Montesilvano, omicidio-suicidio: dopo l'uomo anche l'amante muore in ospedale per le ustioni

15 Gennaio 2013

Damiano Verna, carabiniere in pensione di 68 anni, è morto nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Pescara. Liliana Agnellini, pensionata di 65 anni, nell centro grandi ustionati di Roma. L'uomo ha gettato benzina su se stesso e sulla donna che voleva lasciarlo e un mese fa l’aveva già denunciato per molestie

MONTESILVANO. Ha messo benzina o kerosene dentro le bottigliette d’acqua da mezzo litro e ha aspettato dentro la sua Panda blu. Poi, quando l’amante è tornata a casa, l’ha spinta nell’ascensore minacciandola con un coltello da cucina e ha dato fuoco. Così, Damiano Verna, carabiniere in pensione di 68 anni di Pianella, ha ucciso Liliana Agnellini, 65 anni di Montesilvano, la stessa donna che voleva lasciarlo e che prima di Natale l’aveva denunciato per violenza sessuale e atti persecutori. Un gesto che è costato la vita a entrambi. L'ex carabiniere è morto questa notte nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Pescara dove era ricoverato con ustioni di terzo grado su più della metà del corpo. E la donna, ricoverata nel Centro grandi ustionati di Roma, ha esalato l'ultimo respiro nel pomeriggio.

Bomba nell’ascensore. La tragedia di un altro amore disperato, stavolta, è ambientata tra i palazzi del quartiere Villa Carmine, in via Garonna 15, una parallela di via Vestina che si imbocca da via Volga: è qui che, intorno alla mezzanotte della notte tra domenica e lunedì, è andata in scena la follia di un uomo che non si rassegnava a essere lasciato. Verna ha trasformato l’ascensore del condominio di 4 piani in una camera di combustione: i residenti sono stati svegliati, prima, dalle grida della donna e, poi, da un boato con le fiamme che uscivano dalle fessure dell’ascensore.

Un mese fa la denuncia. Una tragedia annunciata? Agnellini, vedova e madre di 3 figli, uno dei quali fa il parroco nelle Marche, voleva lasciare Verna e ricominciare un’altra vita senza di lui. Per questo, aveva presentato anche una denuncia ai carabinieri il 10 dicembre scorso: un esposto tra le lacrime dopo l’ennesima crisi di gelosia quando Verna, all’inizio di dicembre e proprio nell’appartamento di via Garonna, aveva provato a suicidarsi tagliandosi le vene con un coltello da cucina.

La procura sapeva. Indagando su quell’episodio, i carabinieri avevano raccolto la testimonianza della donna e inviato alla procura di Pescara un’informativa urgente chiedendo un provvedimento per tenere lontano Verna. Ma la rabbia dell’ex carabiniere – padre di 2 figli, ufficialmente ancora sposato e candidato consigliere alle elezioni di Pianella nel 2003 – è montata ancora prima che la burocrazia giudiziaria partorisse una misura anti-stalking. Per i carabinieri, quella prima di Natale non è l’unica denuncia di Agnellini contro Verna: in passato ne avrebbe presentate altre ma le avrebbe sempre ritirate per evitare liti. Invece, stavolta è accaduto di peggio.

Agguato sotto casa. Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Montesilvano, guidati dal capitano Enzo Marinelli, Verna si è appostato sotto il condominio di via Garonna per tendere un agguato all’amante. Una circostanza incredibile per la famiglia dell’ex carabinieri: domenica sera, Verna aveva festeggiato il sesto compleanno di uno dei suoi nipoti. Poi, la follia: quando ha visto Agnellini rientrare a casa sulla sua Daewoo Matiz bianca l’ha seguita e, insieme, sono entrati nell’ascensore. Un pugno di secondi e il dramma: nell’ascensore, un metro per uno, Verna ha svuotato le bottigliette di benzina o kerosene addosso a se stesso e all’amante e poi ha innescato il rogo. La donna ha avuto soltanto il tempo di urlare per chiedere aiuto agli altri condomini e poi entrambi hanno perso conoscenza.

Inquilini soccorritori. I primi a soccorrerli sono stati gli inquilini del palazzo giunti proprio mentre dall’ascensore arrivava l’esplosione. L’ascensore si è bloccato al primo piano con le porte spalancate: i residenti si sono trovati davanti una scena raccapricciante tanto che hanno capito che si trattava di due persone soltanto dopo alcuni secondi. «Pensavamo che fossero dei giubbotti buttati per terra», così ha raccontato un inquilino. Poi, hanno visto un braccio e una mano, quelli di Verna, che si muovevano lentamente e sono corsi nelle case per prendere bottiglie e pentole piene d’acqua e spegnere le fiamme.

Panico nel palazzo. Nell’ascensore, i carabinieri hanno trovato anche un coltello da cucina e le bottigliette per innescare il rogo. Per i residenti, è stata una notte di ansia: le 15 famiglie del palazzo sono scese in cortile, in pigiama, portandosi dietro soltanto coperte e le chiavi delle auto per andare a dormire a casa di parenti e amici. Per i vigili del fuoco, il palazzo non ha riportato danni: soltanto l’ascensore, fuori servizio, è stato sequestrato dai carabinieri.

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