Pescara

Nuova Pescara, la nascita nel 2027: ma l’unione dei servizi arranca. «Rischiamo anni di empasse per i cittadini»

8 Luglio 2025

La fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore. Incontro istituzionale in Regione tra Marsilio, Sospiri e gli amministratori dei tre Comuni interessati. L’obiettivo: «Rispetteremo le tappe previste dalla legge». Ma la sindaca spoltorese Chiara Trulli lancia l’allarme

PESCARA. La data del 1° gennaio 2027 resta confermata: la fusione di Pescara con Montesilvano e Spoltore si farà nei tempi previsti dalla legge regionale di attuazione del referendum popolare e non subirà ulteriori rinvii. È il segnale politico più forte emerso dall’incontro istituzionale che si è tenuto ieri mattina nella sede della Regione, a piazza Unione, tra i vertici regionali e gli amministratori dei tre Comuni. Un faccia a faccia con sindaci e presidenti dei consigli comunali per fare il punto sullo stato di avanzamento del processo di unificazione e sulle criticità operative che rallentano alcuni passaggi.

In rappresentanza della Regione hanno partecipato il presidente Marco Marsilio e il presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri, i quali hanno ribadito il sostegno, anche attraverso eventuali interventi legislativi da condividere con i Comuni, per garantire la buona riuscita di un processo che non ha precedenti a livello nazionale e la cui strada è tutt’altro che semplice. Il presidente del consiglio comunale di Pescara, Gianni Santilli, ha definito l’incontro «molto utile» poiché «ci ha consentito di rendere edotta la Regione sullo stato di avanzamento dei lavori». «Abbiamo avuto modo di spiegare come stiamo andando avanti», ha rilevato, «facendo dettagliatamente il punto sul processo di unificazione delle funzioni. È un percorso che prende sempre più piede e nel mese di settembre, quando si svolgerà un’altra riunione, potremo approfondire altri aspetti in vista della nascita del nuovo Comune di Pescara».

Diverso il tono della sindaca di Spoltore, Chiara Trulli, che ha messo in guardia sulle difficoltà operative già riscontrate con l’unificazione dei primi 10 servizi e ha paventato il rischio di creare 10-15 anni di empasse. «Si tratta di servizi tra i più semplici da associare come la statistica o il catasto», spiega Trulli, «per i quali ci sono delle difficoltà oggettive per farli funzionare in maniera efficiente. La mia preoccupazione è rivolta però al futuro, ovvero al momento in cui dovremo associare le funzioni che toccano la carne viva della gente come i servizi sociali, scolastici o la raccolta differenziata, la pulizia e il decoro della città. Se oggi abbiamo difficoltà con quelli più semplici, immaginate cosa potrà accadere in futuro visto che, stando ai tempi della Regione, noi entro un anno dovremmo finire a mettere insieme tutti i servizi erogati dal Comune».

Per Trulli fare una fusione «non è semplicemente mettere insieme persone e uffici», ma «è un’operazione complessa, il cui livello di difficoltà sale col crescere dell’entità dimensionale dei Comuni interessati e una fusione come la nostra è unica nel suo genere». «Non è mai accaduto, chiosa, «che si fondessero città grandi come le nostre e questo non può essere gestito dando tempi rigidi, a rischio di creare 10-15 anni di empasse. Questo è ciò che mi sta a cuore, è la mia unica premura, evitare cioè che una fusione possa arrecare danni il cui prezzo possa essere pagato dai cittadini».

Dal canto suo, la Regione ha rassicurato i rappresentanti locali sulla volontà di non lasciare soli i territori in questo percorso, pur ribadendo l’importanza di rispettare le tappe previste dalla normativa regionale. Il prossimo aggiornamento è atteso per settembre, quando si entrerà nel vivo delle questioni più complesse.