Naiadi, il pm chiede il processo per Serraiocco e altri 3 ex soci 

Secondo l’accusa, il gruppo che gestiva le piscine avrebbe distratto dalla società oltre 1 milione di euro «allo scopo di recare pregiudizio ai creditori e di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto»

PESCARA. La procura di Pescara chiede di processare gli ex amministratori e soci della società Progetto Sport Gestione Impianti che gestiva il complesso delle piscine Le Naiadi, uno dei fiori all'occhiello della città.
Davanti al gup Giovanni De Rensis, il 16 febbraio prossimo, dovranno presentarsi in quattro per sapere se verranno rinviati a giudizio per bancarotta fraudolenta: sono Vincenzo Serraiocco (difeso dagli avvocati Eleuterio Simonelli e Federico Pace), commercialista, candidato a sindaco nelle ultime amministrative, coinvolto in questa complessa vicenda giudiziaria per aver ricoperto l'incarico di presidente del consiglio di amministrazione, nonché amministratore unico fino al 31 gennaio del 2019, e amministratore di fatto anche nel periodo successivo fino al fallimento sentenziato dal tribunale il 24 aprile del 2019 con un passivo di almeno 6 milioni e 300 mila euro; Livio Di Bartolomeo (difeso da Marco Femminella) membro del cda e amministratore dopo Serraiocco; Paolo Colaneri (difeso da Alessandro Perrucci) e Daniele D'Orazio (assistito da Roberto Serino), «quali soci e gestori e amministratori di fatto della medesima società fino al fallimento».
Stando a quanto accertato dal pm Andrea Papalia, che ha condotto l'inchiesta con le indagini portate avanti dalla guardia di finanza (che fu costretta a perquisire anche i suoi uffici in quanto Colaneri, all’epoca, era in servizio alla tenenza di Popoli), i quattro avrebbero compiuto una serie di azioni «allo scopo di recare pregiudizio ai creditori e di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto». Molte delle operazioni compiute dagli amministratori sarebbero state addirittura tenute nascoste al commissario giudiziale, così come, ad esempio, i movimenti riguardanti i 750mila euro che la Regione Abruzzo versò alla società e che ebbero un cammino, diciamo così, tortuoso.
I quattro sono accusati di aver distratto «quanto meno una somma complessiva, al netto delle restituzioni, di 111 mila euro» derivante da quel bonifico regionale, e poi ancora 599 mila euro in favore della società Sport Investiments, sempre a loro riferibile e legalmente rappresentata da Di Bartolomeo». Avrebbero distratto anche 450mila euro «mediante emissione di due assegni circolari tratti dal conto della Progetto Sport e intestati alla medesima società, ma in realtà custoditi e rinvenuti il 5 ottobre 2018 presso l'abitazione di Serraiocco».
Ma uno degli aspetti più rilevanti riguarderebbe un altro episodio di distrazione di beni «intestandosi», si legge nel capo di imputazione, «le quote della società controllata Progetto Sport Nuoto, amministrata dallo stesso Serraiocco, mediante cessione, con atto notarile, allo stesso Serraiocco e agli altri due soci Colaneri e D’Orazio, al valore nominale del capitale sociale di 900 euro (e quindi pagate 300 euro a testa ndr), valore comunque irrisorio e di gran lunga inferiore al valore effettivo, trattandosi di quote relative a una società con fatturato annuo di oltre 1 milione e 600 mila euro»: in sostanza i veri guadagni delle Naiadi. Gli imputati avrebbero inoltre eseguito, con più versamenti per un totale di 160 mila euro, «pagamenti solo a favore di taluni creditori a pregiudizio di altri».
E poi c'è la parte di contestazioni che riguarda i libri e le scritture contabili sottratti o distrutti. La Progetto Sport finì prima in concordato preventivo in continuità aziendale e poi venne dichiarata fallita. E durante il concordato il commissario giudiziale, Claudia Mariani, ha più volte lamentato la mancanza di comunicazione e di trasparenza con la proprietà che non le forniva tutti gli elementi necessari per la valutazione completa della situazione economica. Serraiocco, invece, ha sempre parlato di una sorta di complotto politico ordito ai suoi danni. Adesso la parola passa al gup.
©RIPRODUZIONE RISERVATA