Le intercettazioni che inguaiano Sospiri

Nella richiesta dei 9 rinvii a giudizio, spuntano anche le telefonate con Di Zio

PESCARA. Un faccia a faccia davanti a un caffè in un bar di via Firenze a Pescara tra Lorenzo Sospiri, consigliere comunale e regionale del Pdl, e l'imprenditore dei rifiuti Rodolfo Di Zio, titolare della Deco spa di Spoltore. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio firmata dalla pm Anna Rita Mantini per Sospiri, per il sindaco di Montesilvano Pasquale Cordoma e per altri sette tra politici e imprenditori accusati di corruzione, dagli atti dell'inchiesta della squadra mobile sull'Ecoemme spunta anche un vertice tra il capo pescarese del Pdl e Di Zio: una riunione informale, risalente al 4 dicembre del 2008 a una manciata di giorni dalle elezioni regionali, per parlare dell'immondizia e dell'Ecoemme, la società pubblico- privata dei rifiuti di Montesilvano composta da Comune (49,86 per cento), Comunità montana Vestina (2,31) e Deco (47,83).

L'incontro, un mese e 7 giorni dopo un finanziamento elettorale di 10 mila euro dalla Deco a Sospiri, è documentato dalla polizia che si apposta in via Firenze e, grazie a una telefonata arrivata per caso sul cellulare del consigliere, riesce a intercettare una frase: «Adesso», così Sospiri parla con Di Zio, «il sindaco deve capire... però, se non gli stucca le orecchie mo' non gliele stucca più». Una frase che, per la squadra mobile, «non è di poco conto» perché appare una pressione di Sospiri a Cordoma: un freno al rinnovo dell'Ecoemme, la società nata nel 1998 senza gara d'appalto e considerata dalla procura cessata nel 2006 ma ancora in piedi in regime di proroga. La gara d'appalto per sostituire la Deco a Montesilvano parte soltanto tre anni dopo la telefonata, il 3 gennaio scorso con l'indagine già diventata di dominio pubblico.

SOSPIRI E DI ZIO Quattro giorni prima dell'incontro a Pescara, Sospiri e Di Zio parlano al telefono. Secondo la polizia, il colloquio dimostra il legame di «confidenza tra i due». Sospiri: «Sei tornato o stai in giro per il mondo?». Di Zio: «No, sto ancora in giro e torno domani notte, arrivo a casa». Sospiri: «Ah, allora dopodomani fatti sentire, sono Lorenzo, che ti aggiorno su un po' di cose». Di Zio: «Va bene, ho capito già». «E difatti», annota la squadra mobile, «al successivo rientro, Di Zio, il 4 dicembre 2008, chiamato da Sospiri, si accordava con lui di incontrarsi a Pescara per prendere un caffè in via Firenze. La conferma telefonica dell incontro avveniva alle 10,28: Di Zio chiamava Sospiri dicendogli che stava arrivando». Così scatta l'appostamento coordinato dal sostituto commissario Giancarlo Pavone: la polizia documenta l'incontro ma non può sentire cosa si dicono Sospiri e Di Zio.

LA TELEFONATA La telefonata giunta per caso sul cellulare di Sospiri fa ascoltare alla polizia uno scampolo di dialogo di appena sei secondi. «Adesso», così dice Sospiri a Di Zio, «il sindaco deve capire... però, se non gli stucca le orecchie mo' non gliele stucca più». «Non si intravede», recita un'informativa firmata dal dirigente della squadra mobile Pierfrancesco Muriana, «quale altro sindaco se non Cordoma potesse essere oggetto del colloquio tra i due tenuto conto che appena un mese prima, esattamente il 3 novembre 2008, il primo cittadino aveva esautorato il presidente Domenico Di Carlo assumendo personalmente, di fatto, la direzione dell'Ecoemme senza titolo».

CORDOMA Secondo la polizia, Cordoma, dopo uno «slancio» per riportare la legalità nell'Ecoemme, torna indietro e da nemico dei Di Zio ne diventa alleato: «Cordoma», osserva la squadra mobile, «aveva fatto la sua parte, ben sostanziosa, interrompendo ed impedendo, dopo esserne stato il promotore, la liquidazione dell'Ecoemme e l'indizione della gara a evidenza pubblica per il servizio di igiene urbana per il Comune di Montesilvano. Il tutto per favorire l amico Sospiri che aveva necessità di ottenere contributi elettorali e per rinforzare la sua posizione con assunzioni di favore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA