«Ma la Regione non potrà assorbire tutti»

I sindacati: «Il destino dei lavoratori è legato alle decisioni del governo, siamo molto preoccupati»

PESCARA. Tanti interrogativi, nessuna risposta. Anche a Pescara la preoccupazione è forte, tra gli addetti della Provincia, che si chiedono cosa ne sarà di loro per effetto della riforma Delrio e, al momento, non riescono ad ottenere risposte sugli esuberi.

Il destino dei dipendenti è legato alle funzioni in capo a questi enti, ma a tal proposito le certezze sono pari a zero, perché si attende tuttora l'assegnazione, da parte della Regione, delle funzioni che sono sempre state delle Province. L'unico dato certo, ad oggi, è che i fondi a disposizione del pubblico sono sempre meno, per via dei continui tagli effettuati dal Governo, per cui la situazione appare davvero complessa. «Si naviga a vista», dice Carmine Ranieri segretario regionale della Cgil Fp, «perché i tagli sono di entità pazzesca e le Province temono di non riuscire ad assicurare i servizi. Nello stesso tempo c'è la paura che la Regione non possa assorbire una serie di funzioni delle Province, e con esse il relativo personale, perché anche la Regione ha subito dei tagli. In questa fase è tutto legato alle scelte della Regione e abbiamo già chiesto al presidente D'Alfonso di renderci partecipi delle decisioni che si andranno a prendere». «La legge», prosegue Ranieri, «stabilisce che entro tre mesi le Province definiscano le nuovi piante organiche, con un taglio del 50 per cento, per cui di qui a tre mesi si deve capire chi svolgerà le funzioni e con quali risorse. E si attende di sapere se sarà costituita l'Agenzia nazionale del lavoro, perché se così fosse il personale dei Centri per l'impiego sarebbe riassorbito. Noi diciamo no agli esuberi, chiediamo garanzie per tutti i lavoratori e per i precari e proclameremo lo stato di agitazione, a partire da Chieti. Certo l'inamovibilità dei lavoratori non è garantita e lo spostamento in altra sede è una possibilità concreta». «Per il momento siamo in stand by», aggiunge Francesco Marcucci della Uil Fpl, «attendiamo la redistribuzione delle funzioni tra Regione e Province, per capire chi gestisce cosa e poi le piante organiche, per sapere chi resta in Provincia e chi viene destinato ad altri enti, ma va anche chiarito se ci sono i fondi. Tra i lavoratori c'è molta tensione anche perché a livello regionale si parla di 300 persone che potrebbero non trovare una collocazione ma ritengo che nessuno perderà il posto e che si punterà a “riciclare” gli addetti, anche collocandoli nei Comuni».

Crede che saranno scongiurati i licenziamenti pure Lorenzo Buccella dirigente della Confederazione sindacati autonomi, ma questo non toglie che ci sia «una grande preoccupazione e siamo tutti sul piede di guerra. Gli altri enti, dice, non vedono di buon occhio l'eventuale assorbimento del personale delle Province e mi riferisco alla Regione, dove gli addetti hanno il terrore di perdere il salario accessorio di cui beneficiano ora. A Pescara siamo stati messi in guardia: ci hanno annunciato gli esuberi, ma senza specificare quanti e senza chiarire cosa si rischia. Sì, un incontro con la Regione c'è stato, non ha avuto un esito poi così positivo, per noi».

Flavia Buccilli

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