il sito di bussi

La Cisl dà l’allarme «Ritardi nel rilancio del polo chimico»

BUSSI. Sulla crisi del polo chimico di Bussi, interviene il segretario provinciale della Cisl Umberto Coccia per ribadire «l'importanza strategica dell’immediata bonifica e della...

BUSSI. Sulla crisi del polo chimico di Bussi, interviene il segretario provinciale della Cisl Umberto Coccia per ribadire «l'importanza strategica dell’immediata bonifica e della reindustrializzazione e l'urgenza di andare quindi al più presto verso la firma dell’accordo di programma, atto propedeutico alla reale reindustrializzazione del sito».

Il sindacalista denuncia i gravi ritardi che si stanno accumulando in un contesto peraltro «che vede scaduti», afferma, «tutti gli ammortizzatori sociali per i lavoratori fuoriusciti dalla lenta ed inesorabile dismissione dei vari reparti produttivi della multinazionale Solvay, azienda che fin dalla acquisizione dell'Ausimont ha sempre dichiarato di voler abbandonare il sito produttivo di Bussi perché non ritenuto più strategico». Anche Massimiliano Razzaia segretario Femca Cisl, dopo avere presa visione del piano industriale del nuovo investitore Filippi, presentato in conferenza stampa il 30 dicembre a Bussi, tiene a precisare che «ulteriori ritardi nella definizione dell'accordo di programma potrebbero annullare l'unica vera occasione di sviluppo per il polo chimico e la vallata del Pescara». «Una situazione ancora più assurda», evidenzia Razzaia, «se si tiene conto che esistono condizioni favorevoli per avviare il processo di recupero del sito di Bussi come la disponibilità da parte del commissario Goio di 50 milioni per la bonifica, 6 milioni di euro messi a disposizione da Solvay per la messa in sicurezza del sito interno, la disponibilità del passaggio dei siti al Comune, la possibilità di utilizzare le agevolazioni fiscali da parte della Regione legate sia al cratere sismico che all'area di crisi. Inoltre, c'è la concreta manifestazione d'interesse di un imprenditore disposto (Filippi) a rilevare gli impianti Solvay e a realizzare un nuovo investimento di 44 milioni di euro in linee farmaceutiche di prodotti biotech». «Dunque», concludono i sindacalisti, «basta perdere tempo con le dispute politiche di bassa lega e pensiamo a spianare la strada all'unico progetto di reindustrializzazione valido dopo oltre quindici anni di tentativi infruttuosi».

Walter Teti

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