Mascitelli: omissioni nei controlli a Villa Pini, Cordoma si dimetta

Dopo l'audizione del procuratore Trifuoggi in commissione parlamentare d'inchiesta, scoppia la polemica: Idv e Pd attaccano Cordoma. La replica del sindaco: sono forcaioli (foto: il senatore Idv Mascitelli)

PESCARA. «Il sindaco di Montesilvano Pasquale Cordoma non ha attenuanti perché, oltre alla culpa in vigilando, si è macchiato della colpa in ignoranza: farebbe bene a dimettersi e dovrebbe avere il buon gusto di non ripresentarsi mai più alle elezioni». Il senatore dell'Idv Alfonso Mascitelli, vicepresidente della commissione parlamentare d'inchiesta sulla sanità, parla così di Cordoma, il politico Pdl-medico che, con la moglie assunta a contratto a Villa Pini, ha controllato i crediti vantati e l'appropriatezza dei ricoveri della casa di cura tra il 2004 e il 2005. «Un medico», dice Mascitelli quattro giorni dopo l'audizione del procuratore capo Nicola Trifuoggi, «non può non sapere come si fanno i controlli. Alla buona fede può crederci Cappuccetto rosso».

Anche il Pd attacca il sindaco che, interrogato da procura e finanza nel 2007, ha detto: «Per quanto concerne la Sdo posso rispondere vagamente in quanto ritengo che possa essere un codice da associare a una patologia ben precisa; non ricordo se ho controllato anche le Sdo nelle verifiche. Per il Drg non ricordo a cosa facesse riferimento tale sigla». «Sconcertante», per i pm pescaresi ascoltati in commissione.

«La vicenda Cordoma lascia sempre più sconcertati», interviene il segretario provinciale Pd Antonio Castricone, «e viene da chiedersi come sia potuto accadere che non abbia ricevuto nemmeno un avviso di garanzia per il caso Villa Pini. Le responsabilità sembrerebbero gravi e mostrano anche grande approssimazione nei controlli, assoluta mancanza di perizia nello svolgere la sua funzione e inopportunità di svolgere quel lavoro, visto che la moglie era assunta a contratto nella stessa struttura. Cordoma, quello delle mani pulite, ha saputo generare dubbi e sospetti».

Cordoma risponde così: «Sono politici forcaioli e non si possono sostituire alla magistratura e forze dell'ordine che, in generale, svolgono bene il proprio dovere. A questi politici mancano i doni della riflessione e del silenzio. E poi l'ignoranza è dalla loro parte: non sanno come sono andati i fatti e come sono stati accertati. Pensassero a come rilanciare la loro azione politica che, al di là delle reiterate richieste di dimissioni dal premier Silvio Berlusconi in giù, è vuota di qualsiasi idea. Facessero i programmi e non i forcaioli».

Per il segretario Pd di Montesilvano Luigi Beccia, «il caso Villa Pini è l'emblema delle storture tra sanità e politica: il ruolo di Cordoma è stato politico o tecnico? La verità è che Cordoma è un politico di centrodestra, nominato in quel posto dal centrodestra dell'ex governatore Giovanni Pace».

«È vero che Cordoma ha chiuso gli occhi ma è anche vero che ha controllato soltanto le schece a campione che qualcuno gli ha portato», commenta Marco Fars di Rifondazione comunista, «il problema centrale della sanità abruzzese è stato la somma di tutte le schede e, per questo, il sindaco ne esce come uno sprovveduto e non come un indagato. Comunque, Cordoma paladino della legalità si è trovato coinvolto oppure è stato incapace o distratto nelle principali inchieste che hanno travolto l'Abruzzo: sanità e rifiuti».

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