Il prete anti-camorra e il messaggio ai giovani: «Perdonateci, vi lasciamo un mondo in guerra»

Don Patriciello a Vasto alla chiusura di Uil Camp, per l’incontro sulla legalità con i cento ragazzi protagonisti: «Tradurre la speranza in azioni, conflitti orripilanti stanno uccidendo la dignità degli esseri umani»
VASTO. «Dobbiamo chiedere perdono ai giovani. Stiamo lasciando un mondo di guerra che spegne speranza e dignità negli esseri umani». Parole di don Maurizio Patriciello, il parroco della Terra dei fuochi, finito sotto scorta per la sua lotta ai clan. La sua è stata una presenza significativa nella giornata conclusiva di Uil Camp 2025, evento sindacale che si è tradotto anche in un messaggio di pace. Ai cento ragazzi che hanno partecipato alla tre giorni è stato chiesto di non arrendersi mai davanti alle difficoltà e a credere nella legalità. Don Patricello ha parlato di legalità proprio nel corso del suo intervento organizzato per l’occasione dal Premio nazionale Paolo Borsellino. Nel corso del dibattito, a cui hanno partecipato Michele Manigrasso, docente dell’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara, e l’imprenditore campano anti-camorra Luigi Leonardo, che ha raccontato i suoi undici anni sotto scorta , don Patriciello ha lanciato ancora una volta un Sos per i giovani. «Non solo quelli della Terra dei fuochi», ha specificato. «Tutti i giovani hanno bisogno di speranza», ha rimarcato il sacerdote, in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. «È così bello entrare in sintonia con i giovani. Come diceva San Giovanni Bosco i giovani vanno amati. Dobbiamo chiedere perdono ai giovani per quello che sta accadendo . Stiamo assistendo a delle atrocità. Stiamo lasciando loro un mondo di guerra che spegne speranza e dignità agli esseri umani. Guerre orripilanti che uccidono la dignità di tutti gli esseri umani. È necessario tradurre poi la speranza in azioni. Queste spettano al mondo politico. La politica e i sindacati devono tradurre la speranza in pratica . Da prete devo tenere alta la bandiera della libertà, della dignità e della fratellanza, lasciando a politica e sindacati il compito di fare azioni concrete e mirate affinché ci siano giustizia e amore». Prima di andare via per altri impegni che lo attendevano, il sacerdote, finito sotto scorta e minacciato più volte dalla camorra, ha invitato i giovani «a non arrendersi e a trovare il coraggio di combattere per la legalità». Patriciello, considerato una delle personalità campane più vicine alla premier Giorgia Meloni, con la quale ha un contatto diretto per portare avanti le proprie battaglie, ha assicurato che «non si arrenderà» e finché potrà «sarà sempre al fianco dei giovani per offrire loro un mondo pulito e meno cruento». Per questo il sacerdote campano ha apprezzato la mostra allestita al campus della Grotta del Saraceno dal titolo “Fotogenia degli ecomostri”, promossa da Legambiente e dall’Osservatorio Paesaggi italiani per sensibilizzare i giovani sul degrado e gli abusi edilizi lungo le coste. L’approccio dei giovani alla legalità, l’entusiasmo con cui hanno accolto don Maurizio Patriciello e ammirato la mostra, sono stati apprezzati anche dal segretario organizzativo Uil, Emanuele Ronzoni. «Quest’anno l’appuntamento di Vasto, giunto alla fine, è stato ricchissimo di contenuti e molto bello, visto l’interesse dei giovani alla legalità, un tema molto caro a noi della Uil. I ragazzi» ha proseguito Ronzoni «rappresentano le nuove generazioni. Quelle che saranno chiamate a dirigere la società e probabilmente anche il nostro sindacato futuro. Comprendere la loro sensibilità e acquisire le loro esperienze è fondamentale per noi dirigenti. Questo è il percorso che la Uil con il sindacato delle persone ha deciso di portare avanti. La speranza è che questo evento dia opportunità ai giovani in un momento storico in cui hanno difficoltà a dibattere ed esprimere le loro opinioni. Nella casa della Uil questo è possibile e questi tre giorni hanno dimostrato che siamo sulla strada giusta».
Il bilancio delle tre giornate è stato fatto dal segretario generale Uil Abruzzo, Michele Lombardo. «Sono stati tre giorni pieni di lavoro, con una grande partecipazione e attenzione da parte dei giovani arrivati da tutta Italia. Abbiamo dato loro la possibilità di parlare di temi sindacali ma anche di legalità offrendo l’opportunità di confrontarsi con personalità di spicco. Questi ragazzi rappresentano le nuove generazioni, hanno il diritto di avere un lavoro di qualità, contratti veri firmati dalle organizzazioni sindacali come Cgil, Cisl , Uil e Confindustria e le parti datoriali maggiormente rappresentative».