L’ordinanza non frena il caos: un’altra lite in corso Manthonè

Aggressione in strada tra ragazzine per gelosia: la polizia ferma la violenza ed evita il peggio. Una giovane in ospedale. I residenti: «Il problema sono le discoteche, non sedie e tavolini all’aperto»
PESCARA. Urla, schiamazzi e una rissa tra ragazzine alle tre di notte: la movida di Pescara vecchia non conosce tregua. Nemmeno senza sedie e tavolini all’aperto, la notte nel centro storico resta un concentrato di disordini e tensione. Pochi minuti dopo le tre, tra sabato e domenica, i residenti sono stati nuovamente svegliati da grida e strattoni: una lite violenta tra giovani, conclusa con l’intervento immediato della polizia e il ricovero di una delle ragazze in Pronto soccorso. E così, mentre l’ordinanza Cenerentola firmata dal sindaco Carlo Masci avrebbe dovuto placare i rumori, sono proprio i cittadini a denunciarne «l’inefficacia» e a richiamare l’attenzione sulla «proliferazione di vere e proprie discoteche».
LA LITE SUL CORSO Il parapiglia è esploso sul Corso, davanti a quei locali della movida già nel mirino delle forze di polizia. Sul marciapiede sgombro di sedie e tavolini, le ragazze hanno cominciato a urlare, spingersi, lanciando a terra cappotti e giubbini. In pochi minuti è arrivata la volante: gli agenti, diretti dal dirigente Pierpaolo Varrasso, hanno bloccato il gruppo evitando il peggio. Mentre si raccoglievano testimonianze, una delle giovani ferite veniva portata in ospedale. È ancora da identificare l’autrice dell’aggressione: alla base, potrebbe esserci una gelosia per un ragazzo.
I RESIDENTI Mentre le pattuglie presidiano le strade più calde della movida, i residenti continuano a denunciare gli effetti collaterali dell’ordinanza. «La Cenerentola c’è, ma il principe non è venuto a prenderla», ironizza l’avvocato Anthony Aliano, residente ed ex assessore leghista a Montesilvano, che lancia un appello al sindaco: «Indossi la fascia e venga sul Corso, servono presidi dinamici. Bisogna controllare certe attività: sono loro ad alimentare il disagio giovanile». Poi l’affondo al suo ex partito: «Non pervenuti. Immobili».
IL COMITATO «Un provvedimento nato per un’altra zona, qui non funzionerà». Alla vigilia del secondo weekend di validità dell’ordinanza, il Comitato Nuova Pescara Vecchia rinnova la sua denuncia. «Il problema non sono i tavolini, ma le discoteche», ribadiscono. Locali che «richiamano centinaia di giovani, anche nei feriali fino alle tre del mattino», e per cui «è inutile prevedere la chiusura a mezzanotte nel fine settimana e nessun limite negli altri giorni». L’ordinanza prede infatti lo stop alla musica e la rimozione di sedie e tavolini dal suolo pubblico dalle 24 alle 6 nel fine settimana: misura, al momento, valida fino al 6 gennaio 2026. Critiche da parte del Comitato anche all’assenza di controlli: «Senza forze dell’ordine nessuna ordinanza può funzionare». Sul fronte del rumore, aggiungono, «le discoteche hanno porte e finestre sul retro che affacciano su cortili stretti: è impossibile verificarne la chiusura». Da qui la proposta: «Bloccare la proliferazione delle discoteche e favorire ristoranti e piccoli bar, gli unici compatibili con un centro storico». E il monito finale: «Un’ordinanza non basta: servono soluzioni permanenti e una visione chiara per il futuro di quest’area. Solo sospendendo le autorizzazioni a svolgere attività da discoteca e sostenendo invece le attività di ristorazione si riuscirà a cambiare il volto di questa zona e consentire a tutti i cittadini di goderne».
la nuova associazione È attesa per domani una nuova riunione di confronto tra commercianti e residenti del centro storico. «Servono interventi mirati e più controlli», dice Paride Orsini, che si fa portavoce degli esercenti di Pescara vecchia, «costituiremo una associazione mista tra commercianti e residenti per portare le nostre segnalazioni al Comune e fermare questa ordinanza». Sul fronte della prevenzione, lo scorso giovedì il prefetto vicario Marisa Amabile ha ordinato una stretta dei controlli proprio nelle aree della movida.

