«Mai conosciuto Barretta»

Lady Bmw in aula per 3 ore: foto e lettere per avere soldi

PESCARA. «Conosce Sgarbi?», «Ja». «Conosce Ernani Barretta?», «Nein». Due risposte secche, un sì e un no che non hanno avuto bisogno di traduzione: è iniziata così la testimonianza di Lady Bmw, di Susanne Ursula Klatten, la donna tedesca - capelli biondi corti, tailleur pantalone blu - che dopo aver letto in italiano la formula del giuramento, ha raccontato in tedesco per 3 ore la sua versione dei ricatti a luci rosse.

A distanza di quasi tre anni dallo spettacolare blitz a Pescosansonesco che rivelò la trama di un intrigo internazionale, Susanne Ursula Klatten, l'azionista ed ereditiera del colosso automobilistico Bmw, è arrivata a Pescara con il suo jet privato per testimoniare come parte civile nel processo che la collega all'imprenditore di Pescosansonesco Ernani Barretta. Scortata da una selva di guardie del corpo, chiusa in una stanza al secondo piano del tribunale in attesa di essere chiamata a deporre, Lady Bmw è entrata nell'aula 1 alle 12.49.

Ha preso posto al banco dei testimoni - una mano tra i capelli e il microfono sistemato alla sua altezza - e la donna, che compirà 49 anni proprio domani, ha iniziato a parlare della sua relazione sentimentale con il gigolò svizzero Helg Sgarbi, della richiesta di 7 milioni di euro per non pubblicare foto intime, di soldi in contanti messi in una scatola e, poi, di «minacce», di «una vita distrutta», di nuove «richieste di soldi», rifiutandosi di rispondere solo a una domanda: «Era innamorata di Sgarbi?».

Lady Bmw sarebbe stata sedotta e truffata dal gigolò Sgarbi «su preciso mandato di Barretta», come dice la Procura. L'imprenditore, che finì in carcere per associazione per delinquere finalizzata a truffa e tentata estorsione, ieri non era in aula. Il gigolò Sgarbi, invece, sta scontando la sua condanna di 6 anni nel carcere di Monaco.

Per l'accusa, i due agganciavano le ricche signore tedesche per poi ricattarle ed estorcere loro danaro. Barretta filmava i rapporti intimi. E, ieri mattina, la Klatten, aiutata dall'interprete, ha risposto per circa due ore alle domande del pm Gennaro Varone, degli avvocati delle tre donne ora parti civili, tra cui il legale Lucio Monaco, e dei tre avvocati di Barretta: Sabatino Ciprietti, Melania Navelli e Gianluigi Amoroso. La prossima udienza slitta a giugno.

Pm Gennaro Varone: Conosce Sgarbi?
Klatten: Sì.
Pm: Conosce Barretta Ernani o Barretta Ernano?
Klatten: No.
Pm: Può dire quando ha conosciuto Sgarbi?
Klatten: L'ho conosciuto nel luglio 2007 vicino Innsbruck.
Pm: Che tipo di relazione ha avuto con lui?
Klatten: Una relazione sentimentale.
Pm: Quando è iniziata?
Klatten: A fine agosto 2007.
Pm: Quando è finita?
Klatten: A fine settembre 2007.
Pm: Perché?
Klatten: Perché mi sono sentita minacciata, io e la mia famiglia.
Pm: Perché?
Klatten: Nel settembre 2007 ho prestato dei soldi a Sgarbi, ma poi mi ha chiesto ulteriori somme ingenti e ho posto fine alla relazione.
Pm: In che modo le ha chiesto denaro?
Klatten: Sono due cose diverse. Nella prima occasione, sotto forma di un aiuto finanziario e dopo che ha ricevuto la somma, mi ha chiesto una grossa somma per un investimento. E ho messo fine alla relazione.
Pm: La prima volta le ha consegnato il denaro?
Klatten: Sì, erano 7 milioni di euro.
Pm: Da chi e come è stato consegnato?
Klatten: In contanti e direttamente a me in una scatola.
Pm: Dove?
Klatten: Nel garage dell'Holiday Inn di Monaco, l'11 settembre 2007.
Pm: Sgarbi, cosa le ha detto per convincerla a prestargli i soldi?
Klatten: Mi ha raccontato di un incidente accaduto durante un viaggio in America. Mi ha detto che aveva investito con l'auto una bambina e che era rimasta gravemente ferita, forse paralizzata. Mi ha detto che era stato arrestato in America e che doveva pagare una cauzione di 10 mila euro.

