Inchiesta Spoltore, parenti e amici assunti alla casa di riposo

Le nuove carte dell’accusa: posti spartiti tra Ranghelli e Vernamonte. Scoperta una lista di nomi con le scritte «chiedere voto». La telefonata di Vernamonte «Ma quanti ce ne toccano adesso? Ne prendiamo almeno quattro»

SPOLTORE. «Ma la conosco io? Ma la conosco io questa? Pasqua’, steng a fa’ una domanda, me ta da ’na risposta». Il sindaco di Spoltore Franco Ranghelli interroga così l’assessore Pasquale Segamiglio. Ranghelli vuole sapere «chi sono» i candidati per «una decina» di posti di lavoro nella casa di riposo comunale della frazione di Caprara. Nell’inchiesta sul presunto malaffare di Spoltore, spuntano anche le assunzioni di parenti e amici spartite tra i politici per ottenere «consenso elettorale».

LA LISTA. Nell’auto di Ranghelli gli agenti del corpo forestale hanno trovato 345 curriculum e su alcuni la scritta «casa di riposo». In un’informativa al pm Gennaro Varone, la forestale parla di una lista e annota: «Che il sindaco sia aduso a chiedere voti in cambio di posti di lavoro si desume dal rinvenimento di un bloc-notes riportante un elenco di nomi di persone con indicato, a fianco di ognuno, la locuzione “chiedere voto”».
Così, le assunzioni decise a tavolino sono un altro filone dell’indagine che, finora, resta riservato e che si aggiunge ad altri due tronconi: il primo è esploso martedì e ha portato agli arresti domiciliari per Ranghelli (ex Pd, oggi indipendente), per Marino Roselli dell’Api, ex presidente del consiglio regionale, e per Luciano Vernamonte (Sdi), vicepresidente della società dei rifiuti Ecologica srl, ed è riferito agli affari del Prg e costruzione di due torri lungo il fiume Pescara, accordo di programma tra Comune e una società per ampliare il cimitero, proroghe dell appalto rifiuti, pubblicità e riscossione tributi; la seconda costola dell’indagine, riservata, riguarda il centro commerciale CityModa finito sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori dopo una serie di esposti anonimi.

«CHI SONO?».
Nel rapporto della forestale alla procura è riportato un dialogo intercettato tra Ranghelli e Segamiglio, non indagato, sulle assunzioni alla casa di riposo. La conversazione, nell’uffico di Ranghelli, è del 15 marzo 2010.
Segamiglio: «Vuoi sapere chi sono nel senso vuoi sapere che sta vicino a chi questo?».
Ranghelli: «Eh».
Segamiglio: «Eh, non lo so se sta vicino a noi. Più sicuramente, guarda, dovrebbe stare tra me e Lorenzo Mancini, per essere proprio chiari chiari, se vu’ sape’, questa è gente che dovrebbe stare tra una via di mezzo tra me e Lorenzo Mancini, però, se sta il nome là».
Ranghelli: « ’Na via di mezzo?»
Segamiglio: «Ah, nel senso che ha fatto un po’ e un po’».
Ranghelli: «Nadia chi è? ’Na straniera. Doriella la conosci?».
Segamiglio: «Sì».
Ranghelli: «Chi é?».
Segamiglio: «Doriella è ’na ragazza che abita vicino dove abitavo prima io, la strada vicina anche se di quella sarebbe da risentire perché c’ha una bambina piccola e non sa al momento se è veramente in grado di».
Ranghelli: «No, no, vabbè ma questo è solo».
Segamiglio: «Sì, lo so».
Ranghelli: «Sono cose che sono venute fuori in un discorso molto complesso, che non sono quelli che effettivamente c’hanno, non ci sta niente qua, eh, di particolare. Chi m’hai detto che era a metà?».
Segamiglio: «Simonetta».
Ranghelli: «Che non si capisce bona di chi è».
Segamiglio: «Simonetta questa è».
Ranghelli: «Eh, cos, invece, Nadia che mi avevi detto?».
Segamiglio: «Nadia è una persona che è venuta da fuori, è venuta da Villa Raspa».
Ranghelli: «Ah».
Segamiglio: «Eh, io tutte le volte che sono andata a trovarla è sempre stata abbastanza vicina, mbè perché sta un po’ fuori da tutti i discorsi del paese, capit. C’ha na villettina per conto suo, eh, eh».
Ranghelli: «Valentina, m’hai detto che sta vicino a Paolo?».
Segamiglio: «La nipote».
Ranghelli: «Ah, la nipote, ma scus, cos’è Segamiglio chi è tua cugina?».
Segamiglio: «Mia sorella».
Ranghelli: «Tua sorella. Va bene, no, niente di particolare, perché sono tutti ragionamenti sulla selezione che hanno fatto questi che c’avevano dei nomi eccetera, poi qua, la struttura per rientrare in un certo modo, capito».
Segamiglio: «L’altro giorno dopo, ti devo dire qualcosa a proposito, quando c’abbiamo tempo ti dico quello che so. Fuori daiii, niente di che».
Ranghelli: «Questa è una cosa che dobbiamo sistemare noi, ma nella maniera più».

