Finto urto per avere i soldi: è la truffa dello specchietto. Attenzione a una Volkswagen nera

Uomo in azione in via Colli Innamorati e ai Gesuiti. La vittima: «Così ho sventato il raggiro, gli ho chiesto i documenti ed è scappato»
PESCARA. È successo tutto in pochi istanti nei giorni scorsi, alle 10.30 circa, in via Colli Innamorati. Un automobilista ha rischiato di essere vittima di quella che è ormai nota come “la truffa dello specchietto”: un uomo, con accento siciliano e alla guida di una Volkswagen nera, avrebbe prima accusato l’automobilista di avergli danneggiato lo specchietto retrovisore, per poi tentare di estorcergli denaro in contanti.
La vittima però non si è lasciata intimorire: sicura di non aver provocato alcun danno, ha minacciato di chiamare le forze dell’ordine e di far intervenire l’assicurazione. A quel punto il presunto truffatore, già noto in zona per aver derubato con la stessa tecnica una residente di via Rigopiano lo scorso dicembre, si sarebbe dato alla fuga.
«Ero appena passato accanto a tre auto parcheggiate quando ho sentito un botto secco». racconta l’automobilista, «poco dopo ho notato che una di quelle macchine, una Volkswagen nera, si è rimessa in strada e ha iniziato a seguirmi. Ho deciso dunque di accostare per capire quale fosse il problema e un uomo, avrà avuto intorno ai 45 anni, è sceso dall’auto e mi ha detto: “Non ti sei neanche fermato, mi hai dato una botta e mi hai rotto lo specchietto”. In un primo momento ho pensato che fosse possibile, magari mentre uscivo dal parcheggio. Ma poi ho controllato il mio specchietto: era perfettamente integro, senza il minimo graffio. Così gli ho chiesto i dati e i documenti per procedere con l’assicurazione, ma lui ha risposto: “Ma perché dovresti perdere tempo con l’assicurazione? Possiamo risolvere tra di noi, adesso”. A quel punto ho capito che si trattava di una truffa. Sono rimasto fermo sulla mia posizione e, alla fine, è andato via», conclude.
Ancora viva è la rabbia di un’altra vittima, truffata lo scorso dicembre intorno alle 12.30 al benzinaio dei Gesuiti. A raccontare la vicenda è la figlia: «Mia madre aveva da poco fatto la spesa e si trovava al benzinaio quando, dopo aver fatto retromarcia per uscire dal parcheggio, ha sentito un colpo improvviso. Poco dopo un uomo si è avvicinato, accusandola di avergli rotto lo specchietto retrovisore. Le ha proposto di risolvere tutto sul momento, chiedendole 50 euro in contanti. A quel punto mia madre mi ha chiamata perché la macchina era intestata a me e solo in seguito abbiamo compreso di essere state vittime di una truffa».
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