Il sindaco: «Tornassi indietro metterei i divieti di balneazione»

Alessandrini parla della vicenda della condotta rotta e dello sversamento di liquami nel litorale Poi confessa: «Non ho reso operativa quell’ordinanza perché non volevo allarmare la popolazione»

PESCARA. «Non ho commesso errori nella vicenda dello sversamento di liquami in mare, ma se dovesse riaccadere una cosa del genere non rifarei ciò che ho fatto». Marco Alessandrini appare provato per la storia del mare inquinato. La settimana che si è appena conclusa è stata, forse, la peggiore da quando fa il sindaco. Una valanga di critiche si è abbattuta su di lui per non aver fatto scattare il divieto di balneazione quando si sono riversati in mare 25mila metri cubi di liquami in seguito alla rottura, il 28 luglio scorso, di una condotta fognaria in via Raiale. Il primo cittadino ha firmato un’ordinanza il primo agosto, quando è venuto a conoscenza delle analisi sfavorevoli nel tratto di mare all’altezza di via Balilla, ma non ha provveduto a renderle note alla popolazione. Questa decisione gli è costata ben due esposti alla procura.

In questa intervista, rilasciata alla vigilia della partenza per una breve vacanza, Alessandrini in un certo senso si confessa e rivela di essere pronto a comportarsi diversamente in futuro, se dovesse riaccadere un fatto del genere. «Considerando tutto il casino che è scoppiato, se dovessi tornare indietro renderei nota quell’ordinanza».

Sindaco, lei è stato investito da una valanga di critiche per questa vicenda del mare inquinato.

«È stata una settimana nera anche per la vicenda dello sgombero del mercato etnico. Ma la cosa che più mi ferisce è quella del mare, perché penso che si sia diffuso il messaggio che il mare non è balneabile. Non è così, visto che le ultime analisi hanno dato esito favorevole anche all’altezza di via Balilla. La qualità del mare di oggi è esattamente quella dell’anno scorso, anzi è addirittura migliorata».

Le ricordo, però, che il 28 e 29 luglio c’è stato un enorme sversamento in mare di liquami e la gente non lo ha saputo continuando a fare il bagno.

«Noi abbiamo predisposto l’ordinanza di divieto della balneazione all’altezza di via Balilla il primo agosto, ma non abbiamo messo i cartelli con il divieto sulla spiaggia perché intuivamo che le analisi successive sarebbero state favorevoli».

Come ha fatto ad intuire il primo agosto che le analisi successive, rese note il 3 agosto, sarebbero state favorevoli?

«Lo specchio d’acqua all’altezza di via Balilla viene definito un luogo di acque scarse, perché non di rado si registra un superamento di breve durata del limite dei colibatteri. L’Arta, il 28 luglio, ha eccezionalmente fatto dei controlli, in seguito alla rottura della condotta. Ma io non posso emanare ordinanze di divieto in forma preventiva perché, ripeto, ho saputo dei dati sfavorevoli in via Balilla solo il primo agosto».

C’è, quindi, un buco di tre giorni, cioè dal primo al 3 agosto in cui i bagnanti non sono stati avvisati.

«Il primo agosto, quando è stata emanata l’ordinanza sono stati effettuati nuovi controlli risultati poi favorevoli. Quindi, la città non è stata mai esposta a un eventuale pandemia. Senza considerare che l’Aca, ogni volta che si rompe una conduttura fognaria, interviene con l’Oxystrong e questo protocollo fa sì che venga disinfettato anche il mare».

Ma non conveniva mettere i cartelli di divieto di balneazione?

«Mettere e togliere cartelli genera allarme tra la popolazione. Io non voglio allarmare le persone per un dato sfavorevole che poi è subito rientrato. In questi giorni, tra l’altro, si era diffusa la notizia di un aumento di casi gastroenteriti e dermatiti in ospedale, ma i plessi ospedalieri ci confermano che non ci sono stati riflessi per il mare inquinato. Anzi, i dati sui ricoveri e sui controlli sono inferiori all’anno scorso».

Non ritiene che ci siano stati degli errori nella gestione di questa vicenda?

«Non ritengo che ci siano stati errori. Ho parlato di questa vicenda con Tommaso Vespasiano, che è uno dei dirigenti con più esperienza del Comune e lui mi ha detto che si può migliorare qualcosa nelle successive comunicazioni. Tenteremo in futuro di abbattere i tempi».

In che senso?

«Faremo un nuovo protocollo con l’Arta in modo tale che si possano ridurre i tempi per conoscere prima i risultati delle analisi del mare».

Se potesse tornare indietro, si comporterebbe allo stesso modo?

«Considerando tutto il casino che è scoppiato, renderei sicuramente operativa l’ordinanza di divieto. Ripeto, non l’ho fatto perché ho ritenuto opportuno non allarmare la popolazione. Io difendo la piena legittimità dell’operato del Comune. Gli eritemi ci sono sempre stati in questo periodo, in quanto la gente suda di più in estate».

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