L’inchiesta per droga nella Pescara bene, niente sconti per la cocaina: «È Capodanno, oggi si spaccia»

Le intercettazioni dell’operazione “Cani sciolti” con sette arresti per spaccio in una casa in centro. Neziri e la richiesta di recensioni sugli stupefacenti acquistati dai clienti: «Com’è da uno a dieci?»
PESCARA. Il mercato della droga funziona come tutti gli altri: se la richiesta di cocaina è tanta, i prezzi non possono scendere perché, proprio in quei giorni, gli spacciatori puntano a massimizzare i guadagni. Le carte dell’inchiesta “Cani sciolti”, che all’alba di venerdì scorso ha portato a 7 arresti, raccontano il meccanismo economico dell’incrocio della domanda con l’offerta. In un’intercettazione captata dai carabinieri del Nucleo informativo, un cliente della coppia Irfan Neziri e Sharon Consalvi chiede di comprare le dosi a credito ma è Capodanno e non c’è trattamento di favore per nessuno, nemmeno per i clienti più fidati: «Ah Paolo, che giorno è oggi? Oh, e che si fa oggi? Si spaccia», così dice Neziri, 29 anni. Una frase che, per i carabinieri guidati dal capitano Giuseppe Sicuro e coordinati dal pm Benedetta Salvatore, è più di una conferma.
Le intercettazioni raccontano di un viavai continuo nell’appartamento della coppia, in via Arapietra 46, dietro alla stazione ferroviaria di Pescara centrale. L’ordinanza del gip Francesco Marino ricostruisce così il giro d’affari: se il quantitativo tipico è di 0,5 grammi a cliente al prezzo di 40 euro, «ma ve ne sono diversi di maggiore entità», annota il gip, se ne ottiene un quantitativo giornaliero di circa 15 grammi di cocaina ceduta che, su base mensile, diventano 450 grammi per «un volume di affari di 36mila euro mensili».
Le intercettazioni svelano anche un altro dettaglio: Neziri chiedeva ai clienti una specie di recensione «sulla qualità della sostanza stupefacente». «Frate’, com’è? Da uno a dieci?», domanda Neziri. «Mo ti faccio sapere, mo sono rientrato a casa», risponde il cliente. Ancora Neziri a un altro cliente: «Che dici?». E lui: «Ah vabbe’, è tranquillo. Eh, non è male». A un cliente insoddisfatto, Neziri dice: «Prima mi stavi a dire che non andava bene, che è successo?». Questa la risposta: «Quella di ieri sera mi è sembrata diversa, quella di oggi invece è uscito preciso. Forse ho sbagliato io, forse come ho giocato si è bruciato, diciamo, non lo so. Però questa è perfetta. Forse sono stato io che mi sono fatto due Campari di più e quindi non stavo completamente attento».
Tra i clienti della coppia, c’erano persone che chiedevano di pagare a credito ma c'erano anche e soprattutto imprenditori, professionisti e funzionari pubblici. Addirittura, c'era anche chi pagava la droga con un bonifico bancario: «Ciao teso’, sto arrivando, ma per 50 eh? Se ti serve di più, mi devi mandare l’iban».
Oltre alla coppia, sono state arrestate altre 5 persone: Christian Consalvi, Antonio Tiberi, Giuseppina Ciarelli, Cinzia Rabottini e Cinzia Di Luzio; altri 5 gli indagati. Oltre allo spaccio di droga, scoperte anche truffe alle finanziarie con l'intestazione fittizia di auto per poi rivenderle e lasciare le rate insolute. Attraverso i predetti dati venivano fabbricati documenti di identità falsi utilizzati dagli indagati per l’acquisto su una nota piattaforma di e-commerce autovetture di lusso, mediante accensione di finanziamenti. Le auto venivano consegnate a domicilio e ritirate dagli indagati che, a stretto giro, le reintestavano fittiziamente a dei prestanome, impedendone il recupero da parte delle società finanziarie, che nel frattempo non vedevano pagate le rate.