Montesilvano, ladruncole in trasferta inseguite sul lungomare

Sono due donne serbe residenti a Roma e arrestate dalla polizia municipale dopo il furto in un appartamento. Una si è anche spogliata in un camper per poi scendere e dirigersi verso il mare in cui intendeva tuffarsi per far perdere le tracce

MONTESILVANO. Da Roma, dove una delle due era pure agli arresti domiciliari a Montesilvano, per compiere i furti nelle case. Ma due giorni fa, dopo aver ripulito un appartamento in via Bocca di Valle, si sono ritrovate davanti gli agenti della polizia locale. Fondamentale la segnalazione di un cittadino. Per due serbe, una delle quali di appena 16 anni, sono scattati gli arresti, fra l’altro dopo una rocambolesca fuga a piedi. La minorenne, quando è stata fermata, aveva addosso un cacciavite di 30 centimetri oltre ad una chiave inglese. Dagli accertamenti, svolti insieme ai carabinieri, è emerso che era inseguita da un ordinanza di custodia. L’altra, una 34enne è di nuovo finita ai domiciliari a Roma, in cui avrebbe dovuto trovarsi per la condanna a 12 anni, in attesa dell’ennesimo processo.

Le due donne sono fuggite alla vista della pattuglia, una in direzione nord e l’altra verso il mare. Gli agenti le hanno rincorse. La più giovane è stata fermata sul lungomare, vicino al mercatino ittico, per l’altra è stato invece più complicato. Secondo quanto ricostruito dalla polizia municipale, ha corso verso viale Abruzzo, saltato un recinto ed è stata alla fine intercettata nel giardino di fronte allo stabilimento Bagni Luca, dove ad attenderla c’era un camper. La donna è salita sul mezzo per poi scendere e dirigersi verso il mare, in cui intendeva tuffarsi per far perdere le tracce. A questo punto uno degli agenti ha bloccato il traffico per evitare che il camper potesse dileguarsi, ricorrendo allo stesso tempo la 34enne, fermata poco dopo all’altezza di viale Europa.

Lungo la via, sotto delle auto, sono stati poi recuperati da un cittadino un orologio e un braccialetto, entrambi provento del furto poco prima messo a segno. Per evitare il carcere, la più piccola ha provato a dire che aveva 13 anni. Ma gli accertamenti dattiloscopici, effettuati dai carabinieri, non le hanno lasciato scampo.