Movida, polemica sulla sicurezza privata

Ugl: «Buttafuori e guardie giurate, così non va». Il consorzio: «Chiederemo al prefetto»

PESCARA. La seconda notte a Pescara vecchia sotto l’occhio delle forze dell’ordine è trascorsa placidamente: nel quadrilatero dei locali la serata è stata di «sano divertimento», come piace sottolineare al sindaco Luigi Albore Mascia. Eppure, nell’ingranaggio della sicurezza messa in piedi per il centro storico, c’è un po’ di confusione: chi sorveglia Pescara vecchia?

E’ trascorsa una settimana dall’aggressione a Luciano Zerrilli, il giovane di 22 anni di Biccari, in provincia di Foggia, entrato in coma e ancora in questo stato, dopo i due pugni ricevuti da Claudio Spinelli, zingaro di 22 anni, subito arrestato. In settimana, il comitato per l’ordine e la sicurezza a cui ha partecipato eccezionalmente anche il procuratore Nicola Trifuoggi si è riunito e ha preso decisioni drastiche: spiegamento delle forze dell’ordine dalle 21 alle 4. E così è avvenuto: sabato notte a piazza Unione, corso Manthonè, via delle Caserme, via dei Bastioni e piazza Garibaldi circolavano 19 uomini delle forze dell’ordine (sei in più della sera precedente, venerdì) divisi tra polizia, reparto mobile, carabinieri, guardia di finanza, polizia stradale e polizia municipale. L’ondata di controlli non ha portato a nessuna sanzione: l’ordinanza che vieta di vendere alcolici dopo le 2 di notte e che impone ai locali di abbassare le saracinesche alle 4 è stata rispettata.

VIGILANTES, IL GIALLO
Ma per la prima volta nel centro storico, a collaborare e a integrare le forze dell’ordine, i ristoratori riuniuti nel consorzio Pescara vecchia presieduto da Cristian Summa si sono organizzati ingaggiando una loro sicurezza privata da usare come deterrente.
Ma chi sono? Quando possono intervenire? Sono vigilantes, guardie giurate, buttafuori, steward come allo stadio, ronde, sono armati o no? Summa, che è il presidente del consorzio che riunisce gli operatori e che ha ingaggiato l’istituto di vigilanza Daga security, dice: «Sabato a Pescara vecchia circolavano cinque persone: quattro operatori di sicurezza che hanno controllato che all’interno del locale non accadesse nulla e una guardia giurata, quindi armata, e che, per definizione, deve sorvegliare i beni mobili e immobili, controllare, ad esempio, se qualcuno spacca una vetrina».

Ma Summa aggiunge anche: «Abbiamo chiesto un incontro con il questore e il prefetto per fare un quadro della situazione. Saranno loro a darci una sorta di vademecum del comportamento per espletare al meglio questo servizio integrato alle forze dell’ordine». Per Summa, «gli operatori di sicurezza» non possono pattugliare, «ma possono stare davanti ai locali e se accade qualcosa non possono intervenire ma devono avvertire le forze dell’ordine».
In sostanza, non è chiaro che figure siano, cosa possano fare, quando intervenire e che tipo di certificazioni abbiano le persone impiegate.

IL SINDACATO «Vogliamo sapere dalle istituzioni che tipo di servizio si sta svolgendo a Pescara vecchia perché sembra che sia un misto tra buttafuori e guardie giurate. Se è così, è gravissimo». E’ la denuncia del sindacato Ugl sicurezza civile che prosegue: «Le persone impiegate non possono essere operatori di sicurezza perché, attualmente, sono figure che non esistono: i corsi non sono stati ancora avviati e di conseguenza, se si tratta di operatori di sicurezza, non è possibile perché non sono stati ancora formati». Quello che appare chiaro è che la vigilanza privata chiamata non può intervenire sulle persone, non ne può garantire la sicurezza ma, in caso di qualche situazione pericolosa, deve avvertire le forze dell’ordine.

POLITICA E SECURITY
Per Lorenzo Sospiri, consigliere comunale del Pdl, «il deterrente vero sono le telecamere», come quella del locale Long Island in piazza Unione che ha portato all’arresto di Spinelli. Ma per Sospiri, il passo in avanti, sarà fatto quando i vigili urbani saranno armati e potranno pattugliare anche dopo le 22. «Lo approveremo nel prossimo consiglio comunale», aggiunge il presidente provinciale del Popolo della libertà, «e quando i vigili diventeranno operativi allora saranno una risorsa per il centro storico. Ma sia chiaro, che bisogna smetterla con il buonismo sui rom, bisogna stringere su quelli prepotenti». La vigilanza privata che circolava a Pescara vecchia avrebbe anche potuto avere il sapore di una ronda.

La pensa così il presidente della commissione Vigilanza, Camillo D’Angelo del Pd, che spiega: «Mi è parsa una ronda e se è così allora vuol dire che l’immagine di quella zona è l’insicurezza, perché non si mettono uomini a controllare se la città è sicura». Maurizio Acerbo di Prc, aspetta di andare di persona a valutare in che situazioni versino le vie di casa Flaiano e casa D’Annunzio ma intanto, dopo il primo test della sicurezza, dice: «Come sta reagendo la zona non si vede certo dalla prima serata post tragedia che è ovvio che si svolga in maniera serena. Il problema», conclude Acerbo, «non è l’eccessivo spiegamento di forze ma capire perché non c’erano prima».

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