Liceo Marconi, si rientra in classe mentre la Digos indaga

La Provincia segue la pista del dolo: «Non è da ricondurre a carenze strutturali o ambientali». Ed emerge che nelle tre classi controllate dall’Arpa quel giorno erano in programma alcune verifiche
PESCARA. Rientrano questa mattina in aula gli oltre 1.600 studenti del liceo Guglielmo Marconi, chiuso d’urgenza in seguito alle segnalazioni arrivate dalla scuola giovedì mattina, quando malesseri e bruciori alla gola per la presunta inalazione di una sostanza hanno scatenato il panico tra studenti e personale, con l’attivazione del piano di maxi emergenza da parte della Asl e l’evacuazione dell’intero istituto. Gola irritata, problemi respiratori e tosse, i sintomi provati da chi ha accusato malori. Il bilancio è stato di cinque studenti e una collaboratrice scolastica finiti al Pronto soccorso e una cinquantina di persone state visitate sul posto.
«Sono molto felice per il rientro dei ragazzi a scuola e del fatto che, come pensato sin dall'inizio, quanto accaduto non era da ricondurre a carenze strutturali o ambientali», dice al Centro il presidente della Provincia Ottavio De Martinis, che però si dice «triste e sconcertato per il fatto che ci sia stato qualcuno capace di agire in maniera così incosciente, irresponsabile ma soprattutto inconsapevole delle conseguenze che quanto messo in atto avrebbe potuto avere per la salute. Spero che quanto accaduto sia da monito per il futuro».
Le analisi effettuate nel laboratorio del distretto Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) hanno riscontrato l’assenza di particolari sostanze nell’aria, rafforzando così l’ipotesi dell’utilizzo di uno spray urticante capace di dissolversi nel giro di poco tempo e con questo anche l’ipotesi della bravata di qualche studente.
I controlli dell’Arpa hanno riguardato nove campioni d’aria, di cui otto prelevati all’interno della palazzina A, dove si è verificata l’emergenza, e in particolare nelle aule 18, 19 e 20, in altri locali di servizio e in uno all’esterno. Giovedì scorso, in quelle aule, dove studiano alunni di Scienze Umane e Linguistico, erano in programma alcuni compiti di classe. Ma stando al racconto degli studenti, tutti si erano detti «tranquilli» e anche tra di loro, al momento, non sono emerse testimonianze rilevanti o sospetti di “bravate”.
Con le indagini della Digos in corso per trovare i responsabili, questa mattina l'impegno del presidente della Provincia sarà quello di contattare la dirigente dell’istituto Giovanna Ferrante per monitorare la situazione, oltre che proporre eventuali iniziative di sensibilizzazione sull’uso di spray e altri prodotti pericolosi a scuola.
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