Marchegiani operato d'urgenza

L'ex biancazzurro scopre in Thailandia uno stuzzicadenti nell'esofago
PESCARA. Tutta colpa del timballo natalizio. Inizia così la terribile esperienza vissuta dall'ex biancazzurro Franco Marchegiani, operato d'urgenza per uno stuzzicadenti finito nell'esofago.
«Ora la posso raccontare, ma me la sono vista veramente brutta», dice l'ex calciatore del Pescara di Galeone, nove chili in meno e ancora convalescente in attesa del controllo che dovrebbe definitivamente dissipare ogni paura.
Perché quel pezzo di stuzzicadenti ingerito inavvertitamente insieme al timballo di Santo Stefano, non solo gli è entrato nell'esofago, ma gli ha provocato un buco di circa un centimetro. «Ho avuto la fortuna che non si è infettato», racconta Marchegiani, «ma qualche giorno in più, e chissà».
Cerca di sdrammatizzare l'ex centrocampista oggi costruttore, mentre racconta una storia resa ancora più complicata dal fatto che il malore è esploso mentre il 45enne si trovava in vacanza in Thailandia, a più di ventimila chilometri da casa.
«Sono partito lunedì 27 che già qualche fastidio lo avevo. Mi si gonfiava la gola, ma riuscivo a mangiare ancora. Ci si è aggiunta un po' di febbre, ma inizialmente l'ho presa come un'irritazione, una cosa semplice. Con questi sintomi ho fatto tappa a Dubai dove c'era il Milan in ritiro. Ci siamo fermati lì perché volevo salutare Massimiliano Allegri, Oddo, Valerio Fiori, con cui ho giocato alla Lazio. Ma i fastidi perduravano e lì mi sono fatto vedere anche dal medico del Milan. Si pensava a un'irritazione e spiegando questi sintomi mi sono messo in contatto telefonico anche con i medici in Italia. Mi hanno prescritto antibiotici, cortisone, proprio per combattere la febbre. Mai e poi mai immaginando quello che avevo dentro. La situazione è peggiorata il quarto giorno di vacanza, a Phuket».
È in Thailandia che i dolori aumentano al punto da convincere Marchegiani ad andare in una clinica locale, «vent'anni avanti a noi, anche come educazione». «Mi hanno fatto una tac e subito si è scoperto che avevo un corpo estraneo nello stomaco, un pezzo di stuzzicadenti che avevo ingerito inavvertitamente mangiando il timballo la domenica, e che intanto mi aveva già bucato l'esofago. Una cosa pericolosissima mi hanno detto i medici, pronti a operarmi d'urgenza già lì».
Ma l'ex calciatore originario di Città Sant'Angelo, consigliato anche da un primario suo amico, decide di tornare a casa.
È così che il 2011 Marchegiani lo accoglie in aereo, visto che con la febbre e il dolore lancinante, tra coincidenze e ore di volo (quindici in tutto) passa praticamente due giorni in aereo, il 31 e il primo gennaio. Fino all'operazione di domenica 2 gennaio.
«L'intervento si è svolto con una sondina, a San Benedetto del Tronto, con il professor Arnaldo Filippini. Non posso ancora mangiare, mi alimento con un sondino, ma mi dicono che sono stato fortunato perché il buco era nella parte alta dell'esofago. Con l'intervento, dovrebbe essersi rimarginato, io ora sono a casa, ma tutto si vedrà nella visita di controllo. Per ora», conclude mentre il figlioletto lo invita a tirare due calci a pallone, «posso dire che l'ho presa con filosofia, speriamo bene».
«Ora la posso raccontare, ma me la sono vista veramente brutta», dice l'ex calciatore del Pescara di Galeone, nove chili in meno e ancora convalescente in attesa del controllo che dovrebbe definitivamente dissipare ogni paura.
Perché quel pezzo di stuzzicadenti ingerito inavvertitamente insieme al timballo di Santo Stefano, non solo gli è entrato nell'esofago, ma gli ha provocato un buco di circa un centimetro. «Ho avuto la fortuna che non si è infettato», racconta Marchegiani, «ma qualche giorno in più, e chissà».
Cerca di sdrammatizzare l'ex centrocampista oggi costruttore, mentre racconta una storia resa ancora più complicata dal fatto che il malore è esploso mentre il 45enne si trovava in vacanza in Thailandia, a più di ventimila chilometri da casa.
«Sono partito lunedì 27 che già qualche fastidio lo avevo. Mi si gonfiava la gola, ma riuscivo a mangiare ancora. Ci si è aggiunta un po' di febbre, ma inizialmente l'ho presa come un'irritazione, una cosa semplice. Con questi sintomi ho fatto tappa a Dubai dove c'era il Milan in ritiro. Ci siamo fermati lì perché volevo salutare Massimiliano Allegri, Oddo, Valerio Fiori, con cui ho giocato alla Lazio. Ma i fastidi perduravano e lì mi sono fatto vedere anche dal medico del Milan. Si pensava a un'irritazione e spiegando questi sintomi mi sono messo in contatto telefonico anche con i medici in Italia. Mi hanno prescritto antibiotici, cortisone, proprio per combattere la febbre. Mai e poi mai immaginando quello che avevo dentro. La situazione è peggiorata il quarto giorno di vacanza, a Phuket».
È in Thailandia che i dolori aumentano al punto da convincere Marchegiani ad andare in una clinica locale, «vent'anni avanti a noi, anche come educazione». «Mi hanno fatto una tac e subito si è scoperto che avevo un corpo estraneo nello stomaco, un pezzo di stuzzicadenti che avevo ingerito inavvertitamente mangiando il timballo la domenica, e che intanto mi aveva già bucato l'esofago. Una cosa pericolosissima mi hanno detto i medici, pronti a operarmi d'urgenza già lì».
Ma l'ex calciatore originario di Città Sant'Angelo, consigliato anche da un primario suo amico, decide di tornare a casa.
È così che il 2011 Marchegiani lo accoglie in aereo, visto che con la febbre e il dolore lancinante, tra coincidenze e ore di volo (quindici in tutto) passa praticamente due giorni in aereo, il 31 e il primo gennaio. Fino all'operazione di domenica 2 gennaio.
«L'intervento si è svolto con una sondina, a San Benedetto del Tronto, con il professor Arnaldo Filippini. Non posso ancora mangiare, mi alimento con un sondino, ma mi dicono che sono stato fortunato perché il buco era nella parte alta dell'esofago. Con l'intervento, dovrebbe essersi rimarginato, io ora sono a casa, ma tutto si vedrà nella visita di controllo. Per ora», conclude mentre il figlioletto lo invita a tirare due calci a pallone, «posso dire che l'ho presa con filosofia, speriamo bene».
© RIPRODUZIONE RISERVATA