Masci incontra i genitori di Fatime, annegata 5 mesi fa: «Vogliamo riportarla a casa»

Il padre e la madre della dodicenne morta in mare lo scorso 24 luglio dal sindaco: «Non siamo ancora riusciti a riavere la salma per seppellirla in Guinea»
PESCARA. Cinque mesi fa la tragedia della piccola Fatime: da allora un incubo che non finisce perché quel corpicino rimane ancora senza sepoltura, fermo al cimitero di San Silvestro, a disposizione della magistratura per le indagini. E per i genitori di Fatime, Lossou Gavor Kossi Denis e Camara Macire, il dolore non si attenua. «Vogliamo riavere il corpo di Fatime per riportarla a casa», dicono davanti al sindaco Carlo Masci, che ieri li ha accolti nel suo ufficio per dargli l’abbraccio della città. A partecipare anche Massimiliano Amoroso, consulente legale della famiglia, del gruppo Mazzini di Padova. Ad assistere la famiglia dal punto di vista legale ci sono anche gli avvocati Stefano Sassano che si dice «fiducioso nella magistratura» e Cristina Celentano.
Dallo scorso 24 luglio, la storia di Fatime, 12 anni e originaria della Guinea, in Africa, ha sconvolto l’intera comunità pescarese che da subito si è mobiliata per sostenere la famiglia. Quel maledetto giorno d’estate, Fatime giocava nelle acque davanti agli stabilimenti di Jambo e Plinius quando è annegata. Decine di soccorritori e volontari l’hanno cercata in mare per ore, fino a quando il suo corpicino non è riaffiorato vicino agli scogli. Ma per lei non c’è stato nulla da fare. Da quel momento, l’inizio di un calvario per la famiglia africana che ha espresso la volontà di seppellire la bimba nel suo paese di origine. Ieri i genitori di Fatime hanno voluto ringraziare il sindaco e, con lui, tutta la città di Pescara: «Ci siamo sentiti parte della comunità pescarese e per questo ringraziamo lei per ringraziare ogni singolo cittadino di Pescara per tutto l’affetto che ci avete dimostrato. Sono stati giorni tragici e il dolore è enorme, profondo».
Ma il dolore si fa più grande sapendo che la piccola Fatime non ha ancora avuto un addio: «Purtroppo, però, da quel maledetto 24 luglio, non siamo ancora riusciti a riavere il corpo di nostra figlia per riportarla in Guinea, a Conakry, per darle la doverosa sepoltura», hanno detto i genitori. Ed è per questo che, con grande commozione, la famiglia della 12enne ha voluto lanciare anche un appello pubblico: «Con il cuore in mano chiediamo aiuto: vogliamo riavere il corpo di Fatime per riportarla a casa. Chiunque potrà aiutarci, speriamo possa raccogliere questo nostro messaggio e darci una mano per chiudere questo orribile capitolo della nostra vita».
E poi ancora i ringraziamenti alla città che ha subito fatto sentire il calore alla famiglia: «Al netto di questo, però, ringraziamo nuovamente Pescara che ci ha fatto sentire tutto l’affetto di questo mondo». Da parte del sindaco Masci è stata espressa tutta la vicinanza dell’amministrazione comunale e dell’intera città alla famiglia, rinnovando poi l’impegno a non lasciare soli i genitori di Fatime in un momento così delicato.
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