La pista che fece vibrare Fangio e Nuvolari

Nel 1950 il campione argentino raggiunse i 310 km/h. E nel ’57 la gara fece parte del mondiale di F.1

PESCARA. Il circuito di Pescara e la "Coppa Acerbo" rappresentano un’ unione inscindibile che tanto lustro ha dato all'immagine della nostra terra. Dal 1924, anno della prima edizione, fino al 1961, la coppa (intitolata a Tito Acerbo, eroicamente caduto nel corso della I Guerra mondiale) ha rappresentato un punto di riferimento per tutti gli appassionati del mondo delle quattro ruote, un evento capace di richiamare folle oceaniche (testimonianze parlano addirittura di oltre 200mila presenze) desiderose di non perdersi una gara entrata nella leggenda. Il circuito, che nella giornata di domenica verrà quasi integralmente ripercorso, prendeva il via da piazza Duca degli Abruzzi, passava in via del Circuito per poi arrivare a Cappelle via Spoltore, luogo in cui sono ancora presenti le famose "Z". Da qui si scendeva verso il chilometro lanciato, luogo in cui nel 1934 Guy Moll perse la vita in un tragico incidente. Proprio qui, l' organizzazione ha deciso che verrà deposta una corona di alloro in memoria dello sfortunato pilota. Le auto proseguivano la loro corsa su quella che è oggi la Nazionale arrivando a tagliare il traguardo. Tra i tanti motivi di vanto, la competizione può annoverare la storica partecipazione al mondiale di Formula 1. Infatti, nel 1957, complice la rinuncia al Gran premio di Belgio e Paesi Bassi, fu proprio la rassegna abruzzese ad esser inserita nel calendario mondiale. E non è tutto. Con i suoi 25.579 km è diventata e a tutt'oggi rimane la pista più lunga sulla quale sia stata mai disputata una tappa della competizione iridata. Molti i nomi che hanno contribuito a creare il mito, da Enzo Ferrari, vincitore della I edizione (un premio verrà consegnato alla sua famiglia nella serata di venerdì) a Tazio Nuvolari, passando per Fangio di cui si ricordano gli oltre 310 km/h toccati durante l'edizione del 1950. E poi le maggiori case automobilistiche, Ferrari, Maserati, Mercedes-Benz, Alfa Romeo, Bugatti. Un trionfo di nomi capace di creare un’eco talmente forte che ancora oggi capita che qualcuno chieda notizie della Coppa, come raccontato da Sartorelli: «Non molto tempo fa ho ricevuto delle richieste dal Sud America circa alcuni tempi delle qualifiche». Un' ulteriore testimonianza a conferma di quanto grande sia stata la Coppa Acerbo. (a.d.s.)

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