Il sindaco dice no ai precari e scoppia la protesta in città

Niente assunzioni per gli interinali. Contestazioni in consiglio, bloccato il Corso

PESCARA. Prima, le contestazioni in consiglio comunale. Poi, il blocco del traffico in piazza Italia e corso Vittorio. Ma la protesta dei precari di Attiva, ieri, ha rischiato di finire anche peggio. Quando il sindaco Marco Alessandrini ha comunicato la brutta notizia ai lavoratori interinali, che non potranno essere assunti all’interno dell’azienda dei rifiuti dopo anni di prestazioni, è scoppiato un putiferio e si è sfiorata l’aggressione al primo cittadino. Ieri, in serata, i lavoratori hanno richiesto un incontro al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, che ha già convocato un tavolo tecnico negli uffici regionali di viale Bovio per domani, alle 8,30.

Il sit-in davanti al Comune. Tutto è cominciato nel primo pomeriggio quando una cinquantina di precari ha organizzato una manifestazione di protesta davanti al Comune con striscioni, fischietti e slogan, in attesa dell’incontro organizzato dal sindaco con i capigruppo e i vertici di Attiva per trovare una soluzione per i 120 interinali che hanno già perso il lavoro, o che lo perderanno per la scadenza del contratto a fine dell’anno. Sugli striscioni c’era scritto: «I precari di oggi sono i poveri di domani»; «Interinali senza gloria»; «Lotto per restare a galla»; «Lavoro uguale dignità». Poi, gli slogan: «Lavoro, lavoro, lavoro»; «Vogliamo il lavoro, non il panettone»; «dignità, dignità, dignità».

La protesta si è infiammata all’arrivo in Comune del direttore di Attiva Massimo Del Bianco, accolto con contestazioni e insulti. Del Bianco è apparso subito pessimista sul futuro dei lavoratori precari. «Non possiamo assumere al di fuori del concorso per 61 posti che si è già concluso», ha dichiarato al Centro, «mi dispiace per i lavoratori, ma se non si cambia la norma generale non si può fare nulla».

La riunione a porte chiuse. Poco dopo, nella sala giunta è cominciata la riunione convocata dal sindaco. Riunione a porte chiuse, cui è stato impedito anche ai giornalisti di assistere. Erano presenti, oltre ad Alessandrini e al vice sindaco Enzo Del Vecchio, i capigruppo di maggioranza e opposizione, il presidente e il direttore di Attiva Domenico Di Michele e Massimo Del Bianco, la direttrice dell’Avvocatura comunale Paola Di Marco. La riunione è andata avanti per più di un’ora. Nel frattempo, è salita la tensione dei lavoratori che attendevano al di fuori della sala giunta. Tante le testimonianze del dramma vissuto dagli interinali, per anni con contratti rinnovati ogni mese e la paura di essere cacciati via. Alcuni lavoratori si sono presentati in Comune persino con i loro figli piccoli. «È dal 2007 che lavoro per Attiva, questo è ormai un lavoro subordinato», ha affermato Francesco Avolio. «Stiamo costituendo un’associazione culturale che ci difenda, perché non ci fidiamo più dei sindacati», ha fatto presente Antonello Di Carlo, «ci faremo assistere dall’avvocato Carlo Alfani. «Io ho una moglie e tre figli, di cui uno malato che gli darò da mangiare?», ha chiesto Sandro Donatelli. Diversa, invece, la situazione di Camillo D’Addario, precario per 4 anni ad Attiva, che ha vinto la causa davanti al giudice del lavoro contro l’azienda e ora attende l’assunzione a tempo indeterminato con il pagamento di tutti gli stipendi arretrati e il risarcimento del danno, così come stabilisce la sentenza. «Attendo da due mesi che l’azienda mi faccia sapere qualcosa», ha rivelato, «ho scritto anche al sindaco, ma non mi ha risposto». Questa sentenza fa da apripista ad altri ricorsi presentati da un’ottantina di precari. Durante l’attesa è arrivata la capogruppo dei 5 Stelle Enrica Sabatini. Ha ascoltato alcuni lavoratori, poi è entrata nella riunione.

Il no del sindaco. Terminata la riunione, è cominciata a girare una voce tra i lavoratori su una fuga del sindaco. Ma, ovviamente, non si è rivelata vera, perché Alessandrini ha poi aperto le porte della sala giunta per ricevere i precari e i giornalisti. Presente anche Del Vecchio. Il sindaco è stato subito franco con i lavoratori che affollavano la sala. «Io sono qui perché ci metto la faccia», ha fatto notare, «ma oggi presento ai lavoratori un conto amaro. Il concorso di Attiva non può essere fermato perché, oltre alla responsabilità contabile, si deve rispettare il fatto che ci sono persone che hanno partecipato al concorso». E ha aggiunto: «Mi rendo conto che queste parole pesano come un macigno, ma comunque Attiva in futuro potrebbe avere bisogno di altri lavoratori». A quel punto è cominciato tra sindaco e dipendenti un botta e risposta concitato.

Contestazioni in consiglio. La rabbia dei lavoratori è poi esplosa in consiglio comunale riunito per parlare di filovia. Sono volati insulti contro assessori e consiglieri. «Vergognatevi», ha urlato un precario.

Bloccato il traffico. La protesta è poi proseguita al di fuori del Comune. I lavoratori hanno occupato piazza Italia e corso Vittorio bloccando per un’ora il traffico. «Vogliamo parlare con D’Alfonso», hanno detto. Il presidente è stato contattato tramite il Comune e ha subito fissato una riunione per domani mattina. La protesta, che doveva proseguire oggi, è stata quindi sospesa.

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