PANDEMIA

Lo spettro delle nuove varianti: parte la caccia anche in Abruzzo 

Si cercano Omicron 4 e 5: sembrano più infettive della 2 che sta provocando migliaia di contagi. Il genetista: «La situazione è già difficile ma può peggiorare. Io indosserò per sempre la mascherina»

È scoppiato l’allarme per le nuove sottovarianti di Omicron, forse ancora più trasmissibili di quelle viste finora e che hanno fatto schizzare in alto i numeri dei contagi. E anche in Abruzzo è partita la caccia tra i tamponi. L’obiettivo sono soprattutto Omicron 4 e Omicron 5, che potrebbero far scoppiare nuove ondate nelle prossime settimane.

Tra “i cacciatori” abruzzesi c’è Liborio Stuppia (nella foto), direttore del laboratorio di Genetica molecolare dell’Università D’Annunzio, che lancia il suo appello all’attenzione dicendo: «Continuerò a indossare la mascherina per tutta la vita». L’allarme, infatti, arriva proprio nei primi giorni senza Green pass e con la riduzione dell’obbligo di mascherine, dopo il grande allentamento delle restrizioni sancito dal Governo a partire dal Primo maggio.
L’ALLARME PER LE VARIANTI
Mentre la variante Omicron 2, dopo aver conquistato il dominio sulla 1, imperversa ancora in un crescendo di contagi che non incontra ancora una vera e propria frenata, nei giorni scorsi in Italia è stata isolata anche la Omicron 4. È stata isolata e genotipizzata nel laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale San Gerardo di Monza, facendo scattare l’allarme. La sottovariante 4, insieme alla 5, infatti, in questo momento è responsabile di tre quarti delle infezioni in Sudafrica, stesso luogo di “nascita”della Omicron 1. Le nuove sottovarianti sembrano poter essere più infettive di quelle già viste, ma non più aggressive.
I ricercatori dell’Africa Health Research Institute di Durban, in Sudafrica, hanno studiato la protezione dei cittadini che si erano infettati già con Omicron 1. Ebbene, nei non vaccinati la capacità neutralizzante sembra calare di 36 volte contro Omicron 4 e 37 volte contro Omicron 5. Minore il calo di protezione nei vaccinati, che comunque c’è: 3,2 volte contro Omicron 4 e 2,6 volte contro Omicron 5. In termini assoluti, tra immunizzati e non immunizzati, si è osservata una differenza protettiva di circa 5 volte. Per questa capacità di bucare l’immunità, i ricercatori sudafricani ritengono che «BA. 4 e BA.5 abbiano il potenziale per provocare una nuova ondata di infezione». Al momento non è ancora chiaro se la stessa riduzione di protezione si verifichi anche nei pazienti che sono stati infettati dalla variante Omicron 2.
Secondo gli esperti, invece, sia i sintomi che l’aggressività di Omicron 4 e 5 dovrebbero essere in linea con quanto mostrato da Omicron 2.
LA CACCIA IN ABRUZZO
«Nella nostra attività di sequenziamento dei tamponi cercheremo anche Omicron 4 e 5, i risultati si avranno intorno alla metà della prossima settimana», così il genetista Liborio Stuppia dà il via alla caccia anche in Abruzzo. Poi sugli scenari: «Già Omicron 2 rappresenta un problema enorme perché molto infettiva, quindi non ci aspettiamo grandi stravolgimenti. Questa non è una buona notizia, mi spiego: la situazione, con le nuove varianti, potrebbe quindi soltanto peggiorare lievemente, visto che la base di partenza è già difficile. Bisogna considerare non solo i tanti contagi, infatti, ma anche che il tasso di positività dei tamponi, che quotidianamente si attesta ufficialmente intorno al 17%, in realtà è sottostimato: i test antigenici producono infatti molti falsi negativi, poi ci sono le positività dai test fai da te che non siamo sicuri che emergano tutti. Basti pensare che il tasso di positività dei soli tamponi molecolari è tra il 30 e il 50%».
Poi sulle riaperture: «In tutto questo è arrivata la scelta politica di riaprire tutto: abbiamo sdoganato i mezzi di trasmissione del virus. Un aumento dei contagi ci sarà per forza: a maggio vedremo molti più casi, indipendentemente da Omicron 2, 3, 4 oppure 5. Per fortuna i vaccini funzionano anche sulle varianti: non nel fermare l’infezione, ma nel bloccare le complicanze gravi e la malattia. Ma io lo ribadisco: continuerò a portare la mascherina per tutta la vita».

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