Luca, l’ultimo gesto d’amore: sì dei genitori, donate le cornee 

Accolta la richiesta di mamma Daniela e papà Enio: il prelievo eseguito ieri per il Centro regionale Il piccolo di 4 anni ricordato in Consiglio. La preside della scuola Piano T: un bimbo sereno e attento

PESCARA. Nella loro immane tragedia, un gesto di amore e altruismo: Enio e Daniela, i genitori di Luca Di Mastrogirolamo, morto domenica a 4 anni nel giardino della casa dei nonni in strada del Palazzo ai Colli, schiacciato dal trattore guidato dal padre, hanno espresso alla Asl la volontà di donare gli organi del loro bambino. E ieri così è stato: in ospedale è avvenuto il prelievo delle cornee di Luca, già destinate al Centro regionale dell’Aquila. Intanto il corpo del piccolo è in obitorio, dove ieri mattina il medico legale Piera Iezzi si è occupata dalla ricognizione cadaverica, per accertare le cause delle morte (non sarà eseguita l’autopsia): ora si attende il nulla osta alla sepoltura da parte della Procura. Ma quello che appare certo è che è stata una disgrazia. Luca stava pedalando sulla bici bianca quando ha urtato violentemente o forse è stato investito dal cingolato condotto dal papà.
IL RACCONTO DEL PADRE Nelle ore successive alla tragedia, Enio Di Mastrogirolamo riferisce questo alla polizia municipale diretta da Danilo Palestini. Alla guida del trattore vede Luca in bici: il piccolo è davanti a lui. Poi l’uomo si volta con il busto e la testa, per fare la manovra di retromarcia, e quando si rimette dritto il bambino non è più lì davanti. Capisce che è successo qualcosa, scende e lo vede a terra immobile (non è chiaro se davanti o dietro al mezzo, anche se la bici del bambino viene ritrovata dietro). Il papà lo sposta, tenta di soccorrerlo, chiama disperatamente aiuto, i vicini allertano i soccorsi e arriva il 118. Ma c’è poco da fare. Il bambino è morto sul colpo. Il genitore, 54 anni, non regge, per il dolore e la rabbia inizia a tirare colpi contro tutto quello che trova e si frattura la mano destra. Viene portato in casa e poi in ospedale. Il trattore e la bici di Luca vengono sequestrati dalla Municipale che si occupa dei rilievi, mentre Enio si dispera: «L’ho ucciso» ripete.
LA SCUOLA IN LUTTO E il giorno dopo la tragedia, alla riapertura della scuola Piano T di Zanni frequentata da Luca, al secondo anno di asilo, e dalla sorellina Lara di un anno e mezzo più grande, «il dolore è straziante». Lo dice la preside Daniela Massarotto, a nome dei docenti e di tutto il personale. E aggiunge: «Una notizia dolorosissima ci ha colpiti. Luca era un bambino sereno, molto attento. I suoi compagni sono in classe, saranno aiutati dalle famiglie, per ora abbiamo interrotto alcune attività scolastiche, prossimamente metteremo una consulenza psicologica a disposizione dei genitori».
RACCOGLIMENTO IN CONSIGLIO E ieri per Luca, un minuto di raccoglimento e applausi in consiglio comunale. «Enio, molto conosciuto ai Colli, è stato sempre un padre amorevole», afferma il consigliere Massimiliano Pignoli, amico di famiglia. «La tragedia ha sconvolto l'intero Abruzzo», aggiunge il presidente del Consiglio Marcello Antonelli. E il sindaco Carlo Masci: «Non ci sono parole per esprimere il senso di angoscia che provoca in ciascuno di noi questa tragedia, possiamo solo pregare in silenzio, nella speranza che le nostre preghiere e la fede in Dio riescano a condurre i familiari del piccolo angelo, chi lo ha amato, chi lo ha conosciuto, in un luogo dell'anima in cui l’immenso dolore di oggi possa trovare un momento di tenuità. Stringiamoci tutti intorno a loro».
CORDOGLIO A MONTESILVANO Sconvolta anche la comunità di Montesilvano, dove abita la famiglia in via Verrotti. Papà Enio, operaio della Fameccanica, e mamma Daniela, infermiera all’ospedale di Lanciano, non si danno pace, protetti dal cordone di familiari e amici. «La notizia ha gettato nello sconforto l’intera città», scrive addolorato il sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis, «una tragedia immane che ci ha lasciato nello sconforto più totale. A nome dell’amministrazione comunale sono vicino alla famiglia».
L’APPELLO Papà Enio non si separava mai dai suoi figli, ogni fine settimana li portava lì in campagna, dove potevano giocare con l'altalena, la bicicletta, il tappeto elastico. «Ora è un uomo distrutto, assente, sconvolto», riferisce chi gli ha potuto parlare al telefono solo per pochi attimi. Motivo per cui la sorella Anna ripete: «Mio fratello non ce la fa più, sta troppo male, dobbiamo stringerci intorno a lui e fargli sentire tutto il nostro affetto».
i FUNERALI La data e il luogo sono ancora da decidere: presumibilmente si svolgeranno tra domani e giovedì.