Imprese abruzzesi in ansia La Cina è il terzo fornitore
Gli effetti sul mercato e il Pil regionale calcolati attraverso i numeri da record Tecnologia e tessile: ogni anno importiamo prodotti per 290 milioni di euro
Il 5,4 per cento dei prodotti importati dall'Abruzzo arriva dalla Cina. A trainare il mercato sono, per lo più, apparecchiature elettroniche e materiale tessile, in cima alle richieste. Una bilancia commerciale che ora vacilla, sotto i colpi dell'effetto Coronavirus e delle inevitabili ripercussioni per le aziende abruzzesi che mantengono costanti scambi con il continente asiatico. Sotto la lente d'ingrandimento non c'è solo l'evoluzione dell'epidemia, ma gli effetti collaterali che le misure adottate per limitare il contagio, possono provocare. A partire dall'interruzione dei voli e dal clima di allerta che si sta diffondendo nel comparto imprenditoriale. Centinaia le aziende abruzzesi con il fiato sospeso.
Il Centro ha effettuato un'indagine giornalistica, monitorando i dati e i principali indicatori, riferiti agli ultimi anni, che fotografano con esattezza il peso economico dell'import-export Cina-Abruzzo.
MADE IN CINA. Sfogliando l'edizione 2019 del rapporto "Economia e società", elaborato dal Cresa, il Centro di ricerche economico-sociali delle Camere di commercio abruzzesi, si evince chiaramente come la Cina rivesta un ruolo importante tra i Paesi fornitori dell'Abruzzo. Il 5,4% dei prodotti importati nel 2018 è contraddistinto dal marchio "Made in Cina", con un leggerissimo decremento rispetto al decennio precedente, il 2008, quanto l'import cinese era a quota 5,9%. Andando indietro nel tempo, agli anni Duemila, l'Abruzzo acquistava dalla Cina solo l' 1,3 per cento del totale delle importazioni regionali. Meno rilevante, ma comunque degno di nota, il flusso dell'import da Taiwan, da cui l'Abruzzo, dal 2000 al 2008, ha importato lo 0,3 per cento delle produzioni, per salire allo 0,6 per cento di due anni fa. Differente il quadro delle esportazioni dall'Abruzzo verso la Cina ferme nel 2018 all'1 per cento sul totale dei prodotti che varcano i confini regionali, contro lo 0,7 per cento del 2008 e lo 0,5 per cento di un ventennio fa.
In leggera diminuzione, sempre secondo i dati del Cresa, il movimento delle esportazioni verso Taiwan, passate dallo 0,2 per cento del 2000 allo 0,1 per cento del 2018.
TERZO FORNITORE. Già nel 2012, come si evince dal report della Regione stilato in occasione della visita di una delegazione governativa della provincia dello Shanxi, che conta 30 milioni di abitanti, la Cina risultava al terzo posto tra i Paesi fornitori dell'Abruzzo, che importa prevalentemente apparecchiature elettroniche e prodotti tessili, per un valore stimato di 290 milioni di euro l'anno. Gli scambi commerciali, nel campo delle tecnologia, sono elevati, come anche i rapporti commerciali tra le aziende del territorio e il continente asiatico. Molto più bassa, invece, la movimentazione economica legata all'export abruzzese verso la Cina, con 60 milioni di euro. Un trend che si è confermato sostanzialmente costante se si confrontano i numeri della Regione con l'indagine diffusa dal Cresa lo scorso anno che «dopo le contrazioni del 2009, 2012 e 2013», evidenzia «una crescita dello 0,9 per cento, su base annua, degli acquisti abruzzesi dall’estero che raggiungono quota 4.176 milioni di euro». Oltre il 5 per cento di tali acquisti arriva direttamente dalla Cina.
CINA E VINO ABRUZZESE. In Cina si beve sempre di più vino abruzzese. L'epidemia Coronavirus potrebbe incidere negativamente anche su un settore primario come quello vinicolo. Ad aprile scorso, a Vinitaly, a Verona, nell'area "Spazio Abruzzo", sono stati presentati i dati relativi all'export del vino abruzzese nel mondo. Ebbene, uno degli indicatori principali, rilevati nel 2018, riguarda le vendite di vino che hanno registrato un aumento del 6,4% in valore, nettamente al di sopra della media nazionale, ferma a 3,3%, con un fatturato che passa da 171 a 182 milioni. Tanto che il comparto vinicolo rappresa, oggi, la quota di mercato principale sull'intero export alimentare abruzzese, con oltre il 30% del fatturato regionale. Secondo i dati forniti dal Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo, segnali incoraggianti arrivano anche dall'Asia con un +9% totale. Spicca, in testa alla classifica, proprio la Cina con un incremento del 13% di importazioni di vino abruzzese. A seguire il Vietnam con il 5% in più, per un valore complessivo che supera il milione di euro di fatturato l'anno. Un mercato cinese che, come da indicazioni del Consorzio tutela vini d'Abruzzo, rappresenta la novità assoluta per le 170 aziende abruzzesi associate. Imprenditori che adesso stanno alla finestra a guardare, nel timore di una battuta d'arresto delle esportazioni e di un significativo calo del fatturato legato all'emergenza Coronavirus.
