«Ma è incompatibile con la Nave di Cascella»

La Soprintendenza spiega il diniego: il progetto contrasta con il paesaggio e l’opera dell’artista

PESCARA. Il progetto del Ponte del cielo vìola le norme paesaggistiche e risulta in contrasto con la Nave di Cascella. Ecco, in sintesi, che cosa dice il documento della Soprintendenza alle belle arti e al paesaggio d’Abruzzo in cui è stato espresso un preavviso di diniego all’opera che intende realizzare il Comune nello specchio d’acqua antistante largo Mediterraneo. Secondo l’organo del ministero dei Beni culturali il progetto violerebbe le norme paesaggistiche.

Il giudizio è pesante e, forse, si sarebbe potuto evitare, se la Soprintendenza fosse stata invitata alla Conferenza di servizi convocata nel mese scorso per stilare un cronoprogramma per il Ponte del cielo. Per quella mancata convocazione il capogruppo di Forza Italia Marcello Antonelli ha presentato una diffida al Comune. Ma torniamo al documento della Soprintendenza.

«L’ambito in cui si inserisce l’opera è sottoposto a tutela paesaggistica ai sensi dell’articolo 142 del decreto legislativo 42 del 2004», precisa subito il documento firmato dalla soprintendente Maria Giulia Picchione e dal responsabile del procedimento Giuseppe Di Girolamo, «nel testo del decreto l’area interessata e quelle ad essa adiacenti dell’arenile vengono riconosciute di interesse paesaggistico». «E in effetti», prosegue il documento, «l’ambito è uno dei più significativi della città, costituendo il terminale di un percorso che dalla stazione ferroviaria lungo corso Umberto fino ad arrivare a largo Mediterraneo consente di giungere alla spiaggia e di fruire, in uno dei pochissimi spazi dell’arenile ancora libero da costruzioni e da altre forme di barriere antropiche, della vista del mare Adriatico».

«In questo contesto», fa presente la soprintendente, «in corrispondenza dell’attuale largo Mediterraneo, Pietro Cascella realizzò la sua opera; una vera e propria Nave che potesse salpare dal porto liberamente senza alcun filtro od ostacolo verso il mare». «Il Ponte del cielo», precisa la Picchione, «costituisce una barriera antropica alla libera fruizione, visiva e pedonale, di quell’ambito che lo stesso Pietro Cascella voleva esaltare attraverso la sua opera, tanto da richiedere la rimozione, effettivamente realizzata, della storica balaustra semicircolare preesistente». «Il progetto», conclude la Soprintendente, «risulta alieno all’ambito paesaggistico tutelato. Si ritiene, dunque, che il progetto sia incompatibile con i valori paesaggistici del luogo e risulta in pieno contrasto con i contenuti del decreto ministeriale del 7 maggio 1974».(a.ben.)

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