Medico rivela: così cambiavamo le cartelle dei malati mentali

I carabinieri del Nas sono tornati nel Centro di salute mentale Pescara sud finito nella bufera Spunta un documento Asl: è quasi una prassi modificare il dosaggio dei farmaci a distanza di giorni

PESCARA. «I fatti sono così chiari e semplici», così si apre un documento riservato della Asl di Pescara che, appena 3 pagine dopo, rivela: un medico «corregge diversi giorni dopo la diaria» dei malati mentali. Lo fa, spiega il documento del 17 luglio 2012 e timbrato dall’ufficio Protocollo della Asl, «in assoluta buona fede». A mettere nero su bianco che è quasi una prassi cambiare le cartelle cliniche del Centro di salute mentale Pescara sud è un medico. Una dichiarazione che, legata alle inchieste aperte su presunte cartelle cliniche falsificate e con dentro anche fotocopie di libretti postali, estratti conto bancari e appunti su case e proprietà dei pazienti, sembra quasi una confessione. Anche se il medico assicura: «Nessuna scorrettezza verso gli utenti». Messa così, è possibile che anche le 7 pagine del documento finiscano tra gli atti delle 2 indagini in mano ai carabinieri del Nas e coordinate dal pm Anna Rita Mantini.

Il documento in questione è la risposta di un medico, finito al centro di un procedimento disciplinare dopo la denuncia di un infermiere che aveva parlato di cancellature sulle cartelle e di dosaggi di farmaci cambiati, inviata ai vertici del dipartimento di Salute mentale. La memoria difensiva del medico va incrociata, però, con un’altra denuncia e cioè quella dell’avvocato Luca De Felice che, dal 9 giugno scorso, ha innescato i controlli dei Nas al terzo piano del palazzo ex Sert in via Paolini, sede del Csm. De Felice, con il suo esposto, ha chiesto alla procura di indagare perché, in qualità di amministratore di sostegno di un paziente di 57 anni, affetto da psicosi depressiva, aveva scoperto 3 copie diverse della stessa cartella. Sempre De Felice, intervistato dal Centro, aveva parlato così di un altro filone delle indagini: «Sì, al Csm di Pescara sud, anche a me è stato chiesto di fornire informazioni economiche e copie di documenti finanziari di un mio assistito». Una scoperta, quella dei documenti finanziari dei malati mentali tra le loro diagnosi mediche, che per un attimo aveva tolto le parole anche i carabinieri.

Il nuovo documento continua ad analizzare i cambi sulle cartelle parlando di un caso del dosaggio di un farmaco modificato: «In ogni caso, vista l’assoluta buona fede del medico, non si capisce come si contesti un comportamento non consono e non conforme ai principi di correttezza». Nelle stesse pagine, il medico scarica sugli infermieri: «Sulla correttezza di taluni vi sono gravi e fondati dubbi alla luce non solo dell’occorso ma di situazioni di quotidiana indisciplina, insubordinazione, negligenza e maleducazione».

Gli investigatori, guidati dal capitano Marcello Sciarappa, non allentano la morsa sul Csm: hanno ascoltato come persona informata sui fatti Sabatino Trotta, primario che dirige il reparto soltanto dal 16 luglio scorso, e messo sotto sequestro pile di cartelle, pesanti fino a 5 chili l’una e contenenti anche esposti insabbiati dei pazienti e dei loro familiari. Nei giorni scorsi, i carabinieri sono tornati ancora al Csm per acquisire altri documenti: lo hanno fatto nella riservatezza più totale, chiedendo la collaborazione dei medici.

Le indagini corrono di pari passo al repulisti avviato dal direttore generale Asl Claudio D’Amario: il manager ha nominato il nuovo capo del dipartimento di salute mentale, Renato Cerbo, primario di Neuropsichiatria infantile. Come atto definito «indispensabile» è stato nominato anche il nuovo comitato di controllo: ne fanno parte Cerbo, Trotta, Marilisa Amorosi, l’ex dirigente del dipartimento e primario del Centro di salute mentale di Pescara Nord-Penne, il dirigente Asl Antonio D’Incecco e i più eletti alle elezioni interne del 7 novembre scorso e cioè, il direttore del Csm Giuseppe Petaccia, la psicologa Maria Carmen Di Berardino, gli infermieri Antonio Petrucci e Andrea Monticelli.

Se le inchieste dei Nas restano coperte dal segreto, ormai manca poco alla chiusura dell’indagine interna della Asl: con il caso sul Centro, D’Amario ha ordinato approfondimenti al direttore sanitario Fernando Guarino e chiesto a Trotta una relazione che potrebbe arrivare sul suo tavolo tra pochi giorni.

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