Intervengono le parti civili: «Saranno 10 milioni di euro». Il giudice Camillo Romandini chiede a Lady Bmw di ripetere la cifra.

Klatten: Giudice, mi ha detto che la sua vita era distrutta, che aveva bisogno di 10 milioni di euro per pagare la cauzione, i suoi avvocati e dare un sostegno finanziario alla bambina e alla sua famiglia.
Pm: Dopo la consegna, Sgarbi le ha chiesto altri soldi?
Klatten: Non in relazione all'incidente. Alcune settimane dopo, Sgarbi venne in albergo con una busta che conteneva una lettera e alcune foto insieme. Nel testo della lettera, minacciava di pubblicare le foto nel mio ambito professionale e familiare. Poi si sono svolte alcune telefonate tra di noi, nel quale divenne chiaro che mi avrebbe chiesto soldi per non pubblicare quelle foto. Mi chiese sette volte 7 milioni e poi 2 volte 7 milioni. Mi minacciò al telefono e in altre lettere, dicendo che avrebbe distrutto la mia vita e che avrebbe reso pubblica la nostra relazione. Ho ricevuto anche un fax e altre lettere.
Pm: E cosa ha fatto?
Klatten: Ho effettuato tutte le telefonate con un consulente della sicurezza, le conversazioni sono state registrate. Chiesi a Sgarbi di ritirare le sue richieste e gli ho detto che mi ero informata che se avessi sporto denuncia lui avrebbe rischiato la carriera. A gennaio ho sporto denuncia a Monaco e Sgarbi è stato arrestato.
Pm: Le foto cosa ritraevano?
Klatten: Rappresentavano me svestita su un letto nell'hotel Holiday Inn di Monaco e Sgarbi era vestito in parte.
Pm: Che stanza era?
Klatten: La camera 629.
Pm: Di che taglio erano le banconote?
Klatten: Sgarbi mi chiese di consegnargli i soldi in una scatola, la stessa richiesta che feci al mio collaboratore.
Pm: L'accordo prevedeva la restituzione o i soldi erano in regalo?
Klatten: La restituzione.
Pm: Sgarbi le ha detto come avrebbe potuto garantirle una somma così ingente?
Klatten: Mi ha descritto due professioni: quella da manager che acquistava e vendeva aziende e che lavorava in banca. E mi ha detto che lavorava per il governo svizzero come incaricato per cose particolari e che avrebbe ricevuto un addestramento militare come consulente diplomatico nei Paesi Arabi.
Pm: Aveva interrotto la relazione al momento della consegna dei soldi?
Klatten: Dopo la consegna, Sgarbi mi chiese di lasciare mio marito, di andare da lui e che con il mio aiuto voleva acquistare un fondo. E' a questo punto che mi fu chiaro che mi stava chiedendo altri soldi.

E' l'una e mezza quando termina l'interrogatorio del pm e prendono la parola gli avvocati delle parti civili e, dopo, i tre legali che assistono Barretta. L'avvocato Navelli insiste sul profilo della signora, chiede alla Klatten se conduce un tenore di vita elevato ma la donna risponde: «Cerco di vivere una vita normale con la mia famiglia», mentre il giudice Romandini frena il legale ricordandole che la Klatten ha comunque prestato 7 milioni di euro. Ne nasce un battibecco, così come su altre domande: «Ha avuto relazioni extraconiugali?», «Ha mai tradito suo marito?».

Navelli continua: «E' stata innamorata di Sgarbi?». E la Klatten: «Non vorrei rispondere a questa domanda». Poi tocca a Ciprietti.

Avvocato Ciprietti (difesa): Sa dove viveva Sgarbi?
Klatten: Mi ha detto vicino a Zurigo.
Ciprietti: Pagava lei il conto dell'albergo e dei vostri spostamenti?
Klatten: Mai pagato conti in albergo.
Ciprietti: E' stato Sgarbi a prometterle la restituzione dei soldi o è stata lei a chiederla?
Klatten: Sgarbi mi disse che mi avrebbe restituito i soldi, che io avrei destinato in beneficenza.
Ciprietti: Questo non coincide con quello che ha dichiarato a Monaco. Lì disse che lui aveva bisogno di denaro. Disse: "A questo punto gli ho chiesto cosa voleva da me".
Klatten: Quello era un altro contesto.
Ciprietti: Cosa le disse Sgarbi, come avrebbe potuto restituirle i soldi?
Klatten: Mi disse che avrebbe potuto restituirmi anche il doppio, che sapeva come si facevano i soldi. Mi disse che era un uomo di successo.

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