Le ultime ore di Riccardo ricostruite dai telefonini, sotto esame anche i video

9 Giugno 2025

Dalle schede e dai tabulati, emergerà quindi se Riccardo aveva preso accordi con i tre indagati

PESCARA. Sono le 9.20 di martedì scorso quando Riccardo, già fuori di sé dopo l’assunzione di cocaina, piomba davanti all’officina di strada comunale Piana, lungo il rettilineo che porta al quartiere San Donato. Va in escandescenza, è incontrollabile: si scaglia contro il meccanico, Angelo De Luca, e da lì accade il finimondo. Una lite finita in strada con quelli che ora sono i tre indagati per omicidio, il traffico bloccato, gli automobilisti che prendono il telefonino e filmano quei momenti di panico.

Poi l’arrivo della polizia, quelle due scariche di taser da cui in un primo momento si penserà sia dipesa la morte del ragazzo di 29 anni. Ma sarà l’autopsia a mettere un primo punto in questa storia di un ragazzo fragile, con alle spalle una famiglia perbene e nota in città. «Sommersione interna emorragica da trauma toracico chiuso», dirà il referto dell’esame. Ma a indagini ancora aperte, c’è da chiarire ancora un altro punto che va al di là del racconto straziante di quella lite e della corsa in ospedale.

È la Procura a chiedere di estrapolare tutte le comunicazioni dai telefonini, in particolare quelle accadute «tra il giorno 2 giugno e il momento del sequestro». Dalle schede e dai tabulati, emergerà quindi se Riccardo aveva preso accordi con i tre indagati, se il suo arrivo in officina, alle 9.20 di martedì scorso, fosse un appuntamento già fissato o una casualità. E se sussiste una correlazione tra i soldi prelevati, la droga e la lite in strada. Dai telefonini si farà chiarezza anche sull’intervento della polizia. Ci sarebbe infatti un video custodito nel telefonino di uno degli indagati che farebbe vedere Riccardo steso a terra, di pancia, mentre i poliziotti cercano di ammanettarlo per caricarlo in macchina.

E poi c’è ancora la ricerca di un testimone chiave perla difesa: sono stati gli avvocati del meccanico, Marco D’Apote e Salvatore Acerbo, a lanciare sul Centro un appello «a chiunque abbia visto o ripreso qualcosa quel giorno». Più di un automobilista di passaggio, sarebbe stato visto con il telefonino in mano riprendere quelle scene. Gli ultimi momenti di Riccardo: una vita spezzata, forse per una questione di droga.

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