«Io, derubato con una telefonata»: 4.500 euro sottratti a un insegnante in 45 minuti

1 Luglio 2025

La vittima di questa truffa è un pescarese di 59 anni. Tutto è iniziato da un messaggio, poi le chiamate con un numero falsificato: «Erano dei professionisti»

PESCARA. Un sms. Da lì una chiamata e poi un’altra ancora, fatta questa volta con un numero fasullo uguale a quello della sua banca. Sono stati questi i pochi e semplici passaggi della truffa con cui, in meno di 45 minuti, i ladri hanno sottratto 4.500 euro dal conto di Giovanni (nome di fantasia), insegnante e architetto di Pescara che «ha a che fare con il digitale da tutta la vita, ma purtroppo loro erano dei professionisti», spiega la vittima, che si è rivolta all’avvocato Luigi Di Corcia, presidente di Associazioni Consumatori Utenti Abruzzo, per provare a recuperare i suoi soldi.

«Tutto è iniziato con un messaggio dalla mia banca, come quelli che ti inviano di solito ogni volta che effettui un’operazione», racconta l’insegnante, «c’era scritto che era stato effettuato un bonifico da Madrid e che, se non fossi stato io, avrei dovuto chiamare il numero cellulare allegato al messaggio per annullarlo». Spinto dalla paura che il suo account fosse stato violato, Giovanni decide di chiamare. «Mi ha risposto una voce senza accento, che sembrava professionale. Conosceva benissimo tutte le procedure della mia banca, così come l’app. Mi ha chiesto di andare nel sito operativo della mia banca e di provare a fare una simulazione di bonifico per cercare di capire cosa stesse succedendo».

L’assistenza clienti di una banca che risponde da un telefono cellulare per chiederti di fare un bonifico? Strano. E infatti Giovanni si insospettisce: «Era quantomeno inusuale. Ho detto che non sarei andato avanti se non mi avessero ricontattato con il numero della mia banca». Cosa che, nel giro di un paio di minuti, succede. «Mi chiamano con un numero con il prefisso di Milano e mi dicono: “Guardi il numero sulla sua carta. Vede che è lo stesso? Si può fidare”. E io sciaguratamente mi sono fidato». Una volta abbassata la guardia, per i truffatori è stato tutto più semplice.

«Mi hanno fatto inviare un primo bonifico da 1.500 euro, dicendomi che mi sarebbe arrivato un messaggio che assicurava che ciò che stava accadendo era una simulazione. E in effetti è arrivato. Poi un altro e poi un altro ancora. Complessivamente ho inviato 4.500 euro. Mi hanno detto che avrebbero verificato, che mi avrebbero fatto sapere a breve e che - chiaramente - mi avrebbero riaccreditato i soldi. A quel punto sono stato io a chiamare il numero di assistenza della mia banca e lì ho capito quanto era appena accaduto».

Poco male, perché - racconta Giovanni - il bonifico non era istantaneo, quindi si sarebbe potuto bloccare. Oppure no? «È stato tutto calcolato perfettamente. Nemmeno l’orario della chiamata è stato casuale: sapevano che mi avrebbe reso impossibile bloccare il bonifico tramite la mia banca perché era troppo tardi. E infatti la mattina dopo i soldi erano già spariti». Insomma, una brutta storia che con le nuove misure dell’Agcom - auspicabilmente - non dovrebbe più ripetersi.

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