Medici verso lo sciopero, vaccinazioni a rischio

La Asl taglia i compensi e i servizi degli studi associati: i sindacati ricorrono al prefetto

PESCARA. «I tetti di spesa per l'anno 2011 necessitano l'assunzione urgente di interventi sospensivi e contenitivi. Le proiezioni di spesa al 31 dicembre prossimo relative alla medicina convenzionata per l'assistenza primaria risultano allo stato superiori per 920.972,16 euro». Con una lettera inviata ai medici di base, il direttore generale della Asl di Pescara Claudio D'Amario assesta tagli agli studi associati per risparmiare: sospese le visite per appuntamento, decurtate le indennità, ridotti gli orari degli studi. La risposta dei medici è pronta: stato di agitazione, sciopero e stop alla campagna di vaccinazione antinfluenzale. «D'Amario applica lo stesso metodo dell'amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne e cioè impone dall'alto e basta», dice Mirella Triozzi, segretario regionale Smi, «e fa i tagli con l'ascia». Già pronti i primi ricorsi per bloccare i provvedimenti: «Le decisioni di D'Amario sono un abuso nei nostri confronti», afferma Silvio Basile, rappresentante aziendale Smi.

LETTERA AI MEDICI. La vertenza dei medici ha un punto d'inizio: è una lettera di D'Amario del 7 settembre scorso inviata ai medici di assistenza primaria, ai sindacalisti Basile, Ezio Falasca (Fimmg), Nicola Grimaldi (Snami), al subcommissario alla Sanità Giovanna Baraldi e al responsabile del servizio regionale di Medicina generale Nicola Allegrini. Il documento di D'Amario, controfirmato dal direttore amministrativo Domenico Carano, dal direttore sanitario Fernando Guarino e dal dirigente amministrativo Assistenza sanitaria di base Manuela Fazia, spiega che «con decreto 27 del commissario sono stati stabiliti i tetti di spesa per le prestazioni dei medici convenzionati per la medicina generale e la pediatria di libera scelta biennio 2011/2012» ed è necessario risparmiare: è un «obbligo», scrive il manager, attenersi ai limiti di spesa e «lo strumento della pianificazione costituisce un principio di buona amministrazione». Ma, secondo i sindacati, c'è proprio «la pianificazione sballata» sul banco degli imputati: «Le risorse per la medicina generale sono finite in anticipo», dice Basile, «perché D'Amario non è stato capace di programmare e, di conseguenza, ha dovuto fare i tagli».

TAGLI. «I tetti di spesa», avverte D'Amario, «necessitano l'assunzione urgente di un piano di contenimento della spesa prevedendosi un saldo negativo»: il direttore generale deve recuperare 920.972,16 euro e, per farlo, usa la mannaia sugli studi associati e dispone «la sospensione delle visite per appuntamento» dal 15 settembre fino al 31 dicembre, il taglio delle tariffe ai medici (da 1,50 euro a 0,60 per assistito per i nuclei di cure primarie in gruppo e da 1,10 euro a 0,40 per assistito per i nuclei di cure primarie in rete), fasce orarie ridotte bloccando l'orario continuato (dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 20) e dando il via libera allo spezzato (dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 19).

PROTESTA. La lettera di D'Amario provoca la protesta dei medici: una diffida lunga due pagine per chiedere «l'immediata revoca» dei provvedimenti è stata inviata il 15 settembre scorso al governatore Gianni Chiodi, al subcommissario Baraldi, a D'Amario e al suo staff e al prefetto Vincenzo D'Antuono. «I provvedimenti», recita la lettera di Triozzi, «determinano danno assistenziale agli utenti con la riduzione delle fasce orarie di attività dei nuclei di cure primarie e servizi erogati; sono in contrasto con le leggi regionali e nazionali sull'assistenza h24; palese parzialità e non attinenza dei riferimenti normativi riportati nelle motivazioni del provvedimento».

PREFETTO. «Ma alla nostra diffida», spiega Basile, «nessuno ha risposto e, per questo, oggi scriveremo al prefetto per indire lo stato di agitazione e richiedere il suo intervento per raffreddare la vertenza con la Asl». Anche lo Snami deve decidere se appoggiare o no la protesta. «La decisione della Asl è un abuso», continua Basile, «che dimostra incapacità di programmare e mancanza di volontà di confrontarsi con i medici: faremo ricorso al giudice del Lavoro ma siamo pronti allo sciopero e a saltare la campagna di vaccinazione antinfluenzale. Poi, vedremo se la Asl vuole aprirsi al dialogo: se non lo farà, noi andremo per la nostra strada».

NO DEI SINDACATI. I medici contestano anche un altro passaggio della lettera: per D'Amario, i tagli sono stati decisi «sentiti i rappresentanti aziendali dei sindacati maggiormente rappresentantivi». Per Triozzi, invece, «non si è tenuto conto del parere negativo espresso dalla maggioranza delle organizzazioni sindacali consultate».

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