Impianto rifiuti, l'allarme di Codici

4 Giugno 2011

L'associazione contro la realizzazione di una nuova discarica a Cepagatti

PESCARA. Un impianto di trattamento di rifiuti speciali stretto tra il mercato agroalimentare di Cepagatti, il centro di coltivazione sperimentale e il fiume Pescara. Il comitato di coordinamento regionale per la Valutazione di impatto ambientale (Via) ha espresso parere favorevole per la realizzazione del progetto da parte della ditta Ecopetrol e si attende l'autorizzazione della Provincia. Resterebbero una serie di anomalie per la salute e la salvaguardia del sito, già evidenziate da Regione e Arta e diffuse dall'associazione Codici. La costruzione dell'impianto nel Comune di Cepagatti, località Carlasacco, mette in allarme i responsabili di Codici che attaccano il «progetto viziato» e si dicono pronti a bloccare l'avvio dei lavori. Ieri mattina, in Provincia, si è discusso della questione con il docente dell'ateneo D'Annunzio Francesco Stoppa, il segretario provinciale di Codici Domenico Pettinari e quello regionale Giovanni D'Andrea.

«L'impianto», evidenzia Pettinari, «rappresenta una bomba ecologica». L'idea di realizzare un impianto di trattamento chimico-fisico, deposito preliminare e messa in riserva di rifiuti speciali, pericolosi e non, era stata prima avanzata in un'area di Civitaquana e successivamente accantonata. La società Ecopetrol, fornitrice dei gruppi Eni, Agip, Esso e Italiana petroli, ha riproposto il medesimo disegno a Cepagatti. «E' altamente pericoloso per la collettività», fa presente Giovanni D'Andrea. Si spinge oltre Stoppa: «Secondo alcuni, il centro tratterà anche lo smaltimento dei fanghi di trivellazione, ossia quei composti petroliferi la cui composizione nociva è tenuta segreta dall'industria petrolchimica».

Le prescrizioni della Regione sono sintetizzate in 5 punti: portare in superficie la vasca interrata di liquami e le tubazioni di collegamento; costruire bacini di contenimento per i rifiuti pericolosi e un impianto di depurazione per le acque meteoritiche; effettuare una campagna di misura della qualità delle acque sotterranee; prevedere un monitoraggio semestrale. Le stesse criticità sono state evidenziate dall'Arta per il rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia).

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