san giovanni teatino

«La macchina che mi tiene in vita ha rischiato di fermarsi due volte»

Va via la corrente elettrica e il respiratore artificiale di Massimiliano Della Torre, affetto da distrofia muscolare, ha rischiato di non accendersi più. L'intervento di Croce Rossa e volontari con salvataggio grazie anche ai social

SAN GIOVANNI TEATINO. Va via la corrente elettrica e il respiratore artificiale di Massimiliano Della Torre, affetto da distrofia muscolare, ha rischiato di non accendersi più. Si è sfiorata ieri la tragedia per ben due volte, sulla strada per San Giovanni Teatino, dove Massimiliano, 40 anni, abita con il padre Enzo e la madre Anna. Il grande freddo non da tregua e intorno alle 10 nel civico 72 scatta il primo allarme. I genitori di Massimiliano allertano tempestivamente il Centro operativo comunale di protezione civile (Coc). Serve un generatore di corrente: «Abbiamo chiamato subito i soccorsi, dopo aver installato delle pile di riserva nella macchina - raccontano - quelle batterie hanno un’autonomia di poche ore».

leggi anche: «Per tre giorni intrappolata con 10 clienti» La storia di Elena Boccalone, titolare di una masseria alla periferia del paese

Continuano a scorrere i minuti, prima che giunga un’ambulanza dall’ospedale di Pescara, con i volontari della Protezione civile. Che riescono ad arrivare solo verso le 14. Momenti di assoluta disperazione. Perché come se non bastasse il gruppo elettrogeno così installato smette di funzionare nel pomeriggio: il carburante che lo alimenta finisce.

leggi anche: Atri, iniziano le doglie, ma è bloccata in casa Centro storico inaccessibile, e spalare la neve da soli per creare un varco e andare al pronto soccorso sarebbe stata un'impresa impossibile per il marito

E Massimiliano lancia un grido d’aiuto sui social: «Si è fermato il generatore della Protezione civile. Sto tremando. Aiutatemi. Ci vuole un generatore sostitutivo efficiente». Poco dopo accorrono dal Coc. Arrivano circa 5 litri di benzina: «Ne stiamo facendo arrivare altri 20 per i prossimi giorni», dice il volontario Antonio Mancini del Nucleo Operativo Teate. Il gruppo elettrogeno torna a funzionare: «Mi sono sentito abbandonato. Sono circa otto anni che ho bisogno di utilizzare il respiratore in modo assiduo - racconta Massimiliano -. Non è stato bello vivere una situazione del genere. Sono arrivati appena in tempo per installare il generatore e per non far spegnere la macchina salva vita. Per ben due volte. Senza di essa non posso vivere». Poi lo sfogo della madre in lacrime: «In questa zona c’è tantissima neve. Ci siamo sentiti lasciati soli».

©RIPRODUZIONE RISERVATA