Il verdetto dopo 52 giorni: un record

Dall’investimento della Smargiassi ai quattro colpi di pistola, le tappe della tragedia

VASTO. Dopo cinquantadue giorni la sentenza. Per la prima volta in Abruzzo un processo per omicidio arriva a sentenza così rapidamente. Il 1° febbraio l'uccisione di Italo D'Elisa il ragazzo che aveva investito e ucciso il 1° luglio 2016 la moglie di Fabio Di Lello, Roberta Smargiassi. Ieri è arrivata la condanna. Per la procura di Vasto è stato un omicidio premeditato. A convincere il procuratore capo, Giampiero Di Florio è stato l'acquisto della pistola un mese dopo la morte di Roberta, gli allenamenti al poligono di tiro, la donazione dei suoi beni e l'ultimo dono a Roberta: la pistola che aveva appena ucciso D'Elisa.

L'OMICIDIO. In città la chiamano "la vendetta d'amore". Nessuno fino al giorno dell'omicidio avrebbe mai ipotizzato un epilogo così cruento. Il 1° febbraio Di Lello, tornando da Cupello dove aveva allenato i piccoli atleti, vide Italo vicino alla sua bicicletta davanti ad un bar in viale Perth. Istintivamente fermò la macchina e raggiunse il ragazzo. Non era armato. Scambiò poche battute con Italo. Tornò in auto, prese la pistola, lo raggiunse di nuovo e sparò quattro colpi. Tre colpirono Italo e lo uccisero. Italo è morto esattamente 6 mesi dopo sua Roberta travolta in corso Mazzini dall'auto condotta dal giovane.

IL CORTEO E LA PISTOLA. Il dolore per la morte di Roberta ha stravolto la mente di Fabio Di Lello e la sua vita. L'ex calciatore ha cominciato a desiderare la punizione per chi gli aveva portato via la moglie. Lo ha urlato nel corteo organizzato ad agosto per le vie della città. Il 1° settembre ha comprato la pistola. Da quel momento ha iniziato ad allenarsi al poligono di tiro.

IL GLADIATORE. Il 5 novembre, Fabio posta una foto su facebook con la scritta" Giustizia per Roberta". Sul suo profilo mette la foto del film Il gladiatore. La scena è quella in cui Massimo Decimo Meridio torna dalla guerra e scopre la sua famiglia massacrata. Con quella foto Fabio esprime il proprio pensiero.

L'ATTO NOTARILE. A fine novembre ha annunciato ai genitori il desiderio di donare loro tutti i suoi averi. Il 1° dicembre l'atto è stato firmato davanti al notaio Carmina di Cupello. Dopo la donazione Fabio torna al cimitero da Roberta, si siede sulla panchina che ha fatto sistemare davanti alla tomba e racconta alla moglie il suo gesto. I custodi lo sentiranno spesso parlare con Roberta. Con il passare dei mesi Fabio identifica il cimitero nel tetto coniugale. E al cimitero torna dopo il delitto.

Paola Calvano