Addio alla frittura di paranza, il timore dei ristoratori e dei commercianti: «Così tramonta la tradizione»

La beffa sul menù, i cannolicchi importati dall'Olanda

PESCARA. «Addio alla vecchia tradizione marinara». Massimo Terra si prepara a cancellare dal menù del suo ristorante La Murena la frittura di paranza e cioè il piatto principe della tradizione marinara pescarese. Se la marineria cambia le reti ai pescherecci, anche la ristorazione deve adeguarsi alle restrizioni imposte dall'Europa. Ma il paradosso è dietro l'angolo: sono in arrivo i cannolicchi, giganti, importati dall'Olanda.

«I divieti imposti dall'Europa? Per la ristorazione sono un danno ma per il mare sono un bene, almeno è così dice», afferma Massimo Terra che insieme a Francesco Terra gestisce il ristorante La Murena alle porte delle case dei pescatori sul lungomare Matteotti. «Il problema è che, in tavola, la perdita di qualità è tanta», osserva Terra. «La frittura di paranza? Non c'è tanto da inventare, sparisce e basta perché non si può né pescare né comprare».

E non si può neanche giocare a fare i furbi: «Per una cassa di pesce che costa una trentina di euro, i rischi sono una multa pesante e anche una denuncia penale. È troppo, ci si deve adeguare alle regole e rinunciare, a malincuore, alla tradizione».  Stavolta, il detto «Franza o Spagna purché se magna» non vale per i ristoratori che, con il fermo biologico sull'Adriatico, ripiegano con il pesce del Tirreno: i divieti dell'Europa sono validi ovunque. «Largo al pesce d'importazione», è la previsione di Terra, «è la fine del prodotto genuino».  «Le specie vietate sono le più richieste», spiega Carlo Papponetti, venditore ambulante, «la previsione? Mancata vendita per minore assortimento ma non si può fare niente: ci si deve adeguare e tirare avanti». (p.l.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA