La stazione centrale chiude di notte

Dal 18 febbraio saracinesche abbassate 4 ore per tagliare i costi, 40 clochard rischiano di rimanere al freddo

di Andrea Bene

PESCARA

Da lunedì 18 febbraio, la stazione centrale non rimarrà più aperta 24 ore su 24. Il gruppo Ferrovie dello Stato ha deciso di chiudere la struttura per alcune ore la notte, quando non transiteranno i treni, per risparmiare sulla bolletta dell’energia elettrica.

Una decisione senza precedenti, comunicata solo qualche giorno fa al Comune, che ha scatenato forti preoccupazioni. La chiusura della stazione comporterà necessariamente lo sfratto dei senzatetto che alloggiano abitualmente nei corridoi dello scalo ferroviario per ripararsi dal freddo e dalle intemperie. Per questo motivo, Albore Mascia ha incontrato venerdì scorso l’arcivescovo Tommaso Valentinetti e il direttore della Caritas Marco Pagniello per esaminare il problema.

La decisione di Fs. «Nei giorni scorsi», ha fatto presente il sindaco, «ci è stata trasmessa dal dirigente del compartimento della polizia ferroviaria per le Marche, Umbria e Abruzzo De Falco, la comunicazione inviata dall’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Alessandro Moretto, che ha ufficializzato la chiusura della stazione di Pescara centrale a partire dal 18 febbraio».

La chiusura avverrà solo per alcune ore della notte, quando i treni non circoleranno e più precisamente dalle 22 a mezzanotte e 50 minuti e dalle 3,45 alle 4,50. Quanto basta, comunque, per consentire all’azienda di risparmiare sui servizi e sui consumi della struttura. Anche Fs, evidentemente, sta adottando misure di «spending review» per ridurre le spese.

A rischio i clochard. Sono in tutto 40 i senzatetto censiti dal Centro operativo sociale (Cos) che alloggiano la notte alla stazione.

I volontari del Cos forniscono ai clochard coperte, bevande calde, come tè e caffè, per aiutarli a sopportare il gelo invernale. Che fine faranno quando saranno costretti a lasciare la stazione?

Vertice con Valentinetti. È questa la domanda che ha spinto Luigi Albore Mascia a convocare per venerdì scorso una riunione urgente con l’arcivescovo Valentinetti e il direttore della Caritas Pagniello. Riunione cui hanno preso parte anche gli assessori alle politiche sociali Guido Cerolini eal patrimonio Eugenio Seccia, il direttore generale del Comune Stefano Ilari e alcuni dirigenti e funzionari dell’ente. «Parliamo di circa 40 clochard», ha avvertito il sindaco, «ai quali ogni notte il Comune, attraverso il Cos, fornisce assistenza e l’eventuale accompagnamento notturno nelle strutture disponibili della Caritas o, in alternativa, in cinque alberghi della città convenzionati per tali urgenze. Persone che spesso rifiutano di spostarsi». «La ragione è evidente», ha proseguito, «molti di quei clochard considerano come casa propria la stazione, perché questa li aiuta ad avere un senso di libertà, ma anche di sicurezza. La chiusura notturna della stazione in pieno inverno significherebbe rischiare di lasciare in mezzo alla strada quei senzatetto, che potrebbero anche decidere di trascorrere la notte all’esterno dell’atrio, con conseguenze tragiche». Di questo problema sociale è stato informato anche il prefetto Vincenzo D’Antuono.

Mascia chiede un rinvio. Il primo passo che il sindaco intende fare è quello di inviare una nota all’amministratore delegato di Rfi Moretto per chiedere un rinvio della chiusura, almeno fino alla seconda settimana di marzo, quando le temperature saranno più miti. Dopodiché dovrebbe anche aprire il nuovo dormitorio di via Alento.

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