L’intervento

Mascia: il Festival Dannunziano dà lavoro

Gentile Direttore, il dibattito innescato attorno al Festival Dannunziano, durante le sedute consiliari dedicate a Imu e bilancio, richiede alcuni chiarimenti. Dalle cronache odierne emerge una...

Gentile Direttore, il dibattito innescato attorno al Festival Dannunziano, durante le sedute consiliari dedicate a Imu e bilancio, richiede alcuni chiarimenti.

Dalle cronache odierne emerge una lettura politica della realtà non corrispondente ai fatti, ovvero l'immagine di un Festival quale “capriccio” autoreferenziale del sindaco e come se, da quel “capriccio”, dipendessero gli equilibri del bilancio comunale.

Così non è, e allora è bene fare alcune puntualizzazioni: il Festival Dannunziano è, in realtà, una manifestazione che lo scorso anno ha creato dal nulla lavoro per centinaia e centinaia di persone e decine di imprese che ruotano attorno al mondo dello spettacolo.

È una rassegna che ha dato lavoro a una moltitudine di artisti, attori, cantanti, musicisti, ballerini, registi; ha dato lavoro a centinaia di addetti ai service, ossia persone che allestiscono palcoscenici, scenografi, elettricisti, tecnici del suono, operai, hostess; ha dato lavoro a decine di imprese che si sono occupate degli ingaggi.

Il Festival Dannunziano è una rassegna che, in altre parole, garantendo per il 90 per cento la partecipazione gratuita del pubblico agli spettacoli, ha creato occupazione sul territorio di Pescara, e lo ha fatto in un periodo in cui il Governo ha tagliato fondi per la cultura, mettendo in crisi migliaia di artisti, associazioni e imprese, e scatenando una pioggia di polemiche da cui Pescara è uscita indenne.

Anzi, nei nostri cassetti ancora oggi conserviamo, come un tesoro prezioso, le lettere di ringraziamento ricevute nelle settimane successive al Festival da quei giovani artisti ai quali abbiamo dato un'opportunità, giovani che ci hanno ringraziato per aver avuto il coraggio di non relegare la cultura all'ultimo posto nella nostra scala delle priorità amministrative, ma di aver dato un aiuto concreto al settore, senza per questo penalizzare altri campi, come il sociale, riconoscendo però il ruolo della cultura per l'economia di un territorio.

Perché, Direttore, non va dimenticato che il Festival Dannunziano, con i suoi cento spettacoli distribuiti in tre mesi e mezzo, si è tradotto in decine di migliaia di presenze a Pescara, ovvero un pubblico che ha frequentato i nostri locali, ha speso nei nostri negozi, in alcuni casi ha trascorso la giornata sulle nostre spiagge e ha anche dormito nei nostri alberghi.

E questo significa produrre economia sul territorio, significa fare marketing territoriale in modo concreto, non con la filosofia.

Vede, sono queste le considerazioni che ancora oggi lasciano capire che il Festival Dannunziano non è una sagra, non è un singolo evento, né un concertone che si esaurisce con diecimila presenze in una singola serata e qualche ricordo sbiadito negli anni seguenti.

Il Festival è una rassegna di cui rivendico pienamente la paternità, ma non per una vanità civettuola da primadonna, ma piuttosto con il senso di responsabilità di chi l'ha inventata, proposta, ideata e realizzata per aggiungere una risorsa al turismo cittadino, provinciale, regionale e anche nazionale.

Perché lo scorso anno il nostro teatro D'Annunzio, così come l'Aurum, erano traboccanti di turisti stranieri giunti appositamente per assistere agli spettacoli in calendario.

Ho voluto il Festival Dannunziano, e lo difendo, perché dopo tre anni rappresenta un valore aggiunto alla nostra proposta culturale.

Perché quel Festival, oggi, si identifica in quei personaggi che già hanno conferito e che daranno ancora risonanza internazionale all'intera manifestazione: Lou Reed lo scorso anno; Giorgio Albertazzi, Paolo Conte e i Momix nell’edizione di questa estate 2012.

E poi, infine, bando alle strumentalizzazioni: l'impegno finanziario destinato al Festival è in realtà una goccia infinitesimale nel bilancio comunale, una goccia che non toglie né aggiunge alcunché all'Imu. Con stima..

Luigi Albore Mascia

sindaco di Pescara