Morte di Riccardo, nel video dell’arresto nuovi interrogativi: il giovane a terra bloccato con un ginocchio sulla schiena mentre lo ammanettano

Pescara, inchiesta per omicidio. I riscontri sono affidati all’esperto informatico incaricato dalla Procura: ha 45 giorni per rispondere
PESCARA. Ci sono due video, girati da testimoni che avrebbero assistito all'arresto di Riccardo Zappone (oltre a quello di una telecamera pubblica che riprende l'aggressione dei tre indagati poi accusati di omicidio per la morte del 29enne), non ancora nelle mani della Procura, che aprirebbero una serie di interrogativi su quel decesso, avvenuto dopo un malore accusato in questura dalla vittima, il 3 giugno scorso.
ESCLUSO IL TASER Riccardo, sul quale la polizia ha usato il taser per allentare la strenua resistenza che stava mostrando a seguito dell’intervento degli agenti delle volanti, è morto per una emorragia interna dovuta alle percosse subite. Esclusa la responsabilità del taser, dunque, il pm Gennaro Varone ha indagato Angelo De Luca, suo fratello Paolo e il genero Daniele Giorgini per lesioni aggravate, per poi riformulare l’accusa in quella di omicidio volontario.
IL VIDEO DELL’ARRESTO Ma uno dei video, forse girato da chi si trovava seduto al bar a pochi metri da dove c’è stata la lite in strada, a poche decine di metri dall’officina di Angelo De Luca dove avrebbe avuto inizio la discussione con Riccardo, descriverebbe un arresto piuttosto movimentato con tre poliziotti impegnati ad ammanettare la vittima. Di questo video se ne fa cenno anche nel verbale di nomina del consulente tecnico, Davide Ortolano, cui ieri è stato affidato l’incarico di visionare i cellulari sequestrati ai tre indagati e non solo. Due degli avvocati, Gianluca Carlone (che difende Paolo De Luca) e Melania Navelli (che insieme alla collega Alessandra Michetti assiste Giorgini), hanno dichiarato al pm di essere a conoscenza dell’esistenza di riprese delle fasi dell’arresto eseguite da privati, e che intendono metterle a disposizione della Procura.
RICCARDO A TERRA Nel filmato si vedrebbe Riccardo schiacciato a terra dagli agenti, di pancia, che si lamenta per il dolore: un agente sembra che lo blocchi usando il ginocchio che spinge sulla schiena di Riccardo (non si può sapere con quale intensità). Si vedrebbe Riccardo che si agita forse anche per il dolore e per la pressione che gli stanno esercitando addosso. Un video breve, ma che apre una serie di interrogativi. Chi avrebbe girato il video in questione avrebbe anche visto Riccardo che veniva caricato a forza sull’auto della polizia: i piedi ancora fuori dalla volante che venivano spinti con la portiera per far entrare completamente dentro il giovane. Qualcuno, descrivendo la bava sulla bocca del 29enne, avrebbe detto che sembrava colpito da una crisi epilettica. Ma tutto va verificato dalla Procura una volta che avrà acquisito i due video e sentito i testi che li hanno registrati con i telefonini.
L’AMBULANZA Resta anche da capire perché, nelle condizioni in cui era Riccardo, gli agenti non abbiano richiesto l’intervento del 118 sul posto, per poi decidere, in merito alle condizioni del ragazzo, dove era più opportuno portarlo, se in ospedale o in questura, invece di richiedere l’intervento dalla questura per medicare una ferita alla testa. Il pm Varone dovrà anche valutare se quei colpi subiti dalla vittima, che hanno poi portato all’emorragia interna, siano stati quelli ricevuti dai tre indagati mentre lo picchiavano con calci e pugni o c’è magari altro.
L’AUTOPSIA LAMPO Quanto alla rapidità con cui si è proceduto all’esame autoptico, atto irripetibile eseguito dal solo Cristian D'Ovidio, medico legale della procura, senza che i difensori degli indagati (due dei quali non avevano neppure ricevuto la notifica dalla procura) avessero avuto il tempo di nominare un loro esperto da affiancare a D'Ovidio, non è da escludere che possa arrivare dai difensori una richiesta di riesumazione della salma.
LA LITE ALL’OFFICINA Certo è che il vero motivo per cui quella mattina Riccardo, che come ha rilevato l’autopsia aveva assunto cocaina, si fosse recato all'officina di Angelo De Luca, in strada comunale Piana, non è chiaro. Qualcosa di più si potrà capire forse dopo la consulenza sui cellulari del giovane e degli indagati. Sta di fatto che ci fu quella discussione tra Angelo e Riccardo che sarebbe stato allontanato con maniere forti e che, una volta fuori dall’officina avrebbe iniziato a insultare una donna lì presente, che era la moglie di Paolo De Luca che si trovava casualmente vicino all'officina del fratello e che avrebbe rifilato due violenti pugni a Riccardo, contro il quale sarebbe poi intervenuto anche Giorgini con il manico di una scopa rotto sulla testa della vittima. Ma Riccardo si sarebbe comunque rialzato, con il meccanico che gli ha raccolto le ciabatte e un tesserino, prima dell’arrivo della polizia con due pattuglie.
L’ESPERTO INFORMATICO Il pm ha chiesto al consulente Ortolano di accelerare i tempi (45 giorni) per rispondere alle domande della consulenza che non riguardano solo i dati dei cellulari dei tre indagati, ma anche la registrazione del taser; le comunicazioni tra le volanti e con la sala operativa; le immagini delle telecamere di sorveglianza pubblica relative all'episodio; le immagini della camera di sicurezza in Questura; le immagini delle riprese private; il monitor medicale; il telefono della vittima; le registrazioni presso la sala 118 delle chiamate intervenute, dall'inizio alla fine del servizio di emergenza. Ora si attende il prossimo passaggio della procura che potrebbe essere quello della richiesta di misura cautelare trattandosi di omicidio volontario così come ipotizzato dal pm.