La sala di controllo di Prisma nella base spaziale della Marsica

ORTUCCHIO

Missione Prisma, Abruzzo nello spazio / VIDEO

Lanciato il satellite ambientalista controllato da Telespazio: un programma europeo da 126 milioni per studiare la Terra

ORTUCCHIO. In sala controllo il conto alla rovescia scandisce passione e attesa: dieci secondi, poi nove, quindi otto... e sono le 2.50 in punto quando il razzo Vega VV14 si stacca da terra con un bagliore accecante. L’urlo accompagnato da un applauso scioglie la tensione nella base spaziale europea di Kourou, nella Guyana francese. Ma ci vogliono altre due ore prima che adrenalina e inquietudine abbandonino il team nella sede di Telespazio, nella Marsica, a 7mila e 800 chilometri di distanza dall’Oceano Atlantico. Alle 4.48 italiane il primo segnale dal satellite Prisma viene agganciato dalla parabola nel Fucino e viene acquisito dalla sala controllo Leop (Launch and early orbit phase).

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Il lancio del razzo Vega VV14 della missione Prisma
L'Abruzzo nello spazio grazie a un programma europeo da 126 milioni per studiare la Terra

Sono le due ore nella notte che portano l’Abruzzo in orbita con uno dei progetti più avveniristici al mondo. Il satellite guidato dal centro Telespazio nel Fucino ha spedito tra le stelle le conoscenze dei progettisti meccanici di Chieti, le indistruttibili superfici ottiche lavorate a Carsoli, le schede elettroniche di Tales Alenia Space dell’Aquila.
COME FUNZIONA. Il satellite Prima dispone di occhi iperspettrali, speciali lenti in grado di monitorare lo stato di salute del pianeta. Un satellite green, come qualcuno l’ha definito. Da Telespazio, azienda controllata da Leonardo e diretta da Gianni Riccobono, dove tra i campi coltivati svettano decine di parabole, un apposito reparto diretto da Patrizio Tempesta gestirà le attività di messa in orbita e di test. Il satellite sarà pienamente operativo da metà giugno.
IL PROGRAMMA. È costato 126 milioni di euro, ha coinvolto 880 abruzzesi e rientra nella missione dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Prisma sarà in grado di acquisire e analizzare 200mila immagini all’istante a una velocità di 27mila km all’ora e da un’altezza di 620 km dalla Terra.
PRIMATO EUROPEO. «Prisma ha portato in orbita la capacità del sistema Italia di fare spazio e rappresenta la prima missione iperspettrale in Europa», commenta Piero Benvenuti, commissario straordinario dell’Agenzia spaziale italiana, «come tale, rappresenta un’occasione unica per lo sviluppo di know how avanzato e per la sperimentazione del contributo innovativo atteso dai dati iperspettrali nel settore delle applicazioni di osservazione della Terra. Prisma, inoltre, assume un ruolo strategico nella prospettiva di una futura missione operativa iperspettrale nell’ambito delle missioni Sentinel del Programma europeo Copernicus».
UNA VERA ECCELLENZA. Prisma è un’eccellenza italiana ma soprattutto abruzzese. Il satellite è stato realizzato da un Raggruppamento temporaneo di imprese, guidato da Ohb Italia, responsabile della missione e della gestione dei tre principali segmenti (terra, volo e lancio), e Leonardo, che ha realizzato la strumentazione elettro-ottica iperspettrale, oltre a diversi equipaggiamenti di bordo, come i sensori d’assetto e il pannello solare. A definire ancor meglio il profilo nazionale è il lancio con il vettore Vega prodotto da Avio, lanciatore dell’Esa ma di concezione e costruzione a prevalenza italiana. Il centro di controllo della missione è stato realizzato da Telespazio (Leonardo 67%, Thales 33%) nel Fucino, mentre l’acquisizione e l’elaborazione dei dati avverrà dal Centro spaziale di Matera.

Razzo Vega VV14

«MISSIONE EVOLUTA». «La tecnologia di Leonardo è il cuore di questa missione: la nostra telecamera iperspettrale, la più evoluta e più potente al mondo, doterà l’Italia della capacità di studiare il pianeta come mai prima è stato possibile», commenta Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, «il nostro centro del Fucino seguirà la messa in orbita e i primi test di funzionamento fino a garantire alla comunità scientifica l’accesso a dati preziosi per lo sviluppo sostenibile. Leonardo mette tutto il proprio impegno in questa grande sfida, con l’energia, le competenze e la dedizione di donne e uomini che aprono nuove strade di innovazione tecnologica». Soddisfatto anche Giulio Ranzo, amministratore delegato di Avio: «Il volo Vega VV14 è un altro passo importante per l’industria spaziale italiana e rafforza la capacità di accesso autonomo allo spazio dell’Europa, in particolare nelle orbite basse dove operano i satelliti di osservazione della Terra. Siamo fieri di mettere la nostra esperienza al servizio della missione Prisma, dimostrando una volta di più come l’Italia abbia capacità tecnologiche complete».
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