Il Centro ha effettuato un'indagine giornalistica, monitorando i dati e i principali indicatori, riferiti agli ultimi anni, che fotografano con esattezza il peso economico dell'import-export Cina-Abruzzo.
MADE IN CINA. Sfogliando l'edizione 2019 del rapporto "Economia e società", elaborato dal Cresa, il Centro di ricerche economico-sociali delle Camere di commercio abruzzesi, si evince chiaramente come la Cina rivesta un ruolo importante tra i Paesi fornitori dell'Abruzzo. Il 5,4% dei prodotti importati nel 2018 è contraddistinto dal marchio "Made in Cina", con un leggerissimo decremento rispetto al decennio precedente, il 2008, quanto l'import cinese era a quota 5,9%. Andando indietro nel tempo, agli anni Duemila, l'Abruzzo acquistava dalla Cina solo l' 1,3 per cento del totale delle importazioni regionali. Meno rilevante, ma comunque degno di nota, il flusso dell'import da Taiwan, da cui l'Abruzzo, dal 2000 al 2008, ha importato lo 0,3 per cento delle produzioni, per salire allo 0,6 per cento di due anni fa. Differente il quadro delle esportazioni dall'Abruzzo verso la Cina ferme nel 2018 all'1 per cento sul totale dei prodotti che varcano i confini regionali, contro lo 0,7 per cento del 2008 e lo 0,5 per cento di un ventennio fa.
In leggera diminuzione, sempre secondo i dati del Cresa, il movimento delle esportazioni verso Taiwan, passate dallo 0,2 per cento del 2000 allo 0,1 per cento del 2018.
TERZO FORNITORE. Già nel 2012, come si evince dal report della Regione stilato in occasione della visita di una delegazione governativa della provincia dello Shanxi, che conta 30 milioni di abitanti, la Cina risultava al terzo posto tra i Paesi fornitori dell'Abruzzo, che importa prevalentemente apparecchiature elettroniche e prodotti tessili, per un valore stimato di 290 milioni di euro l'anno. Gli scambi commerciali, nel campo delle tecnologia, sono elevati, come anche i rapporti commerciali tra le aziende del territorio e il continente asiatico. Molto più bassa, invece, la movimentazione economica legata all'export abruzzese verso la Cina, con 60 milioni di euro. Un trend che si è confermato sostanzialmente costante se si confrontano i numeri della Regione con l'indagine diffusa dal Cresa lo scorso anno che «dopo le contrazioni del 2009, 2012 e 2013», evidenzia «una crescita dello 0,9 per cento, su base annua, degli acquisti abruzzesi dall’estero che raggiungono quota 4.176 milioni di euro». Oltre il 5 per cento di tali acquisti arriva direttamente dalla Cina.
CINA E VINO ABRUZZESE. In Cina si beve sempre di più vino abruzzese. L'epidemia Coronavirus potrebbe incidere negativamente anche su un settore primario come quello vinicolo. Ad aprile scorso, a Vinitaly, a Verona, nell'area "Spazio Abruzzo", sono stati presentati i dati relativi all'export del vino abruzzese nel mondo. Ebbene, uno degli indicatori principali, rilevati nel 2018, riguarda le vendite di vino che hanno registrato un aumento del 6,4% in valore, nettamente al di sopra della media nazionale, ferma a 3,3%, con un fatturato che passa da 171 a 182 milioni. Tanto che il comparto vinicolo rappresa, oggi, la quota di mercato principale sull'intero export alimentare abruzzese, con oltre il 30% del fatturato regionale. Secondo i dati forniti dal Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo, segnali incoraggianti arrivano anche dall'Asia con un +9% totale. Spicca, in testa alla classifica, proprio la Cina con un incremento del 13% di importazioni di vino abruzzese. A seguire il Vietnam con il 5% in più, per un valore complessivo che supera il milione di euro di fatturato l'anno. Un mercato cinese che, come da indicazioni del Consorzio tutela vini d'Abruzzo, rappresenta la novità assoluta per le 170 aziende abruzzesi associate. Imprenditori che adesso stanno alla finestra a guardare, nel timore di una battuta d'arresto delle esportazioni e di un significativo calo del fatturato legato all'emergenza Coronavirus.