Impianto rifiuti, l'allarme di Codici

L'associazione contro la realizzazione di una nuova discarica a Cepagatti
PESCARA. Un impianto di trattamento di rifiuti speciali stretto tra il mercato agroalimentare di Cepagatti, il centro di coltivazione sperimentale e il fiume Pescara. Il comitato di coordinamento regionale per la Valutazione di impatto ambientale (Via) ha espresso parere favorevole per la realizzazione del progetto da parte della ditta Ecopetrol e si attende l'autorizzazione della Provincia. Resterebbero una serie di anomalie per la salute e la salvaguardia del sito, già evidenziate da Regione e Arta e diffuse dall'associazione Codici. La costruzione dell'impianto nel Comune di Cepagatti, località Carlasacco, mette in allarme i responsabili di Codici che attaccano il «progetto viziato» e si dicono pronti a bloccare l'avvio dei lavori. Ieri mattina, in Provincia, si è discusso della questione con il docente dell'ateneo D'Annunzio Francesco Stoppa, il segretario provinciale di Codici Domenico Pettinari e quello regionale Giovanni D'Andrea.
«L'impianto», evidenzia Pettinari, «rappresenta una bomba ecologica». L'idea di realizzare un impianto di trattamento chimico-fisico, deposito preliminare e messa in riserva di rifiuti speciali, pericolosi e non, era stata prima avanzata in un'area di Civitaquana e successivamente accantonata. La società Ecopetrol, fornitrice dei gruppi Eni, Agip, Esso e Italiana petroli, ha riproposto il medesimo disegno a Cepagatti. «E' altamente pericoloso per la collettività», fa presente Giovanni D'Andrea. Si spinge oltre Stoppa: «Secondo alcuni, il centro tratterà anche lo smaltimento dei fanghi di trivellazione, ossia quei composti petroliferi la cui composizione nociva è tenuta segreta dall'industria petrolchimica».
Le prescrizioni della Regione sono sintetizzate in 5 punti: portare in superficie la vasca interrata di liquami e le tubazioni di collegamento; costruire bacini di contenimento per i rifiuti pericolosi e un impianto di depurazione per le acque meteoritiche; effettuare una campagna di misura della qualità delle acque sotterranee; prevedere un monitoraggio semestrale. Le stesse criticità sono state evidenziate dall'Arta per il rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia).
«L'impianto», evidenzia Pettinari, «rappresenta una bomba ecologica». L'idea di realizzare un impianto di trattamento chimico-fisico, deposito preliminare e messa in riserva di rifiuti speciali, pericolosi e non, era stata prima avanzata in un'area di Civitaquana e successivamente accantonata. La società Ecopetrol, fornitrice dei gruppi Eni, Agip, Esso e Italiana petroli, ha riproposto il medesimo disegno a Cepagatti. «E' altamente pericoloso per la collettività», fa presente Giovanni D'Andrea. Si spinge oltre Stoppa: «Secondo alcuni, il centro tratterà anche lo smaltimento dei fanghi di trivellazione, ossia quei composti petroliferi la cui composizione nociva è tenuta segreta dall'industria petrolchimica».
Le prescrizioni della Regione sono sintetizzate in 5 punti: portare in superficie la vasca interrata di liquami e le tubazioni di collegamento; costruire bacini di contenimento per i rifiuti pericolosi e un impianto di depurazione per le acque meteoritiche; effettuare una campagna di misura della qualità delle acque sotterranee; prevedere un monitoraggio semestrale. Le stesse criticità sono state evidenziate dall'Arta per il rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia).
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