In strada contro i tagli alla scuola

15 Giugno 2010

La protesta degli insegnanti: «In sciopero per bloccare gli scrutini»

PESCARA. Sono scesi in strada come gli studenti «per difendere la scuola e i diritti dei lavoratori». «Il compito di fare i sacrifici spetta alla casta degli intoccabili e non ai professori», è il grido lanciato, ieri, nel giorno del presidio degli insegnanti davanti alla sede Rai di Pescara. La protesta comincia con le mani in alto dei docenti per mostrare i fogli di carta con su scritto chi deve pagare il prezzo della crisi: «Speculatori finanziari», «evasori fiscali», «banchieri usurai», «politicanti corrotti», «inquinatori di mestiere». Invece, è l'accusa dei sindacati Cobas e Usb e del coordinamento autonomo degli insegnanti di Pescara e Montesilvano, «la manovra del governo prevede un taglio alla spesa pubblica di 14 miliardi con una falcidia dei finanziamenti agli enti locali e un contenimento della spesa in materia di pubblico impiego».

SCRUTINI BLOCCATI Il corollario della protesta degli insegnanti è il blocco degli scrutini. Uno sciopero, ieri e oggi, che obbliga i presidi a riconvocare i consigli dei docenti entro cinque giorni. La protesta, partita dall'Itc Alessandrini, ha fatto il giro delle scuole pescaresi: per i Cobas, gli scrutini sono saltati anche al liceo scientifico Da Vinci, Itc Acerbo, Itc Manthoné, Itc Aterno e Itis Volta. Hanno aderito anche il liceo scientifico D'Ascanio di Montesilvano e, assicurano i Cobas, l'Itis Mattei di Vasto.

IL NO DEI SINDACATI «Il taglio alla scuola significa 41.200 precari senza più un posto di lavoro», denuncia Ettore D'Incecco dei Cobas, «una provocazione inaccettabile che ci porterà ancora in piazza per protestare all'inizio del prossimo anno scolastico». «I lavoratori pubblici, compresi gli insegnanti», avverte Silvio Di Primio del sindacato Usb, «non sono il bancomat del governo. È ora di farsi sentire contro questa truffa che», dice Di Primio, «fa pagare tutto ai lavoratori e pensionati e niente agli speculatori e corruttori».

LE PENSIONI D'ORO Di Primio getta benzina sul fuoco consegnando agli insegnanti un dossier che rivela gli importi delle pensioni di politici e amministratori statali: «Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio, 22.048,11 euro; Mario Draghi, governatore Banca d'Italia, 14.843,56; Sergio D'Antoni, ex segretario Cisl, 8.595,74; Giorgio Guazzaloca, ex sindaco di Bologna, 16.516,58; Andrea Monorchio, ex direttore generale ragioneria dello Stato, 19.051,51. E chiaramente», aggiunge, «per loro la pensione non è l'unico reddito».

GLI INSEGNANTI «Un unico fronte contro il governo, senza distinzioni sindacali e di colore politico». È questa la richiesta del coordinamento autonomo degli insegnanti di Pescara e Montesilvano. «Per il personale della scuola, dell'università e della ricerca», spiega la portavoce Carla Sbrolli, «oltre al blocco del contratto è prevista anche la cancellazione degli scatti di anzianità per tre anni. Il coordinamento è nato», spiega Sbrolli, «per difendere la scuola dallo sfascio di chi la vuole distruggere, l'istruzione di molti contro il privilegio di pochi e per protestare contro l'attacco ai lavoratori - a tutti quelli che non si troveranno mai con una casa pagata a loro insaputa - che il governo conduce».

LE SCUOLE INSICURE In questo clima, dai Cobas arriva l'annuncio che a settembre sarà pronto un elenco delle scuole pericolose che non rispettano le norme di sicurezza: «Sarà redatto un esposto», dice D'Incecco, «e a questo punto la magistratura dovrà indagare».

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