Il pm: due anni e 10 mesi a Cantagallo

3 Dicembre 2011

«L'ex sindaco Pd ha costretto un'impiegata a cedere il posto in Comune a raccomandati»

MONTESILVANO. «Adesso dico una cosa brutta: io non capisco come la gente di qua, i cittadini, non vengono qua ad ammazzarci perché lì dentro è pieno di mogli di consiglieri, figli di consiglieri, nipoti di consiglieri... capito?. Lo sanno tutti». Per il pm Gennaro Varone, è svelato da questa intercettazione ambientale del 10 ottobre 2006 il sistema delle assunzioni clientelari all'Azienda speciale.

Nell'udienza di ieri, citando lo sfogo dell'ex dirigente comunale Paola Di Crescenzo, Varone ha sostenuto che l'Azienda speciale (ex Ferrigno) «è un ricettacolo di assunzioni clientelari». Così, il pm ha chiesto una pena di tre anni per Gianluca Di Blasio, ex direttore dell'Azienda speciale, e di due anni e dieci mesi per l'ex sindaco Enzo Cantagallo, entrambi accusati di concussione per aver costretto una dipendente comunale, Alison De Rito, a rinunciare a un posto fisso in Comune a beneficio dei raccomandati dei politici. «Grazie allo schermo dell'istituzione», ha detto Varone, «sono stati assunti dipendenti in Comune in frode alla legge e cioè senza concorsi pubblici».

Quindi, il pm ha chiesto una condanna a dieci mesi per l'ex vicesindaco Marco Savini e per gli ex assessori Gianni Bratti (oggi consigliere Pd), Cristiano Tomei, Giuseppe Tini e Guglielmo Di Febo, imputati per abuso d'ufficio. La richiesta del pm, dopo una requisitoria di due ore, ha lasciato Cantagallo senza parole perché, il 4 marzo scorso durante la seconda udienza del processo, la teste chiave dell'accusa Alison De Rito aveva detto: «Cantagallo non c'entra niente con questa storia». Una dichiarazione che, per la difesa, aveva scagionato Cantagallo. Per il pm, invece, Cantagallo c'entra e la sua responsabilità è quasi la stessa di quella di Di Blasio.

Nella prossima e ultima udienza del 23 dicembre prossimo, terminata l'arringa dell'avvocato dell'ex sindaco, Giuliano Milia, il giudice Carmelo De Santis si ritirerà in camera di consiglio per decidere e stilare la sentenza. Tra venti giorni, Montesilvano saprà se Cantagallo, Di Blasio e gli ex assessori sono colpevoli o innocenti. In aula, il pm ha sottolineato un caso: «Quando la mamma di Deborah Ferrigno, la bambina morta che ha dato il nome all'istituzione, ha chiesto di lavorare all'Azienda speciale soltanto per un briciolo di dignità e per prestare la propria opera nell'istituzione dedicata alla figlia, le è stato risposto che lì si entra per concorsi e basta. È vergognoso», ha sottolineato Varone, «dire che si rispetta la legge soltanto quando devono essere favoriti i propri protetti». Varone ha paragonato l'Azienda speciale a «un feudo» medievale «che ha controllato le assunzioni dei clientes».

Per Serena Tuzi, avvocato del Comune che si è costituito parte civile, «le assunzioni clientelari sono state la regola» e non l'eccezione e il Comune ha avuto un «fortissimo danno d'immagine ed economico». L'altra parte civile, De Rito, ha chiesto 600 mila euro di danni.

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