Movida, sciopero di Carnevale: i locali abbassano la saracinesca 

Domani vetrine tappezzate di manifesti a lutto e martedì la chiusura delle attività in zona mercato I gestori: «Vogliamo mostrare alla città che cosa significa avere una piazza morente, deserta e buia»

PESCARA. Prima le serrande abbassate, con i locali chiusi e la veglia funebre alla città di Pescara e poi, l’indomani, il funerale vero e proprio con tutta la cittadinanza invitata a dare l’estremo saluto al turismo e al commercio cittadini. Gli esercenti di piazza Muzii, una quarantina circa, si preparano alla protesta. Domani e martedì, Carnevale, hanno deciso di far sentire con il silenzio della piazza con tutte le attività chiuse, la loro voce all’amministrazione comunale.
Domani pomeriggio, invece di aprire e di allestire come sempre i tavoli all’aperto, bar e ristoranti del distretto rimarranno chiusi e tappezzeranno le vetrine di manifesti funebri. Nel frattempo, sui social circola l’invito rivolto a tutti i pescaresi e non solo, per ritrovarsi martedì alle 18 a un funerale simbolico. «Prima vogliamo mostrare cosa significa per Pescara avere una piazza morente, deserta e buia», anticipa uno dei gestori, Filippo De Bonis, «e poi il giorno dopo vogliamo far vedere a tutti quanto sia importante la nostra presenza. Mostrare cosa comporta un aggregamento di gente, non gestito dalle nostre attività». La protesta arriva dopo la delusione dei commercianti legata al dibattito attorno all’applicazione della legge nazionale del 2001 che impone il divieto di somministrazione e consumo degli alcolici su spazi pubblici dalla mezzanotte, sollecitata peraltro dai residenti del comitato “Tranquillamente Battisti”. Gli esercenti e i rappresentanti di categoria attendono che da Roma si chiariscano i contorni non definiti in merito alla normativa, che a loro avviso sarebbe superata da successivi aggiornamenti del codice della strada, andrebbe in contrasto con l’emergenza sanitaria e non sarebbe applicabile nelle pertinenze esterne. E in attesa delle risposte dal governo chieste dal prefetto, dalle associazioni è arrivato l’appello a lavorare con orari più morbidi almeno dentro ai locali. Una istanza che l’amministrazione al momento non ha accolto.
Ieri, infatti, il sindaco Carlo Masci ha firmato l’ordinanza che dispone gli orari di apertura di bar e ristoranti della città da domani al 31 marzo, che ricalca quelle precedenti. I locali del distretto di piazza Muzii dovranno chiudere a mezzanotte dalla domenica al giovedì e all’una e mezzo venerdì, sabato e prefestivi. Nel resto della città l’attività è concessa sette giorni su sette fino all'una e mezzo.
I rappresentanti di Confartigianato si rivolgono al sindaco, al presidente del consiglio comunale Marcello Antonelli e ai capigruppo, chiedendo un incontro. «Pescara è una città che corre il rischio di pagare a caro prezzo non soltanto la crisi congiunturale dovuta all’emergenza sanitaria e il “caro-bollette”, ma anche una serie di scelte che potrebbero penalizzare seriamente piccoli imprenditori, commercianti e artigiani, asse portante dell’economia della città», dicono il presidente e il direttore, Giancarlo Di Blasio e Fabrizio Vianale. «Vogliamo collaborare, ma riteniamo che sia necessario un confronto con tutta la classe politica. Pescara sta perdendo la sua vocazione di città vitale e di divertimento. La sua capacità di attrazione. Molte persone cominciano a spostarsi, per il divertimento, nei comuni vicini: questo porta a cambiamenti lenti, ma sostanziali di tutto il sistema commerciale cittadino. È un dato di fatto che sull'asse via Battisti-via Firenze, ma anche su corso Vittorio, lungo via Fabrizi e nelle strade perpendicolari molte attività commerciali, a volte storiche, stiano abbassando le saracinesche».