Montopolino replica a Pettinari e Di Pillo: "Il Comune di Pescara non vuole fare cassa con i Velocar, accusa infondata"

La dichiarazione della presidente della commissione Sicurezza e Mobilità, capogruppo della Lega, in risposta ai consiglieri di opposizione
PESCARA. “Oggi la minoranza tira fuori dati (e polemiche) di anni fa, rispolverando un concetto che va sempre bene per aizzare un po' le folle, ed è quello che il Comune vorrebbe fare cassa con i Velocar. Un'accusa che, se fosse fondata, investirebbe tutte le amministrazioni d'Italia che si sono affidate a questo strumento, a prescindere dal colore politico di chi governa. Va chiarito innanzitutto che la scelta del luogo di installazione non dipende da quante infrazioni si commettono: l'obiettivo è ben altro e cioè intervenire nei punti, dove esiste già il semaforo, dove si rileva maggiormente la necessità di aumentare la sicurezza. E quali sono questi punti? Facile: sono gli incroci a più alta intensità di traffico o con attraversamenti pedonali critici. E non serve un incidente per giustificare un presidio perché la logica è quella di prevenire, intervenire prima che l'incidente accada”.
Questa la dichiarazione della presidente della commissione Sicurezza e Mobilità Maria Luigia Montopolino, capogruppo della Lega, in risposta ai consiglieri di opposizione Pettinari e Di Pillo. “La logica del Velocar è esattamente questa: è un sistema che dissuade, che agisce prima, non interviene dopo lo scontro o l'investimento. Così si genera sicurezza”, aggiunge l’esponente del Carroccio. “Se si usa questa logica, sposata da chi amministra, si comprende che i Velocar non servono a fare cassa, ma a prevenire incidenti e comportamenti pericolosi. Come? I Velocar rilevano automaticamente chi passa con il rosso, una violazione che può costare una vita. Dove vengono installati questi dispositivi, i passaggi con il semaforo rosso diminuiscono in media del 40%”, afferma Montopolino citando dati Istat.
E se vengono registrate meno infrazioni “vuol dire che i Velocar funzionano come deterrente, non come strumento di repressione”, ammonisce la presidente della commissione Sicurezza. “La normativa non dispone che questi sistemi vadano attivati solo dove c’è alta incidentalità, anche se la minoranza vorrebbe far passare a tutti i costi questo concetto alimentando un aspetto che viene spesso cavalcato per fare confusione e generare polemiche (sempre le stesse). Se il criterio dell’incidentalità vale per gli autovelox fissi, non vale invece per i sistemi di rilevazione del passaggio con il rosso, quindi sventolare dati (datati) sull'incidentalità non serve: i dispositivi in questione non sono legati agli indici di incidentalità, ma servono a garantire il rispetto del segnale semaforico sostituendosi, di fatto, agli agenti della Polizia locale che, grazie a questi apparecchi, svolgono un controllo a valle, dopo che è stata rilevata l'infrazione dal Velocar, senza dover garantire la presenza fisica sulle strade della città che andrebbero controllate di persona h24”.
Insomma, conclude Montopolino, “il Velocar potenzia i controlli senza sostituire la presenza umana, ma integrandola e rafforzandola, visto che questo “occhio elettronico” lavora anche di notte, sempre con lo stesso rigore e senza discriminazioni. La sicurezza non è mai una truffa, un inganno nei confronti dei cittadini, e un amministratore pubblico non dovrebbe mai sposare uno slogan che dice il contrario. Chi rispetta il Codice non rischia e non paga nulla, chi ignora il Codice e le sue regole mette a rischio se stesso e gli altri. Quindi, altro che trappola: il Velocar è un patto di sicurezza reciproca tra cittadino e istituzione e la stragrande maggioranza degli automobilisti lo rispetta perché a fronte di milioni di transiti il numero delle sanzioni è esiguo, lo abbiamo già detto più volte. Sforziamoci tutti di vedere il Velocar come un alleato silenzioso della sicurezza, non un nemico. Ogni dispositivo in più significa una possibilità in meno che si verifichino incidenti agli incroci, proteggendo pedoni, ciclisti e automobilisti”.
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