«UNO A ME».
Nella conversazione tra Ranghelli e Segamiglio, subentra anche il consigliere Paolo De Amicis, non indagato.
Ranghelli: «Questa è l’attenzione su quel luogo de, capito? Però, non vedo, però, quella è una struttura che doveva essere fatta in una certa maniera, solo che ci vo’ uno che, non c’ho la figura adatta, non c’ho la figura. Eh ma n’ ting la figura che è pratica nel, nell’ambaradam, mi’ capit? Perché ci servono le delicatezze, le cose, le riservatezze, la tomba qui capit».
De Amicis: «È ancora il sistema uno a me, uno a te, uno a me, uno a te? Esiste ancora il sistema, uno a me, uno a te?».
Ranghelli: «No, ma questo si voleva fare un ragionamento, no, io sono stato anche chiaro, deve essere funzionale alla struttura, un caso umano diventa un caso umano, se diventa 18 casi umani lì chius e si finit, chi, di chi’sti parla’., di chi’sti parla’».

VERNAMONTE.
Interessato ai posti di lavoro nella casa di riposo è anche Vernamonte che ne parla con il consigliere Paolo Di Martire, non indagato, dopo un sopralluogo.
Di Martire: «No, novità sì, sono stato su, quassù alla struttura insieme con il sindaco oggi».
Vernamonte: «Eh, apposto».
Di Martire: «Sì, qualcosa sì aaa uumm’nsomma, una quota l’abbiamo presa subito, un’altra la prenderemo un po’ più in là. Di fatti per questo volevo parlare co’ Maurizio perché deve dare immediatamente comunicazione a chi interessato capito, che la cosa gliel’ha fatt’».
Vernamonte: «Uh, quanti sono?».
Di Martire: «No, guarda adesso due, due di quelli son... che... sollecitati da Maurizio, due subito».
Vernamonte: «Eh».
Di Martire: «Però, perché adesso una decina ne faranno entrare, siccome l’organico sarà di circa venticinque».
Vernamonte: «Eh».
Di Martire: «Abbiamo spazio per recuperare gli altri anche dopo, non tutti però».
Vernamonte: «Mo’, mo’ subito quanti?».
Di Martire: «No, subito due».
Vernamonte: «E gli altri complessivi?».
Di Martire: «Complessivi, almeno quattro ce li daranno». Vernamonte: «Ma mo’ subito quanti sono subito?».
Di Martire: «Subito, due ce ne danno».
Vernamonte: «Quanti ne prendono subito».
Di Martire: «Subito ne prendono ’na decina, in tutto tra infermieri, fiosioterapisti, osse e tutto quanto».

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