Mappa delle aree a rischio, non ci sono i soldi

Sul sito della Protezione civile Abruzzo compare l’annuncio: «Fondi esigui per il censimento delle zone montane»

PESCARA. La Regione Abruzzo non ha i soldi per la Carta del rischio valanghe. E ad ammetterlo è la stessa Regione. Così si fa prevenzione nell’Abruzzo del Gran Sasso. È dal 1992 che slitta l’approvazione della Carta del rischio valanghe. «Ad oggi l’elaborazione di tale importante strumento, a causa della esiguità dei fondi da dedicare all'attività di censimento e ricerca, riguarda una piccola parte del territorio regionale montano». È quanto si legge sul sito della Protezione civile Regione Abruzzo in merito alla redazione della Carta di localizzazione dei pericoli di valanghe, prevista dalla legge del 1992. La Regione Abruzzo quindi non ha in questi anni disposto risorse per la realizzazione della mappa delle aree pericolose da valanga. È disponibile soltanto il Catasto delle valanghe, come evidenziato dal sottosegretario alla Protezione civile Mario Mazzocca. Il catasto risulta approvato dalla vecchia giunta regionale di centrodestra presieduta da Gianni Chiodi il 17 marzo 2014. Nella stessa delibera di approvazione del Catasto, la giunta disponeva la «realizzazione e successiva divulgazione della Carta di localizzazione dei pericoli da valanga» prevista dalla legge del 1992, dando mandato dell'esecuzione al Servizio prevenzione dei rischi.

Sul sito, la Regione ricorda che nelle «aree soggette a tale pericolo è sospesa l’edificazione, la realizzazione di impianti e infrastrutture ai fini residenziali, produttivi e di carattere industriale, artigianale, commerciale, turistico e agricolo nonché ogni nuovo uso delle aree che possa comportare un rischio per la pubblica e privata incolumità». In sostanza tutti gli elementi conoscitivi sul fenomeno valanghe sia dal catasto sia dalle mappe geomorfologiche non hanno prodotto in questi quasi tre anni dalla delibera e 25 dalla legge nessuna indicazione applicativa.