Movida silenziosa, da oggi i divieti a Pescara vecchia: «Così penalizzano i giovani lavoratori»

7 Novembre 2025

Dopo la mezzanotte, da venerdì a domenica, dalle 24 alle 6, per ridurre i rumori nella zona del centro storico, l’amministrazione Masci ha ordinato il ritiro di tavolini e sedie dalle aree esterne dei locali e lo stop alla vendita di alcol da asporto

PESCARA. È stata ribattezzata «l’ordinanza criminale» quella che da questa sera ordina lo stop alla movida a Pescara Vecchia. Dopo la mezzanotte, da venerdì a domenica, dalle 24 alle 6, l’amministrazione Masci ha ordinato il ritiro di tavolini e sedie dalle aree esterne dei locali e lo stop alla vendita di alcol da asporto. Questo per ridurre i rumori nella zona del centro storico.

Misura che «metterà in ginocchio il commercio della zona, già in enorme difficoltà», dice Claudio Mastrangelo, dirigente nazionale del Pd, «e svuoterà la città rendendola pericolosa e lugubre, invivibile soprattutto per le donne sole o per chi si sposta a piedi di notte».

Il timore è che, dietro la tutela del riposo dei residenti, si nasconda una logica economica ben diversa: «Ripudiamo una città che strozza chi lavora per favorire le rendite di posizione di chi detiene grandi fette del patrimonio immobiliare delle zone storiche centrali», continua il dem che denuncia una strategia che «penalizza i giovani imprenditori e favorisce la speculazione immobiliare». «Il diritto al riposo è una cosa, ammazzare il commercio per piazzare gli appartamenti a un prezzo più alto è un’altra», afferma Mastrangelo, che vede nella nuova ordinanza un tassello della «gentrificazione silenziosa» del centro storico.

«Le città sono luoghi da vivere, non agenzie immobiliari ad appannaggio di pochi privilegiati», continua, evocando il modello del nuovo sindaco di New York: «Bisogna favorire chi lavora e colpire chi trae ricchezza solo dalle rendite di posizione. Il contrario di ciò che sta facendo Masci». Con tono provocatorio, Mastrangelo dice: «A Pescara Vecchia evitate di sparare dopo la mezzanotte, c’è gente che dorme».