CORONAVIRUS

Matrimoni e comunioni: il decreto rovina la festa 

Consentite le cerimonie in chiesa ma i banchetti nuziali sono vietati fino al 31 luglio Invitati a numero chiuso. Gli sposi con le mascherine ed è proibito darsi il bacio 

Gli sposi che vogliono convolare a nozze possono farlo, in chiesa come in municipio. Ma niente festeggiamenti, né banchetti nuziali, almeno fino al 31 luglio prossimo.
Il nuovo decreto Covid che detta le regole per matrimoni, cresime, comunioni, battesimi e feste private, non prevede alcuna autorizzazione per le feste di grandi dimensioni, con molti invitati, compresi i banchetti nuziali. L’ennesimo colpo per un settore, quello del wedding, che ha perso, nel 2020, il 90% del fatturato.
FESTE PRIVATE. Da lunedì ci sarà un allentamento graduale delle restrizioni, che terrà conto della campagna vaccinale, con la riapertura in fascia gialla dei ristoranti sia a pranzo che a cena, ma solo in spazi aperti, almeno per il momento. Questo non vuol dire, però, che matrimoni, lauree e altri eventi potranno essere celebrati seguendo queste modalità e prevedendo i classici festeggiamenti.
Se è vero infatti, che molti ristoratori potranno riaprire al pubblico, bisogna anche specificare che le regole e le disposizioni in vigore a partire del 26 aprile non valgono per i grandi eventi privati. Il nuovo decreto disciplina la ripresa e la ripartenza dei grandi eventi pubblici, come fiere, spettacoli, ma non ha disposto nulla in merito a quelli privati.
LE CERIMONIE. Matrimoni e battesimi potranno essere celebrati, sempre secondo le disposizioni attualmente vigenti, con pochi invitati e senza una festa a corredo del rito civile o religioso. Va ricordato, infatti, che le cerimonie non sono state mai sospese, a patto che le celebrazioni venissero svolte nel rispetto delle restrizioni esistenti. E, in ogni caso la riapertura di ristoranti e locali in zona gialla non implica la possibilità di organizzare feste private all’interno o all'esterno degli stessi.
IN CHIESA E IN COMUNE. Poche, semplici regole, ma da seguire scrupolosamente.
Matrimoni, cresime, comunioni e battesimi si potranno svolgere con la partecipazione di un numero non eccessivo di invitati, che nel decreto non viene specificato. All’interno della struttura scelta per la celebrazione dell’evento, che sia una chiesa o il comune, vanno rispettate scrupolosamente le normative anti Covid, mantenendo la distanza minima di sicurezza tra gli invitati e tenendo presente la capienza massima all'interno dell'edificio.
Sposi, invitati e celebranti hanno l’obbligo di indossare la mascherina per tutta la durata della funzione. Vige, inoltre, il divieto di assembramenti all’interno della chiesa e del municipio, dove sono anche vietati i baci e i contatti tra le persone. È sempre necessario, inoltre, provvedere all’igienizzazione delle mani e degli spazi e oggetti toccati dal prete o dagli altri celebranti presenti alla cerimonia. Infine, si raccomanda di rispettare sempre i protocolli anti contagio, anche in merito alla ventilazione dei locali, tenendo sempre aperte le finestre e permettendo il ricambio d’aria.
NIENTE BANCHETTI. Chi non vuole rimandare il matrimonio a dopo il 31 luglio, dovrà accontentarsi della sola funzione civile o religiosa, a meno che il Governo non allenterà, nel corso delle prossime settimane, le maglie delle restrizioni, consentendo ai ristoranti in zona gialla di organizzare i banchetti nuziali all’aperto, come avviene per i semplici clienti. Ma su questo punto, al momento, non c’è alcuna certezza. Restano, infatti, assolutamente vietati tutti gli eventi privati che implicano la presenza di numerose persone, tali da creare assembramenti, come le feste per matrimoni e altri eventi.
Governo e ministero della Salute hanno più volte ribadito che si procederà periodicamente ad una valutazione dei rischi che, se dovessero diminuire, implicherebbero anche l’allentamento delle disposizioni attualmente vigenti.
WEDDING E CRISI. I numeri rendono bene l’idea. In Italia sono 50mila le imprese che ruotano intorno al wedding per 300mila impiegati stabili e 150mila lavoratori stagionali: una filiera che genera oltre 25 miliardi di euro di indotto primario, con un indotto globale pari a 60 miliardi di euro.
In Abruzzo gli operatori del settore sono circa 1.500. Nel 2020, il calo dei matrimoni si è attestato tra l’85% e il 90%, con percentuali identiche di diminuzione del fatturato delle imprese. «Danni economici enormi», li definisce Anita Di Sipio, wedding planner e delegato territoriale di Federmep, la Federazione matrimoni ed eventi privati, «il settore è in ginocchio: lavoriamo tutto l’anno all’organizzazione degli eventi, ma in realtà l’operatività si concentra tra maggio e ottobre. Pertanto, dovremmo essere assimilabili agli stagionali: invece, il Governo ha ripartito i pochi ristori concessi sulla base del calo di fatturato del mese di aprile 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che per noi non è indicativo».
Il settore ripartirà in estate? Secondo Di Sipio sarà molto difficile: «I banchetti nuziali sono vietati fino al 31 luglio», dice, «se non arriveranno emendamenti correttivi resteremo ancora fermi. Chiediamo regole precise, ma anche la possibilità di lavorare programmando con anticipo». (m.p.)