della sezione aerea c'è il capitano pilota Donato Antresini. Il nucleo aereo può contare su un elicottero Breda Nardi Nh 500 ed è in attesa di un nuovo mezzo: un Augusta A109 per operare anche di notte. Servirà sicuramente alla causa. Ma scoprire i guasti lungo il fiume non basta: servono una decisa azione politica-amministrativa e investimenti. Avventurarsi lungo il Pescara è come addentrarsi con una sonda dentro una ferita mai disinfettata.

La stazione navale, dalla sede operativa del porto turistico Marina di Pescara, è guidata dal maggiore Corrado Bianchi. La punta di diamante è la guardacosta d'altura G110 Letizia: un mezzo che consente di pattugliare al largo e sorvegliare le rotte commerciali. Il reparto navale ha anche due motovedette classe 2000, una vedetta litoranea e un gommone carenato. Uomini e mezzi impegnati ogni giorno nella lotta per salvaguardare il Pescara.

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