Mare-monti, spunta la lista dei regali

Trovata nei computer della Toto, ci sono i nomi di funzionari dell'Anas

PESCARA. Una lista di nomi e cognomi di funzionari dell'Anas. Alla lista corrisponde «un elenco di regalie» che l'impresa Toto spa, finita sotto inchiesta per lo scandalo della strada Mare-monti a Penne, ha mandato ai tecnici. Il documento è stato sequestrato dagli agenti del corpo forestale dello Stato durante una perquisizione nella sede dell'azienda a Chieti. La forestale, diretta dal comandante provinciale Guido Conti, è in possesso anche di «un documento di trasporto per una regalia» recapitata a un dirigente dell'Anas in Abruzzo, tuttora in carica. Per gli investigatori, la lista dei funzionari scoperta nel computer e la bolla di consegna sono la dimostrazione di un legame tra la Toto e l'Anas che abbatte i confini della cortesia.

IL GRANDE APPALTO. Tutto ruota intorno a un grande appalto da 22 milioni di euro: una strada fantasma che, bloccata dopo quattro mesi di lavori, è riuscita lo stesso a ferire la riserva naturale del lago di Penne invadendone i confini, in un tratto tra Colle formica e contrada Campetto. Il cantiere sotto sequestro è al centro di un'inchiesta che conta 14 indagati: Luciano D'Alfonso, ex sindaco ed ex presidente della Provincia di Pescara, e gli imprenditori Carlo, Alfonso e Paolo Toto, il presidente del cda della Toto spa Cesare Ramadori, il progettista Carlo Strassil, il direttore centrale dell'Anas Michele Minenna, il commissario straordinario Valeria Olivieri, il responsabile del procedimento Fabio De Santis, già sotto inchiesta a Firenze insieme alla cricca dei Grandi appalti del G8. Indagati anche i tecnici Paolo Lalli, Roberto Lucetti, Angelo Di Ninni, Paolo Cuccioletta e Raniero Fabrizi.

IL GIRO DI E-MAIL. Dall'inchiesta, emerge uno scambio di e-mail tra Alfonso Toto e il capo compartimento dell'Anas Valerio Mele (non indagato): «Caro Alfonso», scrive Mele in un'e-mail acquisita dalla forestale, «ho provato a buttare giù qualche riga frettolosa per uno dei tre interventi di cui abbiamo parlato».

D'ALFONSO «TUTORE». Nelle e-mail rimbalza anche D'Alfonso: sono state sequestrate alcune comunicazioni dell'aprile 2008 tra Alfonso Toto e i suoi collaboratori dove si afferma che lo stesso Toto avrebbe sollecitato «in alto loco» il rilascio dell'autorizzazione ambientale attraverso «gli organi competenti». Un certificato necessario per far ripartire i lavori dopo il sequestro. L'anello di congiunzione tra Toto e «gli organi competenti» pare D'Alfonso: per il pm Gennaro Varone, D'Alfonso è «tutore, quale esponente di spicco della politica abruzzese, degli interessi dei Toto». La procura sostiene che l'interessamento di D'Alfonso spunti anche da una telefonata tra i sindaci di Farindola Antonello De Vico e di Penne Donato Di Marcoberardino, entrambi non indagati nell'inchiesta Mare-monti: il 2 aprile 2008, giorno di una riunione tecnica per decidere il futuro dell'opera sequestrata un mese e mezzo prima, De Vico racconta di aver ricevuto una telefonata da D'Alfonso. De Vico chiude la conversazione con una raccomandazione a Di Marcoberardino: «Mi ha detto pure, poi non so qual è il motivo, mi ha detto che appena concludi la riunione, o lo chiami tu o lo chiamo, è meglio che lo chiami tu e lo informi». Ma la procura fa notare che D'Alfonso, nell'aprile 2008, è sindaco di Pescara, eletto per la seconda volta, e non più presidente della Provincia con competenza anche su Penne.

GLI ALTRI APPALTI. L'inchiesta Mare-monti è considerata dagli investigatori una miniera di informazioni che dalla strada fantasma di Penne si allarga fino a cantieri di Pescara e Sulmona. Nelle telefonate si parla anche del ponte Nuovo all'ex Camuzzi di Pescara, appalto da nove milioni di euro: un ex dirigente del Comune contatta Mele per inviargli un'anticipazione del progetto definitivo del ponte Nuovo ideato per collegare il centro della città all'asse attrezzato. Per gli investigatori, il ponte Nuovo è una delle opere «segnalate» da D'Alfonso a Mele per ottenere sia il sì del direttore centrale dell'Anas, Minenna, che i finanziamenti.

L'APPUNTO. Tra i documenti in mano agli investigatori c'è anche un bloc notes trovato nella casa del commissario Olievieri: per la forestale, si tratta di «un appunto manoscritto riguardante Luciano D'Alfonso» per sollecitare alcuni lavori della Saga spa all'aeroporto di Pescara.

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