Montesilvano, costretta a pagare due volte la multa dell’Agenzia delle Entrate
Il caso di una contribuente che segnala anomalie nel sistema di riscossione
MONTESILVANO. Ha regolarmente pagato i sei bollettini utili a estinguere la multa ricevuta dalla Agenzia delle Entrate, ma nonostante questo è stata sanzionata e costretta a ripagare l'importo dell'ultimo bollettino.
È la strana vicenda che vede protagonista Angela Dispaltro, di Montesilvano. Due anni fa, la Dispaltro commise l'errore di scaricare dalla sua dichiarazione dei redditi anche il reddito della figlia che viveva a suo carico, ma non si accorse che non avrebbe potuto farlo perché il reddito della figlia superava il limite prestabilito e c'era l'obbligo di presentare una seconda dichiarazione separata e distinta. Per questa ragione, ricevette una multa dall’ Agenzia delle Entrate.
«Erano poco più di mille euro», racconta, «e chiesi il pagamento dilazionato per un importo totale di 475 euro in sei rate da 79 euro e 27 centesimi più tre euro e ventisei centesimi. L'ultimo bollettino l'ho pagato lo scorso 28 febbraio».
Nonostante avesse pagato tutto e in maniera regolare, qualche settimana fa, ha ricevuto un sollecito di pagamento con il quale l'Agenzia delle Entrate intimava il saldo di 101 euro e 90 centesimi entro 60 giorni. Così, ieri mattina, si è vista costretta a pagare nuovamente, nonostante l'avesse già fatto, per evitare di incorrere in problemi più seri come il recupero crediti o il pignoramento.
«Che io abbia pagato risulta anche all'Agenzia delle Entrate, che ha però comunque preteso il pagamento. Il problema è stato che l'Agenzia delle Entrate ha modificato il codice che in precedenza aveva attribuito alla mia posizione, e non comprendo il criterio per il quale si debba pagare nuovamente per un loro errore. Mi hanno detto che potrei fare ricorso, ma per quella cifra non conviene, dovrei pagarci le spese per le marche da bollo».
L'unico «favore», chiamiamolo così, ricevuto dalla Dispaltro, è stata la promessa che le verranno restituiti 80 euro a titolo di rimborso Irpef nel luglio del 2015. «Non mi interessa dei circa venti euro che perdo», rimarca la contribuente, «ma non comprendo quale sia il criterio adottato dall'Agenzia delle Entrate, visto che la mia commercialista dice che si sono verificati casi simili al mio. Nelle prossime settimane, come avrò tempo, andrò a chiedere di persona agli uffici dell'Agenzia delle Entrate».
©RIPRODUZIONE RISERVATA