L'ATTENZIONE
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Non sei qui ma neppure altrove, ti perdi come alito in una stanza spesso senza neppure pensare a cosa è dentro ogni alito che emani. Sono giorni che invece io conto ogni mio alito, potrei raccontarti di come ho trascorso il tempo negli ultimi giorni ma penseresti che io sia matta, potrei raccontarti di cosa ho pensato nelle ultime ore ma continueresti a credermi pazza, eppure non credo di esserlo, sono sicura di non esserlo. Se potessi però sbranerei le mie mani. Troppo spesso concedo di pensare follie, troppo spesso concedo questo corpo ormai stanco e indifeso di ammettere di sconfinare oltre le già esistenti mille sfumature del mondo, anch' esso ormai stanco e privo di un invidiabile e invisibile senso.
Mi trovo qui lontana e ti parlo come se potessi capire ma la distanza che ci separa e la tua precoce capacità intellettuale rendono complesso la riuscita di un tuo udire. Nessuno prova a farmi domande o peggio ancora nessuno si interessa o ha voglia di farlo. Una donna invece si, soltanto lei. Alta, bella, esteticamente differente da me, con un diverso colore di pelle, con lunghi capelli color argento e strani accessori ai piedi come se dovesse mantenersi perennemente in equilibrio. Non capisco molte cose, molti modi di fare in questo posto, eppure a me affascina la loro diversità. Sembra che siano gli altri a non trovare nulla di interessante in me, ma del resto cosa si può trovare di affascinante in una donna bassa, mal vestita, sporca, stanca e dal viso e capelli color fango?
La donna ed io abbiamo trascorso molte ore a parlare. Mi ha raccontato tutto del suo dolore ed io del mio. La donna ha prestato attenzione, molta attenzione. Le ho raccontato degli abusi, delle minacce che ho subito, dei pensieri crudeli e totalmente gratuiti che l'uomo è capace di attivare. Delle mille volte che mi sono sentita una formica rispetto a dinosauri che tutti credono estinti, si, come quelle stesse formiche che fuggono come impazzite alla ricerca di un riparo quando tutti i bambini del mondo, compreso te , si divertono a circondarle. Le ho raccontato che a te piace molto anche stare fermo ad osservarle mentre trasportano palline di pane sulle loro piccole schiene e lei ha sorriso.
Sappi figlio mio che quella donna, facendo soltanto un po' di attenzione attraverso l'ascolto e la condivisione a permesso me di sentirmi un essere umano, di sapere che esisto. Ha permesso che anche tu potessi raggiungermi dal nostro lontano paese, fuggire dalle bombe e diventare un uomo con la speranza un giorno di poter tornare. Non ho mai chiesto nessun aiuto alla donna, soltanto un pizzico di tolleranza e uguaglianza e poi tutto il resto è venuto da sé compresa un po' di fortuna.
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