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«Ma noi siamo ottimisti la stagione partirà bene»

Positivo il giudizio dei balneatori dopo i primi rilevamenti resi noti dall’Arta. «L’inquinamento è solo in un tratto, adesso risolveremo il problema anche lì»

PESCARA. Una ventata di ottimismo soffia sugli stabilimenti balneari di Pescara. Leggendo i risultati delle prime analisi del mare, i responsabili delle associazioni di categoria sono convinti che sia stato fatto un passo in avanti e che, prima dell’avvio della prossima stagione turistica, lo spauracchio dell’inquinamento venga finalmente sconfitto. Il più tenace sembra essere Riccardo Padovano nel suo duplice ruolo di presidente della Sib Confcommercio e di consigliere delegato dal sindaco di seguire, per conto dell’amministrazione comunale, i problemi del mare e del porto. «Mercoledì prossimo», rivela, «andremo a Roma, come categoria nazionale, per l’udienza con il Papa. In quell’occasione, incontrerò l’ingegnere Bentivogli, responsabile delle Opere marittime di Lazio, Abruzzo e Molise, che si è mostrato favorevole al nostro progetto delle barriere galleggianti per fermare l’inquinamento sulla costa nord».

Padovano ha confermato che è definitivamente tramontata l’ipotesi di ricorrere a una scogliera perpendicolare alla spiaggia per trasportare al largo il fiume. Questa soluzione paventata in un recente incontro tra amministrazione comunale e balneatori, non sarebbe realizzabile.

Per questo, si è deciso di rispolverare il progetto, già presentato l’anno scorso e poi subito archiviato, di un sistema di barriere mobili galleggianti, a carattere temporaneo, che sfruttando la leggerezza delle acque dolci rispetto a quelle salate, dovrebbe convogliare il deflusso del fiume al largo della diga foranea con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento del mare. L’anno scorso si parlava per quest’opera di una spesa intorno ai 400mila euro. La barriera, inoltre, dovrebbe partire dalla costa, all’altezza di via Buozzi, per arrivare fino alla diga.

«Non servirà la Valutazione di impatto ambientale per questo intervento», ha spiegato Padovano che si è detto comunque ottimista sui tempi di realizzazione dell’opera prima dell’avvio della stagione balneare. «Questi primi dati sulla balneazione sono positivi», ha osservato, «solo via Balilla supera i limiti, si tratta quindi di soli 300 metri di litorale».

Dello stesso avviso Stefano Cardelli presidente del Ciba Confartigianato. «Si tratta solo di 300 metri vietati alla balneazione», ha fatto notare, «ma ora dobbiamo risolvere anche i problemi del tratto di via Balilla ancora inquinato. Io sono ottimista per la prossima stagione. Ricordo che le analisi dell’anno scorso erano state molto più brutte, questo significa che la situazione dell’inquinamento del mare sta migliorando».

«I dati confermano quello che si presupponeva», ha sottolineato Mario Troisi segretario provinciale della Fiba Confesercenti, «sicuramente la zona di via Balilla è quella più critica, questo perché l’acqua del fiume ristagna in quella zona del litorale nord».

«Ora aspettiamo la realizzazione delle barriere galleggianti che sono comunque un palliativo», ha affermato il responsabile dell’associazione dei balneatori della Confesercenti, «io non sono un ingegnere idraulico, ma credo che la vera soluzione al problema sia quella dell’apertura della diga foranea che consentirà al fiume di defluire al largo. In fondo anche altri Comuni hanno problemi di inquinamento in qualche tratto di costa. Qui a Pescara l’allarme è scoppiato due anni fa, quando si è rotta una condotta e c’è stato un sversamento nel fiume. Ma quei casi di dermatiti denunciati da alcune persone, non è detto che siano stati causati dall’acqua del mare, è più probabile che sia stata la sabbia».

Si è augurato interventi immediati anche Cristiano Tomei presidente nazionale della Fab Cna. «Bisogna insistere sul punto più critico della costa quello all’altezza di via Balilla», ha sottolineato, «tuttavia, queste analisi confermano che c’è stato un miglioramento rispetto all’anno scorso, adesso però bisogna concentrarsi sul lavoro da svolgere. Abbiamo il tempo necessario per intervenire con una soluzione temporanea in attesa che si proceda ai lavori di apertura della diga foranea. Inoltre, bisognerebbe dare più continuità alla lotta contro gli scarichi abusivi, perché anche così si riduce l’inquinamento».(a.ben.)

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