Il Tar: via l’Anas da A24 e A25 Sdp si riprende le autostrade

13 Luglio 2022

Il giudice: «Danno grave e irreparabile per le società di Toto». Ecco tutte le motivazioni

PESCARA. Cinque motivi danno lo stop all’Anas e riconsegnano A24 e A25 nelle mani di Strada dei Parchi, la società di Carlo Toto esclusa con un atto d’imperio, deciso da due ministeri, dalla concessione ormai ventennale delle due autostrade che collegano l’Abruzzo a Roma.
La notizia è rimbalzata subito, ieri mattina, in Abruzzo, in un susseguirsi di eventi frenetici e clamorosi. L’8 luglio lo sfratto di Sdp; l’11 luglio il ricorso e ieri, dopo appena 12 ore, la decisione lampo del Tribunale amministrativo del Lazio: un colpo di scena che ribalta la situazione.
Per il Tar sussiste il rischio di «un danno grave e irreparabile per il ricorrente». Un danno che si sintetizza in cinque punti, sufficienti per congelare tutti gli atti impugnati fino all’udienza di merito, già fissata per il 7 settembre a Roma.
I 5 PUNTI CHIAVE. Ecco in sintesi i motivi che hanno invertito la rotta delle autostrade di Toto: pericolo di default della società Strada dei Parchi; la prospettiva di licenziamento del personale non richiesto da Anas; il pericolo di default finanziario anche dell’intero gruppo Toto; il paventato danno erariale causato dall’amministrazione statale e infine l’interesse pubblico alla sicurezza della circolazione stradale.
LA FIRMA DEL GIUDICE. È un decreto presidenziale, quindi una decisione non collegiale adottata, inaudita altera parte (escludendo cioè qualunque tipo di intervento delle controparti), e con estrema urgenza dal giudice Roberto Politi, presidente della quarta sezione del Tar Lazio, l’atto di cinque pagine che costringe l’Anas a dover restituire le carte ed i beni mobili e immobili già acquisiti. Ma dall’Anas per ora non rilasciano dichiarazioni. A differenza di quanto ha fatto e detto Strada dei Parchi (vedi l’articolo a destra) che, assistita da cinque avvocati, ha lanciato il guanto di sfida al ministro delle Infrastrutture Giovannini, dell’Economia Franco, all’Anas e al premier Draghi, questi ultimi non costituiti a giudizio, chiedendo la sospensiva di due atti posti alla base di un decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei ministri e già inviato a Camera e Senato per essere convertito in legge.
IL PUNTO DEBOLE. Ma proprio quei due atti sono risultati il tallone d’Achille dell’amministrazione pubblica: «Tutt’oggi non sono stati notificati né comunicati alla società ricorrente», sottolinea il presidente Politi. Si tratta innanzitutto del primo decreto, datato 14 giugno 2022 e firmato dal Dg del Minitero delle Infrastrutture, Felice Morisco, il dirigente di lungo corso che da 25 anni occupa quel posto e che, nel caso del crollo del ponte Morandi a Genova, adottò un provvedimento soft rispetto alla sua contestazione di «gravi inadempienze» fatta a Strada dei parchi.
Da questo primo atto di Morisco ne scaturisce, subito dopo, un altro, datato 7 luglio, con cui i ministri di Infrastrutture ed Economia, riportando stile copia e incolla il verdetto del dirigente di lungo corso, tolgono le due autostrade dalle mani di Toto, consegnandole su un piatto d’argento all’Anas. Dal privato allo Stato ma attenzione: Strada dei parchi non viene avvisata.
«Ne viene a conoscenza», scrive il giudice, «solo quando vengono menzionati nell’articolo 2 del decreto legge», approvato subito dopo dal Consiglio dei ministri che dispone la risoluzione della Concessione per A24 e A25, dando all’Anas persino la possibilità di servirsi della Guardia di Finanza, o altre forze di polizia, per subentrare a Sdp. È come sfrattare da casa un inquilino senza alcun preavviso e ricorrendo alla forza pubblica. Ma facciamo un piccolo passo indietro, tornando ai cinque punti che hanno fatto scattare il provvedimento cautelare.
1)IL PERICOLO DI DEFAULT DI STRADA DEI PARCHI. Sussiste perché quest’ultima, scrive il giudice, non potrebbe «più contare né sui flussi finanziari provenienti dalle tariffe autostradali (pressoché la sua unica fonte di entrata: a partire dalla notte dell’8 luglio scorso, infatti, Anas è divenuta titolare del diritto di riscuotere i pedaggi)». Parliamo di una somma stimata per il 2022 di 147 milioni di euro.
2)LA PROSPETTIVA
DI LICENZIAMENTO. Quello dei dipendenti di Sdp non richiesto da Anas, tra cui tutto il personale con qualifica dirigenziale, «non essendo neppure ipotizzabile che lo stesso possa restare in servizio una volta cessato il rapporto concessorio», specifica il Tar.
3)PERICOLO DI DEFAULT
DELL’INTERO GRUPPO TOTO. «Atteso», afferma Politi, «che l’eventuale default di Strada dei Parchi comporta automaticamente il pericolo di un’estensione degli effetti finanziari negativi sull’intera holding che opera in altri settori dell’economia italiana e che assicura il lavoro a centinaia di persone». Quella di Toto è una holding che produce l’8% del Pil dell’Abruzzo e dà lavoro a 1.700 persone. Così era precisato sul ricorso.
4)IL DANNO ERARIALE. Che sarebbe contestato dalla Corte dei conti all’amministrazione statale se i due ministeri dovessero perdere anche nel giudizio di merito. Sarebbe una cifra stratosferica, ben superiore ai 2,4 miliardi di indennizzo chiesti da Sdp.
5)L’INTERESSE PUBBLICO ALLA SICUREZZA STRADALE. Il quinto punto è il più importante perché va al di là di interessi economici di parte «atteso che la gestione in sicurezza di un’infrastruttura critica come le autostrade A24 e A25 richiede la piena operatività di un’organizzazione collaudata che possa far fronte alle esigenze, anche immediate e urgenti», spiega il Tar mettendo in evidenza il rischio enorme, in fatto di sicurezza di chi percorre A24 e A25, a cui si andrebbe incontro con l’azzeramento perentorio «dell’intera struttura dirigenziale di Sdp.
L’ultima frase è una ciliegina sulla torta: i decreti sospesi, conclude il giudice, non prevedono nulla su come disciplinare il passaggio di consegne di strutture complessa, come le due autostrade, valutandone, in modo approfondito, tutti gli effetti, compresi i cinque punti di rischio elencati nel ricorso e riportati interamente nell’atto del Tar che quindi ha rimesso la palla a centrocampo. Ma è solo il primo tempo di una partita che durerà molto